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1.1Fra immaginate erbette e finte rose,
1.2d'un tetto a l'ombra e non d'abeti o faggi,
1.3mentre gìa rivolgendo or versi or prose,
1.4rinnovando d'Amor gli avuti oltraggi,
1.5mi sovvenne di voi che l'amorose
1.6fiamme fuggite, come fanno i saggi,
1.7per naturale istinto o pur ch'in voi
1.8la ragion così regga i sensi suoi.
2.1Del ciel cortese dono e grazia rara,
2.2degna ben di non molti, a pochi infusa,
2.3e, con l'altre virtù che insieme a gara
2.4crescono in voi, meritamente è chiusa:
2.5ma, come il saper vostro apre e fa chiara
2.6l'arte ch'oggi è fra noi tanto confusa,
2.7così fors'anco a l'altra gente insegna
2.8vincer colui che sopra gli altri regna.
3.1Con tal pensier in man la penna tolsi,
3.2drizzando a voi queste mie note amiche,
3.3non per troncar quel nodo onde mi sciolsi
3.4né per curar le salde piaghe antiche:
3.5tardi allor per consiglio a voi mi volsi
3.6e fùr le stelle al mio desir nimiche;
3.7onde ne porto al viso un segno impresso,
3.8per cui mai sempre in odio avrò me stesso.
4.1Ogni passato danno a dietro lasso,
4.2che ricovrar non puote ingegno umano;
4.3ché navilio dal mar battuto e lasso,
4.4poi ch'è già rotto, arriva al porto invano;
4.5tardi ancora si chiude al ladro il passo,
4.6poi che via fugge col tesor lontano:
4.7e, raccontando a voi queste passioni,
4.8direste: — Ben tu vuoi gridar coi tuoni.—
5.1Ciò non cerco io, ma perché fui del petto
5.2bersaglio un tempo a questo iniquo arciero,
5.3or sento drento a lui nuovo sospetto
5.4che mi face tremar tutto 'l pensiero;
5.5ch'il braccio, avvezzo a far l'usato effetto,
5.6l'arco ripiglia e, s'io comprendo il vero,
5.7par ch'a me tenda, e d'ora in ora sento
5.8lo stral percuoter l'aria e 'l capo drento.
6.1E ben, lasso! vegg'io ch'al primo assalto
6.2da quel crudel sarò piagato e vinto:
6.3so quanto io vaglio; io non ho 'l cuor di smalto,
6.4ché più di un strale ha nel mio sangue tinto,
6.5e stan sospese le mie spoglie in alto
6.6sopra il mur del suo cieco labirinto,
6.7e, di vittoria certo, ei già disegna
6.8de' miei danni spiegar l'ultima insegna.
7.1Ond'io, com'uom che non aspetta altronde
7.2più saldo aiuto o più fedel consiglio
7.3che da voi sol, cui grazia il cielo infonde
7.4(ché non soggiace a l'amoroso artiglio
7.5il vostro saggio petto, anzi confonde
7.6gli statuti di Venere e del figlio),
7.7a voi mi volgo e nel mio dir conchiudo
7.8ch'armiate il petto mio del vostro scudo.
8.1Scudo vostro saranno i saggi detti
8.2d'alto saper vestiti e chiare prove
8.3e la grave eloquenza che dai petti
8.4ogni ostinato cuor volge e rimove,
8.5da levare a Giunon tutt'i sospetti
8.6e porre in odio il suo troiano a Giove
8.7e far che Vener sia da Marte sciolta
8.8e ch'Amor fugga Psiche un'altra volta.
9.1Or se maggior pensier seco vi tira,
9.2deh, vogliate per me porlo in disparte
9.3e, con quel gran favor che 'l ciel vi spira,
9.4di rime ornar le desiate carte;
9.5Febo vi porge a mezzo de la lira
9.6e dal vostro Ulpian tutto diparte;
9.7né mi mancate, ch'in servizio vostro
9.8il sangue spenderò non che l'inchiostro.
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