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1.1"Per per si va ne la città dolente,
1.2per me si va ne l'etterno dolore,
1.3per me si va tra la perduta gente.
2.1Giustizia mosse il mio alto fattore;
2.2fecemi la divina podestate,
2.3la somma sapïenza e 'l primo amore.
3.1Dinanzi a me non fuor cose create
3.2se non etterne, e io etterno duro.
3.3Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate".
4.1Queste parole di colore oscuro
4.2vid'ïo scritte al sommo di una porta;
4.3per ch'io: "Maestro, il senso lor m'è duro".
5.1Ed elli a me, come persona accorta:
5.2"Qui si convien lasciare ogne sospetto;
5.3ogne viltà convien che qui sia morta.
6.1Noi siam venuti al loco ov'i' t'ho detto
6.2che tu vedrai le genti dolorose
6.3c'hanno perduto il ben de l'intelletto".
7.1E poi che la sua mano a la mia puose
7.2con lieto volto, ond'io mi confortai,
7.3mi mise dentro a le segrete cose.
8.1Quivi sospiri, pianti e alti guai
8.2risonavan per l'aere sanza stelle,
8.3per ch'io al cominciar ne lagrimai.
9.1Diverse lingue, orribili favelle,
9.2parole di dolore, accenti d'ira,
9.3voci alte e fioche, e suon di man con elle
10.1facevano un tumulto, il qual s'aggira
10.2sempre in quell'aura sanza tempo tinta,
10.3come la rena quando turbo spira.
11.1E io ch'avea d'error la testa cinta,
11.2dissi: "Maestro, che è quel ch'i' odo?
11.3e che gent'è che par nel duol sì vinta?".
12.1Ed elli a me: "Questo misero modo
12.2tegnon l'anime triste di coloro
12.3che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.
13.1Mischiate sono a quel cattivo coro
13.2de li angeli che non furon ribelli
13.3né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.
14.1Caccianli i ciel per non esser men belli,
14.2né lo profondo inferno li riceve,
14.3ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli".
15.1E io: "Maestro, che è tanto greve
15.2a lor che lamentar li fa sì forte?".
15.3Rispuose: "Dicerolti molto breve.
16.1Questi non hanno speranza di morte,
16.2e la lor cieca vita è tanto bassa,
16.3che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.
17.1Fama di loro il mondo esser non lassa;
17.2misericordia e giustizia li sdegna:
17.3non ragioniam di lor, ma guarda e passa".
18.1E io, che riguardai, vidi una 'nsegna
18.2che girando correva tanto ratta,
18.3che d'ogne posa mi parea indegna;
19.1e dietro le venìa sì lunga tratta
19.2di gente, ch'i' non averei creduto
19.3che morte tanta n'avesse disfatta.
20.1Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto,
20.2vidi e conobbi l'ombra di colui
20.3che fece per viltade il gran rifiuto.
21.1Incontanente intesi e certo fui
21.2che questa era la setta d'i cattivi,
21.3a Dio spiacenti e a' nemici sui.
22.1Questi sciaurati, che mai non fur vivi,
22.2erano ignudi e stimolati molto
22.3da mosconi e da vespe ch'eran ivi.
23.1Elle rigavan lor di sangue il volto,
23.2che, mischiato di lagrime, a' lor piedi
23.3da fastidiosi vermi era ricolto.
24.1E poi ch'a riguardar oltre mi diedi,
24.2vidi genti a la riva d'un gran fiume;
24.3per ch'io dissi: "Maestro, or mi concedi
25.1ch'i' sappia quali sono, e qual costume
25.2le fa di trapassar parer sì pronte,
25.3com'i' discerno per lo fioco lume".
26.1Ed elli a me: "Le cose ti fier conte
26.2quando noi fermerem li nostri passi
26.3su la trista riviera d'Acheronte".
27.1Allor con li occhi vergognosi e bassi,
27.2temendo no 'l mio dir li fosse grave,
27.3infino al fiume del parlar mi trassi.
28.1Ed ecco verso noi venir per nave
28.2un vecchio, bianco per antico pelo,
28.3gridando: "Guai a voi, anime prave!
29.1Non isperate mai veder lo cielo:
29.2i' vegno per menarvi a l'altra riva
29.3ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo.
30.1E tu che se' costì, anima viva,
30.2pàrtiti da cotesti che son morti".
30.3Ma poi che vide ch'io non mi partiva,
31.1disse: "Per altra via, per altri porti
31.2verrai a piaggia, non qui, per passare:
31.3più lieve legno convien che ti porti".
32.1E 'l duca lui: "Caron, non ti crucciare:
32.2vuolsi così colà dove si puote
32.3ciò che si vuole, e più non dimandare".
33.1Quinci fuor quete le lanose gote
33.2al nocchier de la livida palude,
33.3che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote.
34.1Ma quell'anime, ch'eran lasse e nude,
34.2cangiar colore e dibattero i denti,
34.3ratto che 'nteser le parole crude.
35.1Bestemmiavano Dio e lor parenti,
35.2l'umana spezie e 'l loco e 'l tempo e 'l seme
35.3di lor semenza e di lor nascimenti.
36.1Poi si ritrasser tutte quante insieme,
36.2forte piangendo, a la riva malvagia
36.3ch'attende ciascun uom che Dio non teme.
37.1Caron dimonio, con occhi di bragia
37.2loro accennando, tutte le raccoglie;
37.3batte col remo qualunque s'adagia.
38.1Come d'autunno si levan le foglie
38.2l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo
38.3vede a la terra tutte le sue spoglie,
39.1similemente il mal seme d'Adamo
39.2gittansi di quel lito ad una ad una,
39.3per cenni come augel per suo richiamo.
40.1Così sen vanno su per l'onda bruna,
40.2e avanti che sien di là discese,
40.3anche di qua nuova schiera s'auna.
41.1"Figliuol mio", disse 'l maestro cortese,
41.2"quelli che muoion ne l'ira di Dio
41.3tutti convegnon qui d'ogne paese;
42.1e pronti sono a trapassar lo rio,
42.2ché la divina giustizia li sprona,
42.3sì che la tema si volve in disio.
43.1Quinci non passa mai anima buona;
43.2e però, se Caron di te si lagna,
43.3ben puoi sapere omai che 'l suo dir suona".
44.1Finito questo, la buia campagna
44.2tremò si forte, che de lo spavento
44.3la mente di sudore ancor mi bagna.
45.1La terra lagrimosa diede vento,
45.2che balenò una luce vermiglia
45.3la qual mi vinse ciascun sentimento;
46.1e caddi come l'uom cui sonno piglia.
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