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1.1Oh poffare! ser Cecco, i' son rimasto
1.2proprio come s'io fossi senza un corno:
1.3non mi sa buono nè dormir, nè pasto.
2.1Io vo pur dietro a sbirciare d'intorno,
2.2per vederti una volta, vezzo mio;
2.3ma in van io guato e di notte e di giorno,
3.1tu se' scappato senza dirmi addio;
3.2e starai lieto, e farai buona ciera,
3.3mentr'io ti cerco a oriente, a bacìo.
4.1Doh! che gli venga un orco, una versiera,
4.2e se lo portin via quel can, quel tristo,
4.3cagion che tu ne desti buona sera.
5.1Giuro sul berrettin dell'Anticristo
5.2ch'i' vorre' proprio colle man sbranallo,
5.3se 'l conoscessi, se l'avessi visto.
6.1Al corpo, al sangue, ch'i' vorre' cacciallo
6.2dentro 'n un cesso, dentro 'n una fogna,
6.3a far co' vermi e colle bòtte un ballo.
7.1Non ti par egli degno d'una gogna,
7.2d'un cartoccio turchin, d'un asinello
7.3e d'una frusta, e d'una gran vergogna?
8.1Ma ritorniamo a te, ser Cecco bello:
8.2come va la faccenda? E la signora
8.3ti fruga nel pensier, di dà martello?
9.1Vatt'ella consumando ad ora ad ora,
9.2povero meschinello, poveraccio,
9.3oppure ti dà sosta una qualch'ora?
10.1Tu senti tu del caldo, oppur del ghiaccio?
10.2Se' vivo, sano, verde come un aglio?
10.3Oppure se' ravvolto in uno straccio?
11.1I' ho tanta paura che mi quaglio
11.2allor ch'io penso a cotesto tuo stato,
11.3e mi pare d'avere addosso un maglio.
12.1Ma spero che rimedio arai trovato
12.2a questo rodimento maladetto,
12.3e quel gran ruzzo te l'avrai cavato.
13.1Se no, cerca di trarre alcun diletto
13.2da qualche foresozza ben tarchiata
13.3ch'elle sono, per Dio, di core schietto.
14.1Falle col chittarrin la serenata,
14.2ch'e' non c'è ristio di pigliar l'acceggia:
14.3dàlle la ben venuta e ben trovata.
15.1E quando che la zappa o la marreggia,
15.2va a ritrovarla, e presso le ti metti,
15.3e lì ciarla e singhiozza e cuccuveggia.
16.1Dàlle de' nastri, dàlle de' merletti,
16.2e qualche stringa, e qualche coreggiuolo,
16.3e de' bigheri ancor, degli spilletti.
17.1E così passeratti il tempo a volo,
17.2senza pensare alle ribalderie,
17.3senz'alcun dispiacere, senza duolo.
18.1Legger potràle delle poesie
18.2nuove, bizzarre, chiare ed allegrocce,
18.3come sarebbe, a un mo' di dir, le mie;
19.1e poi farle le dolci carezzocce,
19.2e qualche baciolino anche appiccarle
19.3in su quelle gotuzze vermigliocce.
20.1Ma sta'! dove vo io con queste ciarle?
20.2Son elle cose da dirle al Ceccone
20.3che saprà ben da sè stesso cercarle?
21.1Eh via! che gli è proprio un dottorone
21.2in questo mestieraccio così fatto,
21.3e la sa tutte meglio che un Nasone.
22.1E io son pur sì scimunito e matto?
22.2Gli è come portar cavolo a Legnaia
22.3a insegnare a ser Cecco in questo fatto.
23.1Desso è una fonte, desso è una ceppaia
23.2di be' trovati, e voler dirne a lui
23.3gli è giusto come metter stoppia in aia.
24.1Ma queste cose le non fan per nui:
24.2lascianle andar, e discorriamo adesso
24.3d'altri affari che fanno per noi dui.
25.1Deh! fatt'in qua, deh! fatt'un po' più presso,
25.2e senti due parole nell'orecchio
25.3intorno a quel passato tuo successo.
26.1Quel messer lo calonaco, quel vecchio,
26.2il qual vuol farti una pedina, il quale
26.3vuol fartela vedere in uno specchio;
27.1quello sguaiato tristo facimale,
27.2quel disgraziato, quel sciaguratello
27.3che gli venga un gavocciolo, un cassale
28.1s'è tolto quel pensiero del cervello?
28.2oppur v'è ancora dentro incaponito?
28.3Chiamalo in giostra, chiamalo in duello.
29.1E s'egli accetta così fatto invito
29.2statti lieto, Ceccon, chè 'l tuo gran guaio
29.3in una mezz'oretta gli è fornito.
30.1Io getto anch'io 'n un canto questo saio,
30.2e armato tutto come un paladino
30.3tra sè e me ne farem giusto un paio.
31.1E lì colpi da Orlando e da Zerbino
31.2gli menerem sul capo e sulle braccia,
31.3fin che disteso l'abbiamo supino.
32.1Oh ve' che spaventosa figuraccia
32.2faremo noi con quegli stocchi in mano!
32.3Affè ch'alle persone il cor s'addiaccia.
33.1Tu parrai un bargello, uno scherano;
33.2perchè quel tuo visin gli è propio buono
33.3da spiritare un povero cristiano.
34.1Oh via lasciamo, perch'io stanco sono,
34.2di scriver giù di queste tantafere
34.3che farebbon scoppiar di verno il tuono.
35.1E voi intanto, il mio buon messere
35.2state allegro, e aspettatevi che presto
35.3fo conto di venirvi a rivedere.
36.1E se mai quella birba, quel capresto
36.2d'Amor mi dona un becco d'un contento,
36.3non mi vedrete più doglioso e mesto;
37.1ma dentro nelle risa infino al mento,
37.2negli spassi, ne' gusti, ne' piaceri
37.3vo' sempre che ci stiam ficcati drento.
38.1E lasciamo gracchiare a questi Sèri
38.2che gl'impicci si prendono del Rosso,
38.3a questi sciocchi veri, veri, veri,
39.1che 'l canchero gli roda infin sull'osso.
40.1Proscritta. Ser Finocchio ha ricevuto
40.2le lettere, al barbiere da voi lasciate,
40.3ed ancor egli vi fa un bel saluto,
41.1cogli altri amici delle passeggiate.
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