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1505

Rime

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1.1Da gran lode immortal del Re superno
1.2abbia quella del Re principio in terra;
1.3anzi laudisi quel ch'i regi esalta,
1.4Padre e Signor, che m'apre il cielo e serra
1.5e le tartaree porte al cieco inferno,
1.6onde antico avversario ancor n'assalta.
1.7Lodate Dio dal cielo, e 'nsin da l'alta
1.8parte s'oda la santa e chiara tromba,
1.9o angeli, o virtù del sommo coro;
1.10s'oda il canto sonoro,
1.11dove null'altra voce al cor rimbomba.
1.12Lodal tu, eterno sol, che 'l giorno illustri;
1.13o luna, e tu, che fai men folta l'ombra;
1.14lodatel voi, sublimi ed auree stelle;
1.15lodilo il lume onde son chiare e belle,
1.16quando la nera notte il mondo adombra;
1.17lodatel voi, di pura luce illustri,
1.18cieli de' cieli; e per girar di lustri
1.19non cessin mai là sù lode e concenti;
1.20lodatel sovra il cielo, acque lucenti.
2.1Perch'ei comanda e solo eterni e fissi
2.2sono i suoi detti: ogni altro vola e passa;
2.3que' no, benché trapassi il cielo e 'l mondo.
2.4Lodate lui da l'ima sede e bassa,
2.5dragoni e serpi e tenebrosi abissi,
2.6foco, ghiaccio, contesa in mar profondo
2.7de' venti, che 'l perturbi insin dal fondo;
2.8il lodin tutti i colli e gli aspri monti,
2.9i cedri, i lauri, i mirti, i pini e i faggi;
2.10voi colti e voi selvaggi,
2.11ch'incoronate le più alpestre fronti;
2.12voi fere belve, e voi, ch'a l'aspre some
2.13porgete 'l dorso, e voi congiunte gregge,
2.14voi pesci, e voi de l'aria augei volanti;
2.15lodate lui, lasciando i propri vanti,
2.16re de la terra; e voi ch'affrena e regge,
2.17co la lor verga, amici al santo nome,
2.18vergini sacre, e con recise chiome
2.19giovani casti, età canuta e stanca,
2.20ch'ogni altra lode cade alfine e manca.
3.1Ma sovra gli altri or tu, famoso Tebro,
3.2e tu, d'antichi eroi madre e d'augusti,
3.3alza il suo nome al ciel con auree penne:
3.4ch'egli a te diè cesari invitti e giusti
3.5pastori, e questi, ch'io tardi celebro,
3.6dato da lui, sol per sua grazia or venne.
3.7Egli, che volge il cielo ovunque accenne
3.8e cangiar puote al sol il ratto corso,
3.9e da la destra a noi Giove e Saturno,
3.10contra 'l giro diurno,
3.11mostrare; ei pronto move al tuo soccorso.
3.12Ei volse a te pietose luci e sante,
3.13a te d'imperio grande antica donna,
3.14che piangevi duo Padri, al nero occaso
3.15giunti, pur come sia fortuna o caso,
3.16o quasi manchi al ciel doppia colonna
3.17e minacci ruina il vecchio Atlante;
3.18ei gli altri accolse in te, grave e tremante,
3.19e fra' più gravi e saggi or questo ei scelse,
3.20nato per mitre e per corone eccelse.
4.1Di stirpe degna e di più degno padre,
4.2quasi novo Gregorio, al mondo nacque
4.3questi che dal primier s'appella e noma,
4.4perché la fama, che garriva e tacque,
4.5e fra le nubi tenebrose ed adre
4.6nascose il capo e la canuta chioma,
4.7più si vergogni, e taccia Atene e Roma,
4.8e Tebe antica e la feroce Sparta,
4.9del suo Alcide e di Marte o pur d'Egeo,
4.10né Romolo o Teseo,
4.11de' quai sì chiara loda al mondo è sparta,
4.12di progenie gentil si glori a prova;
4.13né d'Alessandro, uom conosciuto al sangue,
4.14del re suo padre non contento e pago,
4.15si narri il parto o 'l favoloso drago,
4.16o l'ignudo fanciul ch'uscì de l'angue,
4.17che le favole prische anco rinnova;
4.18ma casta nobiltà, ch'antica e nova
4.19virtute e gloria insieme adorna or rende,
4.20con l'alte insegne sue fiorisce e splende.
5.1Così nascendo mansueto, umile,
5.2seguisti, o sommo Padre, impresse l'orme
5.3del tuo, lunge d'error prisco e novello.
5.4Chi vide mai ne le cangiate forme
5.5miracolo maggiore? Al santo ovile
5.6prima giacesti semplicetto agnello,
5.7poscia al fonte lavasti il bianco vello,
5.8e chi travia reggesti e chi vaneggia,
5.9fatto sacro pastor con sacra verga;
5.10e là dov'egli alberga,
5.11parve la mandra tua sublime reggia,
5.12e s'udian risonar le selve e l'onde
5.13de' sacri accenti e de' più colti versi,
5.14onde più chiaro fu Scamandro ed Ida.
5.15Pastore or de' pastori e santa guida,
5.16da duo lati del mondo assai diversi,
5.17tutti gli accoglie in su l'antiche sponde,
5.18e di là 've 'l sol nasce o pur s'asconde,
5.19e tien de l'alto Re vece e sembianza:
5.20oh meraviglia che tutt'altre avanza!
6.1Qual mastro suol, che 'n aureo e breve giro
6.2l'imagin del gran mondo impressa mostri,
6.3con tutto ciò che 'n terra o 'n ciel contempio,
6.4tal dimostrar solevi a gli occhi nostri
6.5de la Chiesa di Dio, che lieta or miro,
6.6la vera forma in men sublime tempio.
6.7Ora in questo sì grande il vero esempio
6.8vedrem per te di quella idea celeste,
6.9ove i suoi cori il Re del ciel distinse.
6.10E chi più ne dipinse
6.11la mente mai, cui vela il corpo e veste?
6.12Or quanto con duo mar circonda intorno,
6.13del famoso terren la rigid'Alpe
6.14e l'Appenin divide, a te s'inchina,
6.15ed a questa del mondo alta regina
6.16Pirene istessa più lontana e Calpe,
6.17sì che puote obliar l'antico scorno.
6.18Deh, qual si loda magistero adorna?
6.19o qual regno o qual re, cui 'l Mauro o l'Indo
6.20raffreni, si disegna in Ato o 'n Pindo?
7.1Dunque ogni loda il mondo a te converta,
7.2a cui d'ogni suo dono illustra l'alma,
7.3il Padre eterno de' celesti lumi,
7.4o scelto a gloriosa e grave salma
7.5e degno pria de la corona offerta,
7.6santo d'opre, di mente e di costumi.
7.7Brama mutar il corso il re de' fiumi,
7.8perch'altri il suo cammin non turbi o rompa,
7.9ed occulto passar di seno in seno;
7.10brama nel mar Tirreno
7.11Adda venirne a la romana pompa;
7.12quasi dal sito par si mova e cange,
7.13e Cremona e Milan, ch'a te verrebbe,
7.14già figlio, or padre alzato a tanta gloria,
7.15che mai trionfo o sede alta o vittoria
7.16d'imperador non vi pervenne o crebbe,
7.17per dispiegar l'insegne a l'Indo, al Gange,
7.18o dove l'Istro e 'l Ren percuote e frange;
7.19e, se corona è in ciel, la tua rassembra,
7.20mentre ancor vesti le terrene membra.
8.1Oh qual (sian tardi, prego, a volger gli anni),
8.2là 've 'l Sol di giustizia i raggi spande,
8.3corona di giustizia a te si serba!
8.4Questa ancor sì lucente e bella e grande,
8.5in cui Roma, mutando i fieri affanni
8.6in santa pace, mutò frondi ed erba,
8.7giusto premio è del merto, a cui superba
8.8forza cede e furor d'empia fortuna:
8.9parlo del proprio e taccio il merto antico,
8.10ch'ebbe Paolo sì amico;
8.11taccio il nome immortal che nulla imbruna,
8.12perché tenebre oscure asperga il tempo;
8.13taccio l'arti, gli studi, il culto e 'l senno,
8.14e d'antica eloquenza i rari pregi.
8.15Questo giudizio approva il Re de' regi,
8.16che move il mondo e gira il cielo a cenno,
8.17e l'alte grazie sue comparte a tempo;
8.18e quegli adoro, in cui pensar m'attempo,
8.19profondi abissi di consigli e d'opre,
8.20e la lucida nube, ov'ei si copre
9.1A voi mi volgo ancor, d'elettro e d'auro,
9.2angeli in ciel lucenti, a voi, che sempre
9.3siete de' raggi di sua gloria accensi;
9.4e tu, sol, che risplendi a' vaghi sensi,
9.5aspira al mio concento in dolci tempre
9.6perché si sparga il suon da l'Indo al Mauro,
9.7verdeggi al nuovo canto il mirto e 'l lauro,
9.8fra marmi e fonti e seggi ombrosi e foschi,
9.9risonando Gregorio il fiume e i boschi.
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