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1.1"Pape Satàn, pape Satàn aleppe!",
1.2cominciò Pluto con la voce chioccia;
1.3e quel savio gentil, che tutto seppe,
2.1disse per confortarmi: "Non ti noccia
2.2la tua paura; ché, poder ch'elli abbia,
2.3non ci torrà lo scender questa roccia".
3.1Poi si rivolse a quella 'nfiata labbia,
3.2e disse: "Taci, maladetto lupo!
3.3consuma dentro te con la tua rabbia.
4.1Non è sanza cagion l'andare al cupo:
4.2vuolsi ne l'alto, là dove Michele
4.3fé la vendetta del superbo strupo".
5.1Quali dal vento le gonfiate vele
5.2caggiono avvolte, poi che l'alber fiacca,
5.3tal cadde a terra la fiera crudele.
6.1Così scendemmo ne la quarta lacca,
6.2pigliando più de la dolente ripa
6.3che 'l mal de l'universo tutto insacca.
7.1Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa
7.2nove travaglie e pene quant'io viddi?
7.3e perché nostra colpa sì ne scipa?
8.1Come fa l'onda là sovra Cariddi,
8.2che si frange con quella in cui s'intoppa,
8.3così convien che qui la gente riddi.
9.1Qui vid'i' gente più ch'altrove troppa,
9.2e d'una parte e d'altra, con grand'urli,
9.3voltando pesi per forza di poppa.
10.1Percotëansi 'ncontro; e poscia pur lì
10.2si rivolgea ciascun, voltando a retro,
10.3gridando: "Perché tieni?" e "Perché burli?".
11.1Così tornavan per lo cerchio tetro
11.2da ogne mano a l'opposito punto,
11.3gridandosi anche loro ontoso metro;
12.1poi si volgea ciascun, quand'era giunto,
12.2per lo suo mezzo cerchio a l'altra giostra.
12.3E io, ch'avea lo cor quasi compunto,
13.1dissi: "Maestro mio, or mi dimostra
13.2che gente è questa, e se tutti fuor cherci
13.3questi chercuti a la sinistra nostra".
14.1Ed elli a me: "Tutti quanti fuor guerci
14.2sì de la mente in la vita primaia,
14.3che con misura nullo spendio ferci.
15.1Assai la voce lor chiaro l'abbaia,
15.2quando vegnono a' due punti del cerchio
15.3dove colpa contraria li dispaia.
16.1Questi fuor cherci, che non han coperchio
16.2piloso al capo, e papi e cardinali,
16.3in cui usa avarizia il suo soperchio".
17.1E io: "Maestro, tra questi cotali
17.2dovre' io ben riconoscere alcuni
17.3che furo immondi di cotesti mali".
18.1Ed elli a me: "Vano pensiero aduni:
18.2la sconoscente vita che i fé sozzi,
18.3ad ogne conoscenza or li fa bruni.
19.1In etterno verranno a li due cozzi:
19.2questi resurgeranno del sepulcro
19.3col pugno chiuso, e questi coi crin mozzi.
20.1Mal dare e mal tener lo mondo pulcro
20.2ha tolto loro, e posti a questa zuffa:
20.3qual ella sia, parole non ci appulcro.
21.1Or puoi, figliuol, veder la corta buffa
21.2d'i ben che son commessi a la fortuna,
21.3per che l'umana gente si rabbuffa;
22.1ché tutto l'oro ch'è sotto la luna
22.2e che già fu, di quest'anime stanche
22.3non poterebbe farne posare una".
23.1"Maestro mio", diss'io, "or mi dì anche:
23.2questa fortuna di che tu mi tocche,
23.3che è, che i ben del mondo ha sì tra branche?".
24.1E quelli a me: "Oh creature sciocche,
24.2quanta ignoranza è quella che v'offende!
24.3Or vo' che tu mia sentenza ne 'mbocche.
25.1Colui lo cui saver tutto trascende,
25.2fece li cieli e diè lor chi conduce
25.3sì, ch'ogne parte ad ogne parte splende,
26.1distribuendo igualmente la luce.
26.2Similemente a li splendor mondani
26.3ordinò general ministra e duce
27.1che permutasse a tempo li ben vani
27.2di gente in gente e d'uno in altro sangue,
27.3oltre la difension d'i senni umani;
28.1per ch'una gente impera e l'altra langue,
28.2seguendo lo giudicio di costei,
28.3che è occulto come in erba l'angue.
29.1Vostro saver non ha contasto a lei:
29.2questa provede, giudica, e persegue
29.3suo regno come il loro li altri dèi.
30.1Le sue permutazion non hanno triegue:
30.2necessità la fa esser veloce;
30.3sì spesso vien chi vicenda consegue.
31.1Quest'è colei ch'è tanto posta in croce
31.2pur da color che le dovrien dar lode,
31.3dandole biasmo a torto e mala voce;
32.1ma ella s'è beata e ciò non ode:
32.2con l'altre prime creature lieta
32.3volve sua spera e beata si gode.
33.1Or discendiamo omai a maggior pieta;
33.2già ogne stella cade che saliva
33.3quand'io mi mossi, e 'l troppo star si vieta".
34.1Noi ricidemmo il cerchio a l'altra riva
34.2sovr'una fonte che bolle e riversa
34.3per un fossato che da lei deriva.
35.1L'acqua era buia assai più che persa;
35.2e noi, in compagnia de l'onde bige,
35.3intrammo giù per una via diversa.
36.1In la palude va c'ha nome Stige
36.2questo tristo ruscel, quand'è disceso
36.3al piè de le maligne piagge grige.
37.1E io, che di mirare stava inteso,
37.2vidi genti fangose in quel pantano,
37.3ignude tutte, con sembiante offeso.
38.1Queste si percotean non pur con mano,
38.2ma con la testa e col petto e coi piedi,
38.3troncandosi co' denti a brano a brano.
39.1Lo buon maestro disse: "Figlio, or vedi
39.2l'anime di color cui vinse l'ira;
39.3e anche vo' che tu per certo credi
40.1che sotto l'acqua è gente che sospira,
40.2e fanno pullular quest'acqua al summo,
40.3come l'occhio ti dice, u' che s'aggira.
41.1Fitti nel limo, dicon: "Tristi fummo
41.2ne l'aere dolce che dal sol s'allegra,
41.3portando dentro accidïoso fummo:
42.1or ci attristiam ne la belletta negra".
42.2Quest'inno si gorgoglian ne la strozza,
42.3ché dir nol posson con parola integra".
43.1Così girammo de la lorda pozza
43.2grand'arco, tra la ripa secca e 'l mézzo,
43.3con li occhi vòlti a chi del fango ingozza.
44.1Venimmo al piè d'una torre al da sezzo.
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