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1.1Oh oh vedete s'i' son pronto a scrivere
1.2a' cari amici miei, signor Fantastico?
1.3Quattro corsi di luna ancor non compiono
1.4dacchè voi ne lasciaste inconsolabile,
1.5ch'io son tosto da voi con una pìstola.
1.6— O buon! — direte: — che maniera nobile
1.7di scusarti gli è questa, Astratto amabile? —
1.8Ma pian, barbier; chè, se vorrete intendere
1.9quel chi' vo' dir, son certo scuseretemi.
1.10In primis>, quel cotal che preso avevasi
1.11lo 'mpegno di cercar quel prete eccetera,
1.12è andato tutto giorno abbindolandomi
1.13e di oggi in doman sempre traendola,
1.14ch'i' n'era quasi divenuto sazio.
1.15Pure alla fine spiattellato dissemi
1.16che 'l prete era impegnato, ed altre chiacchiere,
1.17da far morir di stizza un uom che supplica.
1.18Onde pensar potrete quanti cancheri,
1.19quanti malanni e quante pesti e fistoli
1.20i' gli agurassi in sulla testa subito.
1.21Allor m'accorsi io ben di quel proverbio
1.22che dice che costor che troppo abbaiano,
1.23solo di vento il corpo si riempiono.
1.24Quest'è una vera escusazion legittima,
1.25che val per quante mai potessi addurvene.
2.1Ma perchè voi siete un ser tal difficile
2.2a credere alle prime cacabaldole,
2.3ce ne vorrebbe al meno un'altra simile,
2.4ma, diacin, dove mai la debb'io prendere?
2.5Eh via! che risoluto son di dirvela.
3.1Dunque sappiate che Monna Pigrizia
3.2mi s'è fatta sì amica ed amorevole,
3.3che lontano da quella io mai non trovomi;
3.4ed è così vezzosa e carezzevole,
3.5che mi fa tutto imbietolir e struggere.
3.6Oh se voi la vedeste quando giacesi
3.7in letto meco, come stretto pigliami,
3.8e al collo mi s'attacca ed aggavignasi,
3.9ch'e' non c'è modo ch'i' mi possa movere!
3.10Talor mi grappa stanco in s'una seggiola,
3.11e così forte per le braccia stringemi,
3.12sì che mi scappa di studiar la voglia.
3.13Di mezzo giorno sur un letto sdraiomi
3.14a gambe aperte col civile all'aria,
3.15ed ella pronta al lato mio si corica,
3.16e mi fa certe carezzoccie amabili
3.17ch'i' sento andarmi tutto il core in succhio.
3.18In sulla sera poi ella dilettasi
3.19di venirsene meco a pigliar aria
3.20verso la porta che conduce a Bergomo:
3.21onde n'andiamo adagio adagio, dandole
3.22io 'l braccio, e lietamente discorrendola.
3.23E vi so dir ch'ell'è una bella giovane,
3.24ben tarchiata, ritonda e sì vermiglia
3.25che la pare una mela propio propio.
3.26Oh se vedeste come gnene pèrdono
3.27dietro gli occhi coloro che la guatano!
3.28Principalmente que' che sempre stannosi
3.29il giorno intero a scriver negli studii,
3.30e tutti gli artigian che s'affaticano
3.31nelle botteghe a far loro opre varie!
3.32Nè solo i ricchi mercatanti e gli orafi,
3.33ma i facchini, i mugnai, i pizzicagnoli
3.34e tutte queste razze la vorrebbono.
3.35Or s'io n'ho la ragion, consideratelo,
3.36e se con una compagnia sì nobile
3.37poss'io trovar una buon'otta a scrivere.
3.38Or ch'io son certo che perdoneretemi,
3.39non occor ch'io mi fermi in altre chiacchiere,
3.40chè già fatta ho un'agliata arcigrandissima.
3.41Ma gnaffe, messer no, tacer non voglio,
3.42e intanto che la Musa in testa frugami,
3.43vo' cicalar finchè mi pare e piacemi,
3.44poichè alla fine tanto se ne sa
3.45a mangiarne uno spicchio quanto un aglio.
4.1Or dite, signor mio, come passatela?
4.2Si va a spasso, si gode, o pur si studia?
4.3Sopra i libri ci vien suso la polvere,
4.4o si rompon leggendoli o si strappano?
5.1Ho inteso dire che l'Avvento prossimo
5.2ha a toccare a voi a far le prediche.
5.3Bravo bravo, studiate, affaticatevi
5.4e 'l sapere ch'avete in quel cocuzzolo
5.5mettetelo in palese, dimostratelo,
5.6e sgridate i villani, e convertiteli.
5.7Ma l'ora è tarda, e 'l nostro messer Pagolo
5.8m'aspetta presto a casa colla lettera.
5.9Iddievidielbondie, signor Fantastico;
5.10vi fo una sberrettata profondissima,
5.11e vi bacio la mano dottorevole.
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