about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1– Essendo già per coniettura chiari
1.2che quell'era 'l fanciul qual fu portato
1.3dal crudo vecchio per quei falsi mari,
1.4e da la cerva esser potea educato,
1.5sì come quel ch'a la romana gente,
1.6nutrito da una lupa, el nome ha dato,
1.7ragionar gl'insegnaro e facilmente,
1.8chi aveva istinto e ingegno peregrino,
1.9sì che 'l concetto espresso de sua mente
1.10narrò: sì come essendo fantulino,
1.11da la piatosa cerva fu nutrito
1.12come figliol su quel lito marino;
1.13come de puerizia essendo uscito,
1.14cominciò intrare in gran contemplazione
1.15per esser sol, né alcun mai visto o audito,
1.16e facilmente gl'insegnò ragione
1.17ch'era d'un'altra spezie d'animale,
1.18vedendose con gli altri al paragone:
1.19a questo il pelo, a quel le piume e l'ale
1.20mirando, e a chi gli artigli o rostro o corno
1.21per difensarse, ei nudo, inerme e frale.
1.22E così imaginando notte e giorno,
1.23per non restare ai bruti inferïore,
1.24cercò coprirse e far suo corpo adorno:
1.25de vaghe foglie d'ogni bel colore
1.26el novo sarto una veste compose,
1.27la qual secca devenne infra poch'ore.
1.28Provato al suo vestir molt'altre cose,
1.29veste d'alberi al fin per meglior tolse
1.30e 'l nudo corpo sotto quelle ascose;
1.31con tal misura intorno a sé le avolse
1.32che non pareano a caso poste in opra.
1.33Aver ragion in sé demostrar vòlse,
1.34sì come ogni animal suo istinto adopra:
1.35abiti dove vòl, sì al fin conviene
1.36suo ingegno ognun secondo sé poi scopra,
1.37ch'a ciascun per usanza questo avene
1.38chi vive solitario, sempre pensa,
1.39secondo sua natura, o male o bene.
1.40Vedendo egli talor la selva densa
1.41de verde frondi e poi tanti odor grati
1.42nei vari frutti e la dolcezza immensa,
1.43tanti bei fiori sopra' verdi prati,
1.44tanti maturi semi infra l'erbette
1.45in sua stagione ciascun d'essi nati,
1.46maraviglioso longo tempo stette
1.47che fusse la cagion de tali effetti,
1.48chi tante varie forme a questi dette.
1.49E perché spesse volte da gli obietti
1.50de gli occhi nascon dentro agli uman cori
1.51nove contemplazion, discorsi eletti,
1.52vedendo i giorni deventar magiori
1.53e in quel tempo germogliar le piante,
1.54perder le fronde poi nei dì minori,
1.55la cagion de quest'opre varie e tante
1.56al fin conobbe che quella luce era
1.57che 'l mondo aviva e s'alza da levante.
1.58Tanti vaghi color d'ogni maniera,
1.59tanta diversità comprese chiaro
1.60nata in terra da quella vital spera,
1.61vedendo misurarne il tempo caro
1.62e far la notte con la sua partita
1.63e col ritorno a noi il giorno chiaro,
1.64e recrear col caldo suo ogni vita,
1.65e la sua incomparabile potenza
1.66esser la giudicò quasi infinita;
1.67compresa donque in lui tanta eccellenza,
1.68tutte le luci a la sua chiara luce
1.69quai minori e magior far riverenza.
1.70Così come un pensier l'altro produce,
1.71tanto in se stesso imaginando venne
1.72la gran virtù de quel celeste duce
1.73che longo tempo per suo dio lo tenne
1.74e adorol d'adorazione làtria,
1.75fin che la nave a l'isola pervenne.
1.76Ben ch'alcuno chiamass'idololàtria
1.77la sua contemplazion, questo pensiero
1.78lo adrizzò pure a la celeste patria.
1.79Mira ch'avendo l'animo sincero,
1.80ebbe il suo contemplare un tanto effetto
1.81che li fece vedere in parte il vero;
1.82non essendo de vizi alora infetto,
1.83li suoi puri pensier drizzò per via
1.84la qual trovar non può vizioso petto.
1.85E nella morte de la cerva pia
1.86quel che fece da poi, l'intenderai
1.87e l'eccellenza de sua fantasia;
1.88e certo son che tu confesserai
1.89che la virtù sol sparge le radici
1.90in animi quïeti, e che dirai
1.91che noi mortali sola fa felici –.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)