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1.1Or che già la stagion fiorita e bella
1.2fa tutte intorno rallegrar le cose,
1.3e i pesci e i pescatori allegri e pronti
1.4correndo vanno in questa parte e in quella,
1.5e le lor ninfe di ligustri e rose
1.6sulla riva del mar cingon le fronti;
2.1ora ch'ogni animal lieto s'abbraccia
2.2col suo compagno in su le verdi erbette,
2.3e la tenera vite dell'uomo appresso
2.4stretto lo tien con amorose braccia,
2.5e di soavi e belle lagrimette
2.6per lo dolce piacer il bagna spesso;
3.1sol io, lontan da' conosciuti liti,
3.2mesto, dolente, abbandonato e solo,
3.3la mia perdita piango e la mia ninfa.
3.4Qual altro pescator fia che s'additi
3.5che tante abbia cagion d'amaro duolo,
3.6sia pur di questa o di remota linfa?
4.1Son io Sebeto, il pescator sì vivo,
4.2che in su la spiaggia de la gran sirena
4.3così lieto garzon fui già creduto?
4.4Quel che, col suono e col cantar giulivo,
4.5fuori dell'onda in su la secca arena
4.6i più timidi pesci avrìa tenuto?
5.1Son colui che in pescatorii giochi
5.2sovr'ogn'altro compagno il pregio ottenni
5.3e ch'a ingannar coll'esca e colla rete
5.4i semplicetti pesci avea sì pochi
5.5uguali in sulla riva ond'io qua venni?
5.6O canne, o reti mie, non più vedrete
6.1il vostro pescatore, e, se 'l vedeste,
6.2non credereste mai che desso i' fia!
6.3Or vengan pur le grosse tinche a riva
6.4coi lascivetti lucci, e colle preste
6.5occhiate i persici, ora la mia
6.6fiocina giace irruginita e priva
7.1d'una man che la spinga, e 'l mio tridente,
7.2fitto laggiù nell'arenoso fondo,
7.3d'alga e di musco si ricopre intorno.
7.4Ahi misero Sebeto, e chi ti sente
7.5alleviar colla voce il grave pondo
7.6di quel mal che ti preme e notte e giorno?
8.1Questo lito, quest'onda e queste piante
8.2non t'odon già; chè se potesse udirti
8.3una cosa insensata, udresti ancora
8.4le scabre selci alla tua foce infrante,
8.5e l'onde algenti, e quest'incolti ed irti
8.6alber aspri ululati mandar fuora,
9.1accompagnando i tuoi tristi lamenti.
9.2Ma voi, veloci pesci e leggiadretti,
9.3che per quest'acque ognor scherzando andate,
9.4se mai vi fece andar più tardi e lenti
9.5Amor che incende ancora i vostri petti,
9.6abbiate voi del mio dolor pietate.
10.1Quell'io ch'un tempo mi credei felice
10.2sovr'ogni pescator che 'n onda peschi,
10.3or sono a tal colpa d'Amor, ch'io stimo
10.4uom non esser in riva od in pendice,
10.5cui peggio Amor colla sua pania inveschi
10.6dal principio del core infino all'imo.
11.1Ove son iti que' felici giorni,
11.2quando soletto nella mia barchetta
11.3la rete a' pesci in sul mattin tendea,
11.4senza ch'un labbro o due begli occhi adorni
11.5mi ferissero il cor d'aspra saetta?
11.6Ben sciolto allora a mio piacer godea,
12.1lieto cantando in su le rive amene,
12.2e dolci balli colle ninfe bionde
12.3e co' leggiadri pescator tessendo
12.4al suon di corde e d'incerate avene.
12.5Ma poichè Amore il suo velen m'infonde,
12.6fin dentro al sen i' vo sempre piangendo;
13.1sicch'io non spero di trovar riposo
13.2perfin ch'i pesci di quest'onde fuori
13.3uscir non veggia, e gir volando intorno.
13.4Poichè i begli occhi e 'l bel volto amoroso
13.5più non riveggio, onde n'uscian splendori
13.6che rendean da per tutto un chiaro giorno.
14.1Ben ebbe un cor di fiera tigre o d'orso
14.2colui ch'al mondo quel bel lume tolse
14.3che nel mio cor sì dolce stral confisse.
14.4Deh perchè non correste in suo soccorso,
14.5belle ninfe del mar? Perchè non volse
14.6Nettuno il ferro, e l'uccisor trafisse?
15.1Ma lasso! indarno il mio dolor mortale
15.2vo disfogando ai duri sassi e all'onda,
15.3i quai nè senso nè pietà non hanno:
15.4e 'l mio nemico Amor vieppiù m'assale,
15.5e con vista più lieta e più gioconda
15.6par che si rida del crudel mio danno.
16.1Io starò qui su quest'ignota piaggia
16.2sol fra me rammentando il rio destino,
16.3finchè l'aspra mia vita il duol mi tolga:
16.4e se fia mai ch'un dì qui a giugner aggia
16.5qualche buon pescator d'altro confino,
16.6fra poche pietre il cener mio raccolga.
17.1Così non fia che in riva d'Acheronte
17.2andar mi faccia il rigido nocchiere,
17.3vagando ancor nel sempiterno orrore;
17.4e 'l mio cadaver sottoposto all'onte
17.5qui non rimanga dell'ingorde fiere,
17.6miserando spettacolo d'amore.
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