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1471

Rime

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1.1Spirto gentil, ch'i più lodati esempi
1.2segui d'alto valor, che forte o giusto
1.3Africano od Augusto
1.4lasciasse al mondo od altro invitto duce;
1.5quel tuo maggior, ch'adorni i sacri tempi
1.6fé di novi sepolcri, e 'n bianchi marmi
1.7spiegò l'insegne e l'armi,
1.8e giunse a' chiari nomi e fama e luce,
1.9segnò quel calle, ove pietà conduce;
1.10tu da lei scorto al tenebroso inferno
1.11od a' felici campi,
1.12per favolose vie non movi il passo;
1.13ma poggi al tempio de l'onore eterno,
1.14del cui ardente desio ne l'alma avvampi,
1.15perché gloria più salda in lei si stampi
1.16ch'in bel metallo o 'n sasso,
1.17ed abbia gli anni in terra e 'l tempo a scherno,
1.18come han l'alme là sù Stige ed Averno.
2.1E mentre d'Ademaro in ciel risplende
2.2l'ardente spirto più ch'in lucid'ostri,
2.3e gli stellanti chiostri
2.4tutti de la sua luce orna e rischiara,
2.5qui la sua fama antica il volo stende
2.6oltre 'l corso del sol, che 'l dì riporta
2.7per via lunga e distorta,
2.8e innanzi a lui bella si scorge e chiara;
2.9e gli altri ch'ascondea la terra avara,
2.10la 've perpetua e cieca notte adombra
2.11il suo profondo seno,
2.12sono, la tua mercé, famosi e conti.
2.13Ma de l'antichità la nube e l'ombra
2.14sparisce come a' raggi in bel sereno
2.15nebbia compressa d'atro umor terreno.
2.16Chi fia che lor racconti,
2.17se folta selva, quando il gel si sgombra,
2.18di tante fonti non s'adorna e 'ngombra?
3.1Felice stirpe, onde il più nobil regno
3.2che 'l nostro mare inondi o 'l sole illustri,
3.3in gran girar di lustri
3.4si gloria (oh gran favor di stelle amiche!);
3.5e perché quattro volte il fero sdegno
3.6d'aspra Fortuna abbia gittato a terra,
3.7con perigliosa guerra,
3.8tante corone de' suoi regi antiche,
3.9movendo l'arme al sommo onor nemiche,
3.10e svelti i tronchi da radice a forza;
3.11quest'anco inalza e spande
3.12la nobil chioma e cento rami e cento,
3.13ch'empia tempesta non la crolla o sforza,
3.14bench'ella sorga più fiorita e grande
3.15e si faccia d'onor sacre ghirlande,
3.16senza tema e spavento,
3.17e di sua lode adorna in verde scorza,
3.18vie più con gli anni acquista onore e forza.
4.1E quando il regno aggiunse al grande impero
4.2e quando il diede al successor di Carlo,
4.3chi sol potea donarlo,
4.4quasi un bel premio de l'imprese eccelse,
4.5e poich'alfine il glorioso Ibero
4.6d'Aragon venne folgorando e spinti
4.7i suoi nemici e vinti,
4.8difese lei che 'l fece erede e scelse;
4.9e quanto il tenne e proprio albergo ei felse,
4.10finché successe il buon nipote al figlio,
4.11ella si stese e crebbe;
4.12né senza quella chiara, invitta fede
4.13de' tuoi maggiori in pace o 'n gran periglio
4.14d'aspra contesa, alcuno a regnar ebbe;
4.15e degno grado a quel valor si debbe,
4.16sostegno a l'alta Sede,
4.17d'animo ognor costante e di consiglio,
4.18e per guerra e per morte e per esiglio.
5.1Ma co' regi, che fati avari e scarsi
5.2ebber sovente in guerra e 'l regno istesso
5.3or predato or oppresso,
5.4e da giogo crudel talora afflitto,
5.5non poteva ella insino al cielo alzarsi,
5.6né fu sì ampia la fortuna o 'l clima,
5.7come il merto si stima.
5.8Poich'al gran Carlo ed a Filippo invitto
5.9non ha meta o confine il ciel prescritto
5.10in barbarica terra o 'n mar profondo;
5.11ma la giusta possanza
5.12trapassa le colonne, e i sacri altari
5.13la gloria, ed a lei sembra angusto il mondo.
5.14Poche ha la stirpe tua sembianti o pari
5.15fra l'orrid'Alpe e i duo famosi mari,
5.16e 'n te se stessa avanza,
5.17e 'l primo Re le aspira e 'l ciel secondo
5.18a sostener di gloria antica il pondo.
6.1E perché d'ostro altri s'adorni e d'oro,
6.2e scettro imperioso in guerra ei porti,
6.3altri spesso riporti,
6.4vinto il nemico in campo, altera palma,
6.5e cinga il crin di trionfale alloro,
6.6altri, il re difendendo, a morte il toglia,
6.7porpora sacra e spoglia,
6.8e prisca fede e gloria ardente ed alma
6.9sono a te cara ed onorata salma
6.10da gli avi imposta; e la sostiene e regge,
6.11e 'n se stessa s'aduna,
6.12la tua virtù che non vacilla e manca;
6.13ma di seguir tanto valore elegge
6.14con più destra e seconda alta fortuna,
6.15sin da le fasce e da la nobil cuna;
6.16né mai s'allenta o stanca
6.17e quasi a se medesma è viva legge,
6.18mentre i popoli tuoi frena e corregge.
7.1Signor, deh mira come Italia e Spagna,
7.2le più belle del mondo e care parti,
7.3hanno diffusi e sparti
7.4gli onori e l'arme e le vittorie intorno,
7.5dovunque l'Ocean circonda e bagna;
7.6e come avvien ch'in più tranquilla faccia
7.7in lor suo albergo faccia
7.8Fortuna e Marte d'auree spoglie adorno,
7.9né più stimi del mondo altro soggiorno.
7.10E qual ne l'alto Egeo nocchiero accorto
7.11spande ventosa vela,
7.12quando è placida l'aura e 'l mar s'acqueta,
7.13e 'l ciel risplende da l'occaso a l'orto,
7.14ché nulla nube a mezzo giorno il vela,
7.15spiega tu cortesia, ch'invan si cela,
7.16a gloriosa meta,
7.17sin che nel mar gittando il ferro attorto,
7.18lieto alfin prende il più felice porto.
8.1Canzon mia, non può ingegno o stil più colto
8.2darti colori e lumi
8.3sì varii, che di lor tutta risplenda;
8.4ma quel signor c'ha le tue Muse accolto
8.5in degno albergo, al suo splendor t'allumi.
8.6E se parer più bella altrui presumi,
8.7fa ch'egli in grado il prenda,
8.8e dì: "Quel ch'in me splende o poco o molto,
8.9raggio è suo solo e 'l vero in luce avvolto".
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