about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1Dunque, Ninfa crudel, dunque a' miei versi
1.2non vuoi porgere orecchio, e vuoi ch'io pèra
1.3con tanto pianto onde il mio volto aspersi?
2.1Ben di natura sì maligna e fiera
2.2son pesci in mar fra i ceti e le balene,
2.3che allor senton piacer quand'uom dispera.
3.1Ben cantan più gioconde le sirene,
3.2mentre s'avveggon che l'incauto pino
3.3allettato dal canto a lor sen viene.
4.1E va tanto correndo il bue marino
4.2sopra 'l veloce notator, che 'l vede
4.3provar nell'acque l'ultimo destino.
5.1Ma come tanta crudeltà risiede,
5.2ninfa, in te che non sei di squame cinta,
5.3e non hai fesso in doppia coda il piede?
6.1Al men t'avesse il tuo furore sospinta
6.2a saziarti un dì del sangue mio
6.3e a lasciar questa vita un giorno estinta.
7.1Ma, lasso, il core hai sì crudele e rio,
7.2che, più spietata dei marini mostri,
7.3conceder non mi vuoi quel che desio.
8.1Alfin andrò negl'infernali chiostri,
8.2quando sii sazia de' tormenti miei,
8.3e fia ch'a dito allora ognun ti mostri.
9.1— Costei, — diranno i pescator, — costei
9.2fece morire il misero Licone;
9.3punitela dal cielo, o sommi dèi. —
10.1Vedi Mopso, Dameta e Celadone
10.2ch'amati essendo dalle ninfe loro,
10.3cantan pe' liti ognor dolci canzone.
11.1Son io forse men bello di costoro?
11.2Ho pur le luci al color dell'onde,
11.3ho pur le chiome del color dell'oro.
12.1E se nel volto mio non si diffonde
12.2quel bel vermiglio che la guancia tinge,
12.3per la tua crudeltate egli s'asconde.
13.1Pur nessuno di loro i flutti cinge,
13.2com'io, con tante e sì diverse reti;
13.3nè contra i pesci tanti ferri stringe.
14.1E sai ben tu se 'l padre mio mi vieti
14.2d'andar col pesce alla città sovente;
14.3onde i giorni trarrei felici e lieti,
15.1poich'io compro or un fiasco, ora un tridente;
15.2e se 'l denaro il genitor mi chiede,
15.3tosto cento e più scuse io volgo in mente;
16.1e gli vo raccontando, ed ei se 'l crede,
16.2o che 'l perdei, nel ritornar per via,
16.3o che mancante il comprator mel diede.
17.1E se non fosse così cruda e ria
17.2qual meco è sempre, la mia pescatrice,
17.3spesso qualche bel dono anch'ella avrìa.
18.1Ma come mai, come sperar ciò lice,
18.2se questa fèra impietosir non ponno
18.3tanti sospiri che 'l mio petto elice?
19.1Quando fia mai quel dì che in lieto sonno
19.2riposar mi sia dato, e in me si posi
19.3colui ch'è del mio cor signore e donno?
20.1Ahi! che prima vedrò gl'impetuosi
20.2carabi pace aver colla murena,
20.3e l'anzie andar co' labraci spinosi,
21.1pria di state vedrò bianca la Mena,
21.2ch'io possa dire un dì: — Quest'è quel giorno,
21.3quest'è l'ora ch'io debba uscir di pena. —
22.1Ben diece volte ha rinnovato il corno
22.2Cinzia dal cominciar de' miei lamenti;
22.3eppur mai sempre a querelarmi io torno,
23.1e se co' remi faticosi e lenti
23.2guidando vo la piccoletta barca,
23.3o se distendo la mia rete ai venti.
24.1E non è ninfa così al pianger parca
24.2che, nell'udirmi sospirar, non abbia
24.3di lagrime la guancia umida e carca.
25.1Talor mi getto in sulla nuda sabbia,
25.2e vo la dura terra e i duri sassi
25.3per lo dolor mordendo e per la rabbia.
26.1Nè val che un qualche pescator che passi
26.2pietoso mi sollevi e dia conforto,
26.3perchè accrescendo il mio dolor più vassi.
27.1L'altrier, pensando al mal che in seno io porto,
27.2ahi disperato! fui per affogarmi,
27.3s'un mio compagno non si fosse accorto,
28.1che, veggendomi all'onde avvicinarmi
28.2in viso smorto e nel guardar travolto,
28.3non so dove lontan venne a menarmi.
29.1E di certo, o crudel, non andrà molto
29.2che in fondo all'acqua estinto mi vedrai,
29.3comunque io siami o disperato o stolto.
30.1E forse allor qualche pietate avrai
30.2del mio misero caso, alfin bagnando
30.3di qualche lagrimetta i tuoi be' rai.
31.1Ma v'è nel Nilo un fier dragon che, quando
31.2ha divorato l'uomo, al fin sen giace
31.3sopra l'ossa spolpate lagrimando.
32.1Nè piange, no, la belva aspra e rapace
32.2per pietà; ma perchè più non ritrova
32.3ond'empiere la bocca aspra e vorace.
33.1Tal s'avverrà ch'a te dagli occhi piova
33.2stilla di pianto sul mio caso amaro,
33.3ciò non fia per pietà che 'l cor ti mova;
34.1ma perchè del mio strazio a te sì caro
34.2non potrai saziar quel fiero petto,
34.3in crudeltà sì mostruoso e raro.
35.1Sotto qual clima e sotto quale aspetto
35.2di fiera stella il primo dì vedesti,
35.3e qual tana ti diè la culla e 'l tetto?
36.1Certo in mezzo del mare, empia, nascesti
36.2fra l'orche e le balene e le pistrìci,
36.3e dalle poppe loro il latte avesti;
37.1e fra i pesci dell'uomo i più nemici
37.2conversasti mai sempre, e l'ariete,
37.3la tuli e lo scorpion ti fûro amici.
38.1Ma poss'io perder la più bella rete,
38.2se non ti penti un dì di tanta asprezza,
38.3poichè andate saran l'ore più liete.
39.1Allor maledirai la tua fierezza,
39.2e ti dorrai di non avere il frutto
39.3goduto a tempo della tua bellezza.
40.1Empia, ma che farai, poichè distrutto
40.2fia lo splendor che subito si strugge,
40.3fuori che consumarti in rabbia e 'n lutto?
41.1Siccome acciuga al foco, si distrugge
41.2vostra frale beltà, donne superbe,
41.3e com'onda del mar sen passa e fugge.
42.1Abbi dunque pietà delle mi' acerbe
42.2pene, o leggiadra pescatrice e bella,
42.3e vienne meco a riposar sull'erbe.
43.1Così non ti dirò più cruda e fella,
43.2nè delle fiere o dei marini pesci
43.3più dura, più spietata e più rubella.
44.1Prendi l'esca e la canna, o bella, ed esci
44.2qui dove io giaccio in su la mia barchetta,
44.3e in quest'acqua i tuo' rai confondi e mesci.
45.1Qui l'onda pura, cristallina e schietta,
45.2a far preda di lucci e di carpioni
45.3le pescatrici e i pescatori alletta.
46.1Vieni: ho serbato un cestellin d'agoni
46.2ch'in una tratta ho presi stamattina,
46.3e vo' che sien, se qui verrai, tuoi doni.
47.1Ma lasso! a che pregar? Costei s'ostina
47.2tanto contra di me, quant'io mi doglio;
47.3e sono i preghi miei l'onda marina,
48.1che in van batte e ribatte in uno scoglio.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)