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Filippo Lapaccini (????–????)
Poesie

PoeTree.it

1.1Invitto trïonfante e sacro Amore,
1.2che 'n terza spera trïonfando regni,
1.3vittorïoso arcier, sommo signore,
2.1oggi il tuo gran valor non si disdegni,
2.2ma scalda il petto mio con quello strale
2.3che 'nfiammò già il pastor degli occhi degni.
3.1Voi, sante suore, se 'l mio priego vale,
3.2prestate tanto a me di vostra aita
3.3che 'l camin truovi onde al cielo si sale.
4.1Era da noi la gran luce partita
4.2e già imbrunito tutto il nostro corno
4.3e ogni stella fuor co' raggi uscita,
5.1quando per la mia patria andando intorno,
5.2pensando ' Amor che libertà mi tolse,
5.3nella qual mai non pote' far ritorno,
6.1e giunto al loco là dove Amor volse
6.2per rimirar colei ne' suo sembianti,
6.3che tanti già legò né mai li sciolse,
7.1i' posi fine a' dolorosi pianti,
7.2e quai sostenni sotto tal signore,
7.3e conversi i sospiri in dolci canti.
8.1Mentre che tanto gaudio istava al core,
8.2i' volsi in alto gli occhi e risguardai
8.3chi può far bello il ciel col suo splendore.
9.1Ed eran sì fulgenti i suo bei rai
9.2ch'ogni vista aquilea restere' vinta,
9.3né luce tal si vide unquanco mai.
10.1Pareva l'alma d'esto corpo spinta
10.2per la biltà infinita di colei
10.3ch'è di sì gran valore e virtù cinta.
11.1«O sacri, o santi, o giusti, o alti iddei,
11.2— inverso il ciel diss'io con tal parole —
11.3voluntà parla, miserere mei!
12.1Non moverai delle superne scole?
12.2O in giovenco o in bifolco o 'n bove
12.3cangia tua forma' acquistar tanto sole!
13.1O figliuol di Saturno, o sommo Iove,
13.2pàrtiti della tua più somma spera,
13.3torna per questa alle tuo antiche pruove! »
14.1Così guardando questa donna altera
14.2di tante ninfe circundata intorno,
14.3ma la sua diva luce ogn'altra impera,
15.1i' ho già visto Febo a mezzo 'l giorno,
15.2quando più l'orizzonte nostro scalda,
15.3non lucer quanto questa al nostro corno;
16.1né nel regno di Pluto bolle falda
16.2quant'io nel petto il sangue mi sentìa,
16.3né la mie mente vi potea star salda.
17.1« O donna, a cui Fortuna è tanta pia,
17.2o gloria, o fama, o trïunfante onore
17.3del sangue Strozza, o ben che si disia! »
18.1diss'io ripien d'un amoroso ardore,
18.2e mai non volsi gli occhi in altro loco
18.3ch'a rimirar di questa il suo splendore.
19.1E mentre ch'io posavo in tanto gioco,
19.2mi giunse per un tuon tanto spavento
19.3ch'ogn'altro gran parlar sarebbe poco;
20.1perch'io fermai a quello udire intento,
20.2ond'io senti' gridare ad alta boce:
20.3«Amore, Amor!» da ciaschedun contento.
21.1Poi viddi la gran turba in quella foce
21.2in là voltarsi, gridando: «Che fia?»
21.3e tal facea delle braccia croce.
22.1Ond'io verso il romor tolsi la via
22.2e, giunto per veder, fra tanti umani
22.3vidi nuovo splendor che risplendia.
23.1Molt'angeliche trombe in su que' piani
23.2senti' sonar con molti altri strumenti,
23.3ch'arien forza a far gli altri tutti vani;
24.1ond'io fermai a ciò gli orecchi intenti
24.2a tanta melodia, ch'i' non saprei
24.3porgerl'a pien co' mie versi seguenti.
25.1Stelle pianeti cieli uomini e dèi
25.2eron ripien d'una sì gran dolcezza
25.3che saperne dir parte i' nol potrei.
26.1Po', colla vista chiara di franchezza,
26.2m'accosta' io per me' veder coloro
26.3che van per fama alla celeste altezza.
27.1Quanto più presso m'accostavo a loro
27.2di tanto maggior gaudio ero repleto
27.3ed era più coperto il tenitoro;
28.1e quel che m'era in tutto ancor segreto
28.2mi fece l'occhio a punto manifesto
28.3e 'l trïunfo e la gloria, ond'io fu' lieto,
29.1ch'i' vidi gente in su l'omor terresto
29.2con doppier tanti, essendo ancor lontano,
29.3che 'l creder mi parrebbe men ch'onesto.
30.1Tutta Firenze bella, il poggio e 'l piano,
30.2era di tanta festa e gaudio piena
30.3che nollo scriverebb'ingegn'umano.
31.1Della gente fiorita e nazerena
31.2sentivi già sonagli e corridori
31.3e 'l gridar della gente che gli mena.
32.1Rendevan que' doppier tanti splendori
32.2che Troia ardendo non ne mostrò tanti
32.3al fin degl'infiniti suoi dolori.
33.1Di passo in passo si facea davanti,
33.2per far onor e cultivar colei
33.3che ha già tolta libertad' a tanti.
34.1Tanta gente vid'io ch'i' nol potrei
34.2trattarne a pieno in versi, in prosa o 'n rima,
34.3ché tedio agli audienti porgerei.
35.1Vidi nove scudier di tanta stima
35.2sopra nove corsier di tal misura
35.3che ma' alcun altro giunse a quella cima;
36.1e ciascuna leggiadra, alma figura
36.2have tanti sergenti sempre intorno
36.3che n'occupavan tutta la pianura.
37.1E tanto questi amanti oltre passorono
37.2che giunson là dove colei posava,
37.3ov'a sua servitù più si legorono;
38.1e «Benci! Benci!» forte si gridava,
38.2perché Bartolomeo n'era il signore,
38.3che tutti gli otto amanti oltre guidava.
39.1E un, che pare Marte acorridore,
39.2coll'aste in man faceva far la via
39.3con furia, con tempesta e con romore.
40.1E, così stando tanta compagnia,
40.2dall'un de' lati quegli amanti stanno
40.3infin ch'altro romor lì si sentia,
41.1qual era Amor nel trïunfante scanno.
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