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Filippo Lapaccini (????–????)
Poesie

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1.1Avea il pianeto già freddo e notturno
1.2fatto gran parte del suo gran cammino,
1.3quando gli amanti più infiammati furno.
2.1Ave' il signor famoso, alto e divino
2.2alie di perle e palle per colei,
2.3per cui sì bel si mostra in tal confino.
3.1Non potêr mirar fiso gli occhi miei
3.2tante mirabil cose e sì gran luce,
3.3che rendono i begli occhi di costei.
4.1El signor che gli amanti là conduce
4.2gli fé dall'altra banda tornar dove
4.3partiti s'eran pria sotto tal duce;
5.1poi tal romor, che quando tona Giove
5.2no ne fa tanto quanto questi appena,
5.3perché gli amanti volean far lor pruove.
6.1E poi che 'l Cavallin colla man piena
6.2passato è via coll'aste e rotta quella,
6.3mi volsi a risguardar con forte lena;
7.1una figura assai leggiadra e bella
7.2vid'io e tutta dall'arcion sospesa,
7.3e dice sempre «Amore» in sua favella.
8.1Costui che segue così alta impresa
8.2era Andrea Bon, che forte passa via
8.3coll'aste in mano e con la faccia accesa.
9.1Mentre che sì veloce e fier venìa,
9.2a mezzo il suo cammin quell'aste china
9.3e ruppe quella e 'n pezzi in alto gìa;
10.1e ogni suo sergente s'avicina
10.2tanto ch'al fin della sua strada giunse
10.3colla sua luce diva e pellegrina.
11.1Po' Pier Vespucci udi', che 'l caval punse,
11.2che far voleva la pruova seconda,
11.3dove per fama sé molto alto assunse.
12.1Coll'aste in man dorata sua gioconda
12.2passa sì forte che mai fiera alcuna
12.3non corre in bosco sì ben rubiconda;
13.1e come destin volse o suo fortuna,
13.2a mezzo il corso egli abassò la lanza
13.3e 'n pezzi la fé gir nell'air bruna.
14.1L'amante terzo con la sua baldanza
14.2e pien d'ardir con l'aste d'oro in mano
14.3toccò il caval per mostrar suo possanza.
15.1Mentre che sì feroce va pel piano,
15.2si sente — Pucci! Pucci! — gridar forte,
15.3e così passa in tempo momentano.
16.1Chinò la lanza e sì di fiera sorte
16.2Lodovico de' Pucci en pezzi mille
16.3volar la fé ver la celeste corte;
17.1così menando va fiamme e faville,
17.2tanto che giunto fu dall'altra parte,
17.3d'amor mostrando assai varie scintille.
18.1Po' co' l'alta infruenzia di dio Marte
18.2si mosse il Marsupin pien di tempesta,
18.3ritto in istaffe seguitando l'arte;
19.1la lancia in pugno, e' punto non s'arresta,
19.2ma va come saetta d'arco spinta,
19.3chinando l'aste alla parte terresta.
20.1Quella abassò come persona cinta
20.2d'ogni adornezza, e 'n pezzi verso il cielo
20.3la fé volare, essendo l'aer tinta.
21.1E un, ch'a ogni luce ha posto il velo,
21.2uman, benigno, affabile e cremente,
21.3vidi muover allor con pronto zelo.
22.1Quant'io restai di sua biltà stupente
22.2non domandar, ma la città del Fiore
22.3per questo oggetto par bella e florente.
23.1Costui passava via con più furore
23.2che non fa Giove irato quando tona
23.3con alcun periglioso suo fulgore.
24.1Così ne' fianchi il suo corsier isprona,
24.2co' be' sergenti sempre a lui vicini,
24.3e — Viva l'Altovito! — si ragiona;
25.1coll'aste bassa va sopra' confini,
25.2a mezzo il suo camin in pezzi quella
25.3al ciel mandolla e segue i suoi cammini.
26.1Così passò quest'amorosa stella,
26.2ond'io senti' il romor dell'altro amante
26.3— Bartolin! — dir dal popol che favella.
27.1Bartolomeo con le suo gente tante
27.2toccò il cavallo e va ferocemente,
27.3essendo sempre ' Amor suto costante,
28.1la lancia bassa e ritto in sul corrente,
28.2e chinò quella a mezzo il suo cammino;
28.3fell'ire in pezzi al ciel velocemente.
29.1E poi senti' con dolce e bel latino
29.2«Girolami!» gridar con voce scorta,
29.3amante bel, leggiadro e peregrino.
30.1Né era sua speranza morta o spenta,
30.2ma passa via coll'aste d'oro in mano
30.3col suo corsier, che sì veloce il porta;
31.1così Francesco mio ne va in sul piano
31.2e a mezzo il cammin quell'aste china:
31.3mandolla in pezzi inverso il ciel sovrano.
32.1Or qui incomincia la maggior rüina,
32.2perché Andrea Carnesecchi s'è rivolto,
32.3tal che per fama infino al ciel cammina.
33.1È tutto dall'arcion sospeso e alto
33.2coll'aste in man dorata il damigello,
33.3né mai si vidde il più leggiadro volto.
34.1Tocco il cavallo, è drieto il suo drappello
34.2de' be' sergenti, che volèn seguire,
34.3e 'n boschi e 'n poggi e 'n pian seguivan quello.
35.1E com'a mezzo il corso e' può apparire,
35.2chinò la lanza, come gli altri in prima,
35.3e fella in tronchi mille al ciel salire.
36.1Poi senti' tuon d'assai maggiore stima,
36.2però che 'l valoroso e gran signore
36.3volea salir per fama in sulla cima.
37.1Sergenti assai dintorno al corridore
37.2Marabottin, Manetti ed altri assai
37.3dicien: «Viva de' Benci il gran valore!»
38.1Com'io ti dissi, tal tesor che mai
38.2s'era tal visto al mondo avea dintorno
38.3per più piacere a sì fulgenti rai.
39.1Mentre che 'n questo loco fa soggiorno,
39.2ritto in istaffe sopra al suo Leardo,
39.3dice: «Amor, quando in libertà ritorno?»
40.1E poi toccò il corsier fiero e gagliardo
40.2Bartolomeo e passa com'un vento,
40.3né creda alcun che sia pigro né tardo;
41.1e, giunto a mezzo il corso, in un momento
41.2chinò la lanza e fella al ciel volare
41.3en pezzi mille e sanza impedimento
42.1giunse dall'altra parte e fé chiamare
42.2tutt'i leggiadri amanti e' lor sergenti
42.3e fegli a mezzo 'l corso ritornare.
43.1E costor d'ubbidir furon contenti.
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