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1486

Rime

PoeTree.it

1.1Già non son io scultor di bianchi marmi
1.2che in alta parte a gran colonna appoggia
1.3statua, che mai non si rimova e parta;
1.4ma qual diè moto in disusata foggia
1.5Dedalo ai simulacri, in breve carta
1.6tento dar quasi vita a' novi carmi.
1.7Musa, che lodi le corone e l'armi
1.8dei magnanimi duci e l'alte imprese,
1.9e gli acquistati imperi e i vinti regni,
1.10e de gli antichi eroi trionfi e palme,
1.11tu sai le strade in cui sublime ascese
1.12Perseo e Bellerofonte, e scrivi i segni
1.13onde scendon fra noi le nobil'alme;
1.14qual nave adunque fia che tutta spalme
1.15e recusi d'andar fra scogli e sirti,
1.16le vele aprendo a' più turbati spirti,
1.17con le sue care salme,
1.18o dove più fremendo il mar si sdegni
1.19e fra' monti apra il passo a' curvi legni?
2.1Tu che passasti 'l cielo e i giri ardenti
2.2de le stelle e del sol, tu pronta or varca
2.3il mare, o Musa, a mezza notte il verno;
2.4e qual di te fia degna e grave barca
2.5speri bella mercé d'onore eterno,
2.6malgrado pur di procellosi venti.
2.7E se Argo coi suoi lumi alti e lucenti,
2.8cui Borea od Austro non estingue o 'mbruna,
2.9a i naviganti ancor luce e scintilla,
2.10è tua grazia e virtù, Musa celeste.
2.11Tu spesso con seconda ampia fortuna
2.12corri l'onda turbata o pur tranquilla,
2.13e lieta miri or quelle piaggie or queste,
2.14senza temer sonore onde o tempeste;
2.15o il gran Tifeo, che scote a' monti 'l dorso
2.16e non fa del veloce e leve corso
2.17l'alte fughe men preste,
2.18perché versi col fumo atra favilla;
2.19non ti ritenga alfin Cariddi e Scilla.
3.1Etna vedrai, che ne l'antica fronte
3.2le nevi accoglie in ogni tempo e serba,
3.3e presso a le faville indura il gelo:
3.4Etna fra lor colonna alta e superba
3.5e gran sostegno al suo stellante cielo;
3.6che sparge fuor del cavernoso monte
3.7d'inestinguibil foco acceso fonte
3.8e vivi fiumi di suonante fiamma,
3.9e negri spira e densi fumi il giorno,
3.10onde l'aria vicina adombra e cinge;
3.11arde la notte e 'l ciel sereno infiamma
3.12d'orribil luce rosseggiando intorno,
3.13e i duri sassi alpestri accende e tinge
3.14e inceneriti in mar gli rota e spinge;
3.15quasi tonando in guisa il fier rimbomba
3.16da l'infiammata e spaventosa tomba.
3.17Ma quanto ombreggia e finge
3.18vetusta fama del suo grave scorno
3.19fia poco a lato a quel che in rime adorno.
4.1Altro men fero monte il petto e 'l grembo
4.2là 've Imera il bel corso affretta e rompe,
4.3a te di rose infiora e di ligustri;
4.4altri vedrai sepolcri e sacre pompe
4.5con varie insegne tolte a' duci illustri,
4.6che già rapì di guerra oscuro nembo.
4.7E da le verdi falde al negro lembo
4.8del gran mar african l'imprese eccelse,
4.9onde Ierace e quella nobil terra
4.10meno apprezza i giganti al sasso avvinti.
4.11Vedrai quei tempi ove il suo regno scelse
4.12dal ciel discese la Vittoria in guerra,
4.13per cui fur Greci e Mauri e sparti e vinti,
4.14e Franchi avversi 'n tanta gloria estinti;
4.15né fan sì glorioso o bel trofeo
4.16spargendo i fochi Encelado e Tifeo
4.17del lor sangue dipinti,
4.18od altro cui gran peso aggrava e serra,
4.19né vede il sol quando l'avvolge ed erra.
5.1Quivi ti raccorrà l'eletto albergo
5.2del buon nipote d'alti eroi normandi,
5.3che vince di Ieron l'antica reggia;
5.4e mentre, o Musa, l'ali 'ntorno spandi
5.5girando il mar, che presso i lidi ondeggia,
5.6lascia le prime meraviglie a tergo;
5.7e porta il mio pensier, che innalzo ed ergo,
5.8dove 'l novo Giovanni agguaglia il padre
5.9di gloria e gli avi e quel che tutti avanza,
5.10e ne rinnova il nome e 'l pregio e l'arti,
5.11e i fatti 'nsieme e le virtù leggiadre
5.12d'animo, di valore e di sembianza.
5.13Simile a lui che in quelle e in altre parti
5.14Sardi, Traci, Africani ancisi e sparti
5.15lasciando, al cielo ascese e forte e giusto,
5.16de l'auree spoglie d'Oriente onusto.
5.17E s'ei vorrà pregiarti,
5.18digli ch'io vivo, e per continua usanza
5.19d'empia morte mi affida alta speranza.
6.1E perché ben due volte invida sorte
6.2m'abbia sospinto appresso il dubbio varco,
6.3ove Acheronte i' vidi e i neri chiostri,
6.4altre tante ho ritratto il grave incarco,
6.5come già Orfeo placò gli orridi mostri
6.6ch'eran dintorno a le tartaree porte.
6.7E vengo incontra a la seconda morte
6.8di rime armato e incontra il tempo avaro,
6.9ch'ogni cosa mortal distrugge e rode
6.10e premio e nobil fama in duro campo;
6.11e con la poesia se 'n vola al paro
6.12per me l'istoria, e di quel tuono or s'ode
6.13l'alto rimbombo presso al chiaro lampo,
6.14né senza loro avrei rifugio o scampo.
6.15E se avverrà che al cieco oblio ritoglia
6.16le care prede, abbia la grave spoglia
6.17l'empio, ch'io solo accampo
6.18di far a gli anni ingordi usata frode,
6.19sacrando a veri nomi eterna lode.
7.1E dei grandi avi suoi l'imprese e i fregi
7.2farò più adorni; e se al mio voto adempio,
7.3coronato per lui di verde lauro
7.4intaglierò d'eternità nel tempio
7.5que' ch'oltre il giogo del nevoso Tauro
7.6e fero oltre l'Eufrate i fatti egregi,
7.7vincendo d'Asia e d'Oriente i regi
7.8e l'arti e l'armi del superbo Egitto,
7.9e scotendo a i fedeli il grave pondo
7.10che oppressi gli tenea con giogo atroce.
7.11Né tacerò del suo Rollone invitto,
7.12o di Roberto, o del fratel secondo
7.13che parve in rari assalti aspro e feroce,
7.14il cui figlio esaltò purpurea croce.
7.15Né di Serlon, che d'una e d'altra riva
7.16cacciò barbara gente e gente argiva,
7.17fu men canora voce,
7.18nel vessillo del ciel portato: ascondo
7.19miracol novo e nova grazia al mondo.
8.1Musa, il numero ancor d'estinta turba
8.2racconta, onde fu preso il chiaro nome
8.3di cui Sicilia più si onora e vanta;
8.4ma chi nel vanto annoverar potrebbe
8.5arme, genti, città difese e dome,
8.6e, quasi rami de la nobil pianta,
8.7gli scettri, ond'ella al ciel levossi e crebbe?
8.8Quel Greco che le sfere a contar ebbe
8.9qui fora vinto a sì bell'opra e stanco,
8.10non ch'io, sì fral che già vacillo e manco
8.11di quanto a lui si debbe;
8.12e quel ch'ora per noi si scrive e canta
8.13raggio è di un sol cui la sua luce ammanta.
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