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1538

Rime

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1.1Questa fatica estrema al tardo ingegno
1.2concedi, o Roma, e tu che movi e reggi
1.3l'alto ciel, l'umil terra e 'l mar profondo.
1.4A lui che di tue sacre eterne leggi
1.5è vivo spirto, e del celeste regno
1.6sostien le chiavi e porta il grave pondo,
1.7e quasi folce in Vaticano il mondo,
1.8sacro la mente, il cor, la penna e i carmi.
1.9Questa è la meta eccelsa, a cui d'intorno
1.10si volge notte e giorno
1.11il mio pensier, né di vittorie e d'armi
1.12cantate fama eguale o pregio attende.
1.13Ma fine o meta a quel valor non miro,
1.14che fiammeggia fra noi con luce eterna.
1.15Qual dunque in ampia via del ciel superna
1.16s'avvolga omai nel glorioso giro
1.17de le sante virtù, ch'a lui risplende,
1.18la stanca mente pur, che 'n alto intende,
1.19né strada già più certa al sol prescrisse
1.20il suo Fattor fra stelle erranti e fisse.
2.1Ned ei, ch'il mondo illustra, è più lucente
2.2simulacro di Dio che 'l giusto e saggio,
2.3che 'n sua vece e 'n sembianza il ciel disserra;
2.4ma se vola talor di raggio in raggio
2.5infino al sommo Sol l'ardita mente,
2.6che 'n lui pensando non vaneggia od erra,
2.7non chini l'ale ruinose a terra,
2.8sì come avviene a chi si piega e volve
2.9da l'alta luce, ch'il pensier tranquilla,
2.10ad oscura favilla,
2.11ed a poca ombra algente o poca polve,
2.12né di cosa mortal più curi o pensi,
2.13ma là s'acqueti ove la gloria è pace,
2.14ove cede al silenzio il suono e 'l canto.
2.15E s'a parlar di te si scioglie intanto,
2.16sommo Padre e Signor, la lingua audace,
2.17tu rischiara le voci, e purga i sensi
2.18al tuo gran nome e gli miei spirti accensi;
2.19ma ignoto è, come il fin, di te parlando,
2.20l'alto principio; e dove il cerco o quando?
3.1Ovunque io miri, o sia l'occaso o l'orto
3.2del tuo corso vital, divino assembra,
3.3e paion d'ogni età segni celesti;
3.4vestito appena di terrene membra,
3.5da l'esempio de gli avi al cielo scorto,
3.6ad opre gloriose il cor volgesti
3.7e d'onor gradi infra le stelle ergesti:
3.8gradi d'onore in disusata foggia,
3.9rivolti al cielo, ond'uom giammai non salse
3.10con fame indegne e false,
3.11ma sol vero valor v'ascende e poggia.
3.12Quinci da la città ch'Arno diparte,
3.13nel lungo raggirar d'anni e di lustri
3.14saliro sovra il sol le nobil'alme,
3.15ivi cercando al fin corone e palme
3.16di loro imprese e di lor fatti illustri;
3.17e 'n questa, che fu sacra al fiero Marte,
3.18volte l'antiche e le moderne carte,
3.19pur d'ostro adorno il tuo fratel si scorse,
3.20che te per altra strada al ciel precorse.
4.1Quinci ti rimirò da l'alto cielo
4.2Astrea, mentre ivi 'l sole i raggi vibra
4.3con ferme voglie a gravi studi intese;
4.4e là 've notte e giorno appende in libra,
4.5cinta la testa di ceruleo velo,
4.6da le celesti porte a te discese:
4.7cessaro al suo passar l'ingiuste offese,
4.8e la discordia e 'l suo furor maligno,
4.9ch'i miseri mortali affligge e sferza,
4.10e con pungente sferza
4.11fa spesso i monti, i campi e 'l mar sanguigno;
4.12l'onte cessaro ingiuriose e i danni;
4.13ebber pace le gregge e i vaghi armenti
4.14ne' verdi prati, e ne l'antiche selve
4.15deposero la rabbia orride belve,
4.16e fer tregua col mar gl'irati venti;
4.17la terra s'allegrò nel fin de gli anni
4.18poich'ella dispiegò fuggendo i vanni
4.19col secol d'oro, e de gli antichi tempi
4.20al suo tornar conobbe i santi esempi.
5.1E dove il Tebro le famose fronti
5.2mira de' colli e le lor parti eccelse,
5.3per vie secrete occulta ella se 'n venne,
5.4e 'n vece di stellante albergo scelse
5.5quel tuo, che scorse in mezzo a' sette monti,
5.6ch'oltre tutti i più adorni a lei convenne.
5.7Quivi quanto vergar l'antiche penne,
5.8mentre di libertà lieta e superba
5.9fu Roma, e quanto d'ogni estranio clima
5.10poscia raccolse o prima,
5.11quasi caro tesor s'aduna e serba
5.12descritto in carte; e te conobbe involto
5.13fra' Muzi e' Paoli e fra' più saggi e sacri,
5.14ch'imposer leggi al glorioso impero;
5.15ed a lei, ch'adorò Clemente e Piero,
5.16ch'ora di nova gloria orni e consacri,
5.17simile a' padri antichi in opre e 'n volto;
5.18e 'l suo prisco sermone a te rivolto,
5.19disse: "Or che tu rispondi, e 'l vero insegni,
5.20viver Bruto ameria ne' vostri regni.
6.1Né Fabrizio la corte a sdegno avrebbe,
6.2né Catone il servir; ma lieto or guarda,
6.3ch'ottuso ha la Clemenza il ferro e l'ira,
6.4né discender con lei dal ciel ritarda
6.5la pura Fede, a cui del mondo increbbe,
6.6e 'l sacro stuol de le virtù rimira;
6.7or questo meco a te benigno aspira,
6.8né premi usati al tuo valor promette,
6.9ma gloria eterna e podestà suprema,
6.10ostro, manto, diadema,
6.11mitre e corone al tuo voler soggette,
6.12e sovra i regi e sovra il grande Augusto
6.13alta sede e sublime a te prepara.
6.14Ma quando reggerai l'Italia e Roma,
6.15de la Clemenza pur t'onora e noma,
6.16che non fia al mondo di tua grazia avara,
6.17perché l'asprezza sua contempri al giusto,
6.18che per troppo rigor diviene ingiusto;
6.19ma tutte sarem teco in sacro albergo,
6.20né senza te daremo al mondo il tergo".
7.1Così diss'ella; e tu Licurgo e Numa
7.2sembrasti a Roma, anzi fra tuoni e lampi
7.3quel ch'ebbe le sue leggi in viva pietra;
7.4e di santo e divino ardore avvampi,
7.5che la tua mente informa e tutta alluma;
7.6onde sue grazie in contemplando impetra,
7.7mentre il profano e l'empio indi s'arretra,
7.8dove profondo orrore anco ricopre,
7.9e sacra nube intorno asconde e vela
7.10quegli a cui Dio rivela
7.11il volto suo, non pur gli effetti e l'opre;
7.12e dove il monte folgoreggia e luce,
7.13tu non temi quel suon ch'alto rimbomba,
7.14ma sol l'appressi e 'l tuo fratello è teco.
7.15Qual meraviglia più d'ombroso speco
7.16Roma ci mostra? o 'n qual più nobil tomba
7.17ricerca l'ossa e riverenza induce?
7.18Ma tu sei vivo spirto e viva luce,
7.19e ricercando or quelle genti or queste,
7.20tornasti a lei qual messaggier celeste.
8.1Te del mondo mirar le parti avverse,
8.2ond'Austro e Borea il ciel di nube ingombra,
8.3e quei ch'Alpe e Pirene e 'l mar disgiunge;
8.4e dove assai più dura il gelo e l'ombra,
8.5l'estranio clima al tuo splendor converse,
8.6ch'alto spargea purpurei raggi e lunge,
8.7quei che sua vera fede a te congiunge,
8.8regni e popoli amici, a trar non scarsi,
8.9ned a versar per la tua grazia il sangue;
8.10né la memoria or langue
8.11de' tesori del ciel donati e sparsi;
8.12e invitti regi d'auree spoglie adorni,
8.13c'hanno a' Barbari posto un duro morso,
8.14la tua santa eloquenza a lui ristrinse,
8.15vincendo invitto cuor, che tutto vinse:
8.16tal dal mondo placato e quasi scorso,
8.17senz'armi e senz'offese a noi ritorni,
8.18giunto a l'onor de' tuoi perfetti giorni;
8.19tale 'l sacro tesor dispensi e spieghi
8.20le grazie e i doni, e sciogli insieme e leghi.
9.1Tale ascendi a la sacra antica sede,
9.2né potenza terrena ivi t'esalta,
9.3né consiglio o favor d'amica stella,
9.4ma Provvidenza, e chi da sé t'appella
9.5(ch'ogni fortuna è men sublime ed alta);
9.6e pietà con giustizia e viva fede,
9.7ch'ogni altezza qua giù soggetta or vede,
9.8né giunge laude al grido, e solo il merto
9.9trapassa il ciel, ch'è di tua mano aperto.
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