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II

Filippo Lapaccini (????–????)
Poesie

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1.1L'eccelsa fama tua pel mondo sparsa,
1.2milite glorïoso, al dir m'induce
1.3parte di tue virtute alte e supreme,
1.4ben ch'ogni penna serìa stanca e scarsa,
1.5ed ogni mente a contemplar la luce
1.6che 'n te resplende ed ogni ingegno teme.
1.7Benedetto sia 'l seme
1.8ch'al mondo pose così dolce frutto,
1.9per far felice tutto
1.10el secul nostro e d'oro ancor l'etade!
1.11O fior di nobiltade,
1.12qual chiama ogn'om con verbe alte e leggiadre:
1.13gloria del mondo e de la patria padre!
2.1Quale al mondo fu mai che 'n teneri anni
2.2meritasse quel nome, el quale acquisti
2.3per mantener la gran virtù paterna?
2.4Chi mai sostenne per la patria affanni
2.5quanto el tuo degno padre? E signi visti
2.6ne son per la sua fama tanto eterna;
2.7in lui par si discerna
2.8nome di degno, e l'opra corrisponde.
2.9Tu drieto alle sue onde
2.10reten l'opre laudabile e' costumi,
2.11non per posarsi in piumi,
2.12ma per degno essercizio in tempo verde,
2.13sì che 'l tuo nome mai fama non perde.
3.1Ne' boni accrescon le virtù laudate,
3.2perché parte è del premio che s'aspetta,
3.3quantunque debol sia a tanto volo;
3.4e le debite laude a te sol date
3.5ti faranno con voglia alta e perfetta
3.6pronto l'occhio fermare a l'alto polo,
3.7famoso al mondo solo,
3.8vago, leggiadro, bel, fermo e costante;
3.9opre degne, alme e sante
3.10sempre hai seguite e segui, tal ch'al mondo
3.11avrai già mai secondo,
3.12temuto, amato ed onorato tanto
3.13che darsi alcun già mai potrà tal vanto.
4.1Onde 'l summo Pastor, di Pietro erede,
4.2per confirmarti e crescer nel domìno,
4.3per l'opre tue iustissime e virili,
4.4cognosciuto l'amor, l'intiera fede,
4.5la qual ti porta el popul pelegrino,
4.6ogn'altro move degli usati stili.
4.7Così sempre gli umìli
4.8sono essaltati, e gli alteri e potenti
4.9son tra le basse genti
4.10messi e deposti de le sedie loro.
4.11Però questo tesoro
4.12de l'umiltà da te non si scompagni,
4.13ché là sta ben, nei cor gentili e magni.
5.1Nova progenie è giù dal ciel discesa,
5.2el secul si renova e son le legge
5.3già di Saturno retornate in terra.
5.4Più tua patria non teme al mondo offesa,
5.5ma come Scipïon salvò sua gregge,
5.6tu la tua salvarai da morte e guerra.
5.7E so ben che non erra
5.8chi dice el nome tuo star sempre vivo,
5.9magno, reale e divo,
5.10gratissimo a colui che con suo zelo
5.11ti segue in caldo e 'n gelo
5.12con fede intègra, o uom sanz'altro equale,
5.13più ch'Alessandro o Cesar liberale.
6.1Però, spirti gentil, ch'in tante carte
6.2poetezzando avete e tanto scritto,
6.3movetevi a cantar d'un tanto viro,
6.4divo più in terra che 'n ciel Giove e Marte,
6.5ché l'uom più degno fa, più degno è ditto.
6.6Però nessun di dir sazi el disiro;
6.7novo roman Papiro,
6.8anzi Muzio novel col gran coltello,
6.9o 'l gran Fabio o Marcello
6.10ci parra' ancor per tempo in gioventute,
6.11certa fida salute,
6.12colonna vera del tuo popul degno,
6.13tal che tanto non merta el mondan regno.
7.1E come 'l gran tesor lassò Fabrizio
7.2per acquistare onor, che mai fia spento,
7.3e per la patria sua tenere in pace,
7.4così per la virtù lassato hai 'l vizio,
7.5sendo a l'onor più ch'al tesoro intento,
7.6amando el ben comun che tanto piace,
7.7Cato giusto e verace,
7.8robusto al falso, al bon pietoso Enea,
7.9fidele a Citerea,
7.10ispecchio e lume al viver d'i mortali,
7.11che con le tue sante ali
7.12hai fatto tra i viventi molte prove
7.13da volare al tuo fine in grembo a Giove.
7.14— Canzone, el tuo parlar pien di giustizia
7.15farà da molti amarti e tener cara,
7.16ch'assai è da piacer chi parla el vero.
7.17Però t'invia innanzi a sua milizia
7.18e genuflesso a lui parla e dechiara
7.19quanto in sua gentilezza sempre spero,
7.20e con l'animo intiero
7.21dirai: «El mio fattor, che mi ti manda,
7.22a te, che tanto pòi, si racomanda».
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