about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1Al tornar de la mente, che si chiuse
1.2dinanzi a la pietà d'i due cognati,
1.3che di trestizia tutto mi confuse,
2.1novi tormenti e novi tormentati
2.2mi veggio intorno, come ch'io mi mova
2.3e ch'io mi volga, e come che io guati.
3.1Io sono al terzo cerchio, de la piova
3.2etterna, maladetta, fredda e greve;
3.3regola e qualità mai non l'è nova.
4.1Grandine grossa, acqua tinta e neve
4.2per l'aere tenebroso si riversa;
4.3pute la terra che questo riceve.
5.1Cerbero, fiera crudele e diversa,
5.2con tre gole caninamente latra
5.3sovra la gente che quivi è sommersa.
6.1Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,
6.2e 'l ventre largo, e unghiate le mani;
6.3graffia li spirti ed iscoia ed isquatra.
7.1Urlar li fa la pioggia come cani;
7.2de l'un de' lati fanno a l'altro schermo;
7.3volgonsi spesso i miseri profani.
8.1Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo,
8.2le bocche aperse e mostrocci le sanne;
8.3non avea membro che tenesse fermo.
9.1E 'l duca mio distese le sue spanne,
9.2prese la terra, e con piene le pugna
9.3la gittò dentro a le bramose canne.
10.1Qual è quel cane ch'abbaiando agogna,
10.2e si racqueta poi che 'l pasto morde,
10.3ché solo a divorarlo intende e pugna,
11.1cotai si fecer quelle facce lorde
11.2de lo demonio Cerbero, che 'ntrona
11.3l'anime sì, ch'esser vorrebber sorde.
12.1Noi passavam su per l'ombre che adona
12.2la greve pioggia, e ponavam le piante
12.3sovra lor vanità che par persona.
13.1Elle giacean per terra tutte quante,
13.2fuor d'una ch'a seder si levò, ratto
13.3ch'ella ci vide passarsi davante.
14.1"O tu che se' per questo 'nferno tratto",
14.2mi disse, "riconoscimi, se sai:
14.3tu fosti, prima ch'io disfatto, fatto".
15.1E io a lui: "L'angoscia che tu hai
15.2forse ti tira fuor de la mia mente,
15.3sì che non par ch'i' ti vedessi mai.
16.1Ma dimmi chi tu se' che 'n sì dolente
16.2loco se' messo, e hai sì fatta pena,
16.3che, s'altra è maggio, nulla è sì spiacente".
17.1Ed elli a me: "La tua città, ch'è piena
17.2d'invidia sì che già trabocca il sacco,
17.3seco mi tenne in la vita serena.
18.1Voi cittadini mi chiamaste Ciacco:
18.2per la dannosa colpa de la gola,
18.3come tu vedi, a la pioggia mi fiacco.
19.1E io anima trista non son sola,
19.2ché tutte queste a simil pena stanno
19.3per simil colpa". E più non fé parola.
20.1Io li rispuosi: "Ciacco, il tuo affanno
20.2mi pesa sì, ch'a lagrimar mi 'nvita;
20.3ma dimmi, se tu sai, a che verranno
21.1li cittadin de la città partita;
21.2s'alcun v'è giusto; e dimmi la cagione
21.3per che l'ha tanta discordia assalita".
22.1E quelli a me: "Dopo lunga tencione
22.2verranno al sangue, e la parte selvaggia
22.3caccerà l'altra con molta offensione.
23.1Poi appresso convien che questa caggia
23.2infra tre soli, e che l'altra sormonti
23.3con la forza di tal che testé piaggia.
24.1Alte terrà lungo tempo le fronti,
24.2tenendo l'altra sotto gravi pesi,
24.3come che di ciò pianga o che n'aonti.
25.1Giusti son due, e non vi sono intesi;
25.2superbia, invidia e avarizia sono
25.3le tre faville c'hanno i cuori accesi".
26.1Qui puose fine al lagrimabil suono.
26.2E io a lui: "Ancor vo' che mi 'nsegni,
26.3e che di più parlar mi facci dono.
27.1Farinata e 'l Tegghiaio, che fuor sì degni,
27.2Iacopo Rusticucci, Arrigo e 'l Mosca
27.3e li altri ch'a ben far puoser li 'ngegni,
28.1dimmi ove sono e fa ch'io li conosca;
28.2ché gran disio mi stringe di savere
28.3se 'l ciel li addolcia o lo 'nferno li attosca".
29.1E quelli: "Ei son tra l'anime più nere;
29.2diverse colpe giù li grava al fondo:
29.3se tanto scendi, là i potrai vedere.
30.1Ma quando tu sarai nel dolce mondo,
30.2priegoti ch'a la mente altrui mi rechi:
30.3più non ti dico e più non ti rispondo".
31.1Li diritti occhi torse allora in biechi;
31.2guardommi un poco e poi chinò la testa:
31.3cadde con essa a par de li altri ciechi.
32.1E 'l duca disse a me: "Più non si desta
32.2di qua dal suon de l'angelica tromba,
32.3quando verrà la nimica podesta:
33.1ciascun rivederà la trista tomba,
33.2ripiglierà sua carne e sua figura,
33.3udirà quel ch'in etterno rimbomba".
34.1Sì trapassammo per sozza mistura
34.2de l'ombre e de la pioggia, a passi lenti,
34.3toccando un poco la vita futura;
35.1per ch'io dissi: "Maestro, esti tormenti
35.2crescerann'ei dopo la gran sentenza,
35.3o fier minori, o saran sì cocenti?".
36.1Ed elli a me: "Ritorna a tua scïenza,
36.2che vuol, quanto la cosa è più perfetta,
36.3più senta il bene, e così la doglienza.
37.1Tutto che questa gente maladetta
37.2in vera perfezion già mai non vada,
37.3di là più che di qua essere aspetta".
38.1Noi aggirammo a tondo quella strada,
38.2parlando più assai ch'i' non ridico;
38.3venimmo al punto dove si digrada:
39.1quivi trovammo Pluto, il gran nemico.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)