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1566

Rime

PoeTree.it

1.1Ecco già d'oriente i raggi vibra
1.2il novo sole, e 'l desiato giorno,
1.3ch'è già promesso, lieto alfin risplende;
1.4e mentre ei notte e giorno agguaglia in Libra,
1.5ecco già l'ostro io veggio al crine intorno
1.6del mio signor che 'n degno grado ascende;
1.7ecco il suo premio al suo valor si rende;
1.8ecco l'onor s'adegua e giunge al merto,
1.9seguendo lui che gli assicura il varco
1.10d'alzarsi fin al ciel, ch'egli apre e serra,
1.11parte regge la terra,
1.12sostenendo di Pietro il grave incarco.
1.13Ma ne lo stato sì dubbioso e 'ncerto,
1.14come buon padre esperto,
1.15grave ha 'l giudicio, e non avaro o parco,
1.16però giammai non erra,
1.17sia in pace il mondo o 'n perigliosa guerra.
2.1Roma c'ha del valor corone e palme,
2.2non pur men cari e gloriosi pregi,
2.3ben se n'avvide, ha già molti anni e lustri;
2.4e 'l mio signor fra le più nobili alme
2.5degno stimò de' più onorati fregi,
2.6che faccian lieti i suoi famosi illustri.
2.7Né Roma sol, bench'a' suoi rai s'illustri
2.8e le tenebre antiche apra e disperga;
2.9ma qual esposta a l'indurato gelo
2.10è d'Europa più culta e nobil parte,
2.11conobbe i modi e l'arte,
2.12e l'alto ingegno a lui dato dal cielo,
2.13e come per tai gradi ascenda e s'erga;
2.14ed or che in sé l'alberga,
2.15l'alta Roma, dico io, non Cinto o Delo,
2.16mille virtù cosparte
2.17in lui rimira, e le consacra in carte.
3.1Ben l'antiche e le nove ei volge, e prima
3.2con sollecito studio anco rivolse,
3.3per arricchir d'un bel tesoro eterno;
3.4e da questo e da quello estranio clima,
3.5ove l'industria de' miglior s'avvolse,
3.6peregrinando pur la state e 'l verno
3.7ei sapere adunò, ch'è bene interno,
3.8lo qual fortuna non invola o toglie,
3.9come suo dono; e non se 'n gloria o vanta.
3.10Così vide egli e seppe, e 'n suo profondo
3.11ingegno accolse il mondo,
3.12con la scorta del ciel sicura e santa.
3.13Così pria meritò purpuree spoglie,
3.14ch'altri pur se n'invoglie,
3.15di cui sì glorioso alfin s'ammanta,
3.16chiesto a l'onor secondo;
3.17ma degno è di portar del primo il pondo.
4.1E ne l'età più grave e non acerba,
4.2ch'onor veste e virtute, innanzi a l'ostro
4.3ei la vestì, come abito celeste;
4.4e fortuna che fa l'alma superba,
4.5nulla ha d'imperioso in lui dimostro,
4.6brame destando a la ragione infeste;
4.7e mover non potria nembo o tempeste
4.8che perturbasse il suo pensier tranquillo
4.9e del saggio intelletto il bel sereno,
4.10lo qual in bene oprar se stesso avanza;
4.11e 'n sua maggior possanza,
4.12sotto un modesto e mansueto freno
4.13tien la fortuna, a cui lo ciel sortillo,
4.14come Scipio o Camillo
4.15di saper, di bontà fornito appieno,
4.16grave in umil sembianza.
4.17Oh d'Italia e d'Europa alta speranza!
5.1Quel che di tre corone il crin circonda,
5.2l'altre, come a Dio piace e com'è giusto,
5.3può torre e dar con infallibil legge;
5.4e col potere onde mai sempre abbonda,
5.5non da Cesare dato e non da Augusto,
5.6ma da lui ch'ab eterno in ciel l'elegge,
5.7e d'alto il basso mondo e move e regge,
5.8lunge rimira, ove d'orrore ingombra
5.9empia fortuna ancor le parti estreme,
5.10e di vil giogo animi alteri indegni;
5.11vede più feri sdegni
5.12del ciel turbato, che si cangia e freme,
5.13e qual ivi sovrasta orribil ombra;
5.14e quinci e quindi adombra
5.15l'orto e l'occaso, che si crolla e teme,
5.16e quai vapori o segni,
5.17quasi disfatte le corone e i regni.
6.1E sembra il buon nocchier, ch'i mesi e gli anni
6.2ne l'Egeo corse e passò Scille e sirti,
6.3s'ode fremer da lunge o l'onde o 'l vento,
6.4e del mar teme insidiosi inganni
6.5e 'l variar de' tempestosi spirti,
6.6lontana nube in rimirare intento:
6.7veloce al provveder, ma grave e lento
6.8a scior le vele ed a levar il morso,
6.9che tiene i legni, ove più il cielo avvampi.
6.10Intanto a gli altri insegna, e d'alta sede
6.11il governo lor crede;
6.12e predice il sereno a' tuoni, a' lampi,
6.13del periglio vicino o pur trascorso
6.14nel lungo e dubbio corso;
6.15o come s'assicuri o pur si scampi,
6.16con animosa fede,
6.17dal mar ch'usurpa le più ingiuste prede.
7.1Canzon mia, tardi nata e tardi adorna,
7.2e con alto rimbombo anco risuona
7.3or vedi com'appresso il ciel riluce;
7.4e lieta Roma e i colli e i sacri tempi:
7.5perch'i turbati tempi
7.6volge fortuna, ove lampeggia e tuona.
7.7Tu ne la pura e più vicina luce,
7.8guida non cerchi o duce;
7.9ma dove di sua gloria ei s'incorona,
7.10pur con gli antichi esempi
7.11de la sua grazia i tuoi difetti adempi.
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