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Rime

PoeTree.it

1.1Cantar non posso, e d'operar pavento
1.2contrario effetto con la lingua al core
1.3che vorria fare onore
1.4a quella donna ch'ora è diva in Cielo;
1.5ma come scoprirò del suo valore
1.6quel che spesso fra me ragiono e sento,
1.7e quel chiaro concento
1.8de le sue lodi ch'io nascondo o celo,
1.9s'ella, che vede com'io tremo e gelo,
1.10sin da le stelle or non mi detta i versi?
1.11L'anima bella ancor non era avvinta
1.12del nodo onde fu cinta,
1.13quando primiero in lei questi occhi apersi;
1.14ma di sua propria mano il Mastro eterno
1.15il tessea per sua gloria in mezzo il verno.
2.1Era non di rubini o di diamanti
2.2quel che legar dovea l'alma reale,
2.3ma di fede immortale
2.4e di celeste amor con dolci tempre;
2.5né di pregio o valor si trova eguale,
2.6né strinser mai sì bei legami e santi
2.7sì gloriosi amanti,
2.8in cui l'ardor con l'onestà si tempre;
2.9né dove si gioisce e vive sempre
2.10l'uno e l'altro beato è insieme unito
2.11con affetto più caro in altro modo:
2.12nobilissimo nodo,
2.13per alto esempio de' mortali ordito,
2.14di cui l'imago fu tra le più belle
2.15creata innanzi al sole ed a le stelle.
3.1A le fila lucenti e preziose,
3.2al mirabil contesto, al bel lavoro
3.3che vince ogni tesoro
3.4lo qual s'asconda de la terra in seno
3.5e de' fiumi e del mar le gemme e l'oro,
3.6giunta la vidi, e superar le spose
3.7più belle e più famose
3.8che sian fra l'acque d'Adria e 'l mar Tirreno;
3.9e d'alta maraviglia oppresso e pieno
3.10uomo io parea che non usata luce
3.11repente miri, allor sì nobil donna
3.12veggendo in treccia e 'n gonna,
3.13e cader l'arme d'ogn'invitto duce
3.14e l'alte palme e le temute insegne;
3.15né fur mani di scettro ancor più degne.
4.1Non si fermava il mio pensiero in terra,
4.2che l'invitta sua stirpe onora e cole,
4.3ma trapassa il sole,
4.4dove son l'alme de gli antichi augusti,
4.5quando una donna, che teatri e scole
4.6empie del nome chiaro in pace e 'n guerra
4.7e i suoi nemici atterra,
4.8ma leva al cielo i valorosi e giusti:
4.9"Tu," disse "che già meco un tempo fusti
4.10e mi seguisti poi sì pigro e tardo,
4.11odi il vero da me, che pria s'intese
4.12dov'ella il volo prese,
4.13e parte solo in lei rivolgi il guardo
4.14che de la gloria eterna è specchio ardente,
4.15quasi d'angelo sia divina mente.
5.1Quando l'anima santa al mondo venne,
5.2l'ornò mirabilmente il sommo Padre
5.3de le doti leggiadre
5.4e de' bei doni e de' superni lumi
5.5che fan più belle le celesti squadre;
5.6né chi vicino a lui spiegò le penne
5.7parte maggior ne tenne;
5.8e serenando il cielo e 'l mare e i fiumi,
5.9fiorir facendo le campagne e i dumi,
5.10verdeggiare ogni monte ed ogni bosco,
5.11sicure errar le mansuete greggie
5.12col pastor che le regge,
5.13e lasciare i serpenti il fiero tosco;
5.14ma le ragioni a morte allor non tolse,
5.15perché il suo merto far più chiaro ei volse.
6.1Come ella fu ne la terrena vita
6.2che per lei quasi diventò celeste,
6.3le più belle ed oneste
6.4subito empié di nobil maraviglia;
6.5e fra le spoglie d'ostro e d'or conteste,
6.6fra le pompe reali era nutrita;
6.7ma pur in sé romita
6.8spesso innalzava le divote ciglia
6.9in guisa di chi pensa e si consiglia;
6.10e fra i chiari trofei del padre invitto,
6.11e i novi scettri e le corone eccelse,
6.12fra cui vittoria scelse
6.13l'albergo e sollevò l'imperio afflitto,
6.14l'orme seguia, che santo piede imprime,
6.15con la piana umiltà via più sublime.
7.1Ma poi ch'accrebbe lei natura ed arte
7.2con gli anni il senno e 'l suo valore insieme,
7.3fede ed amore e speme
7.4di terra l'innalzar quasi colomba
7.5o com'aquila poggia a le supreme
7.6nubi e rimira di lontana parte.
7.7Ma non bastan le carte
7.8a scriver quel che nel tuo cor rimbomba
7.9quasi angelico suon d'eterna tromba;
7.10e ben felice è quel, con cui s'accoppia,
7.11novello Alfonso, che l'antico agguaglia
7.12ne l'arti di battaglia,
7.13né fu congiunta mai più nobil coppia;
7.14ma se le giunse Amor, Morte partille,
7.15ch'invidia al novo eroe più forte Achille".
8.1Ciò detto avendo, la costante destra
8.2par che volgesse a le stellanti rote
8.3insieme con la fronte, e così disse:
8.4"Le sue stelle son fisse;
8.5ma quel ch'a lei mi diè mutar le puote,
8.6mesta canzone". E poi da me disparve
8.7qual vera dea, non com'erranti larve.
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