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1.1– Una isoletta in l'amplo occean sede,
1.2non abitata pria da umana prole,
1.3s'a dotti autori ebrei se presta fede,
1.4la qual rescalda sì clemente il sole
1.5che quasi sempre gli è la primavera
1.6e in ogni tempo mammole vïole:
1.7ghiaccio né neve o brina orrida e austera,
1.8non estremo calor vizian le cose
1.9ivi nascenti né nociva fiera.
1.10Sì come il fatal ordine dispose,
1.11spinta da venti ivi una caravella
1.12gionse, la qual poi gente in terra pose;
1.13e recercando in questa parte e in quella,
1.14altro omo non trovâr ch'un giovenetto
1.15abbitar solo l'isoletta bella,
1.16qual non uso a veder uman aspetto,
1.17come silvaggio in fuga pria se volse,
1.18portato da paura e da suspetto.
1.19Ma poi ch'un poco l'animo recolse,
1.20pieno de maraviglia e de letizia,
1.21dal cor suo quasi ogni rispetto tolse
1.22e le faceva segno d'amicizia,
1.23poi che sue effigie anch'essi aver s'accorse,
1.24sperando lor venuta a lui propizia:
1.25e in segno de pace alora porse
1.26con la voce incomposita la mano,
1.27né ad occultarsi più in la selva corse.
1.28Ingegno e naturale istinto umano
1.29aveva in sé, però, benché nutrito
1.30fosse in quel loco solitario e strano,
1.31chiaro l'industrïoso suo vestito
1.32dimostrava a color che lo trovorno
1.33di ragione e intelletto esser munito:
1.34d'arbori scorze s'avea posto intorno
1.35con tal misura, in vece de le vesti,
1.36ch'in quella gran rudezza parea adorno.
1.37Securo approssimato donque a questi,
1.38se sforzava il concetto del suo core
1.39esprimere qual muto con gli gesti:
1.40e così uscito de le selve fuore,
1.41umano con gli umani acompagnossi,
1.42deposto ogni suspetto e ogni timore.
1.43Come vòlse la sorte, alor trovosse
1.44alcun spirto gentil fra quelle genti,
1.45qual de quel caso assai meravegliosse:
1.46non li poteva penetrar in mente
1.47come fuss'ivi questo capitato,
1.48né narrarlo esso alor era possente;
1.49ma un ingegno de gli altri più elevato
1.50era de questa ferma opinïone,
1.51che senza seme uman fusse creato,
1.52e allegava natural ragione,
1.53arguta molto, come intenderai,
1.54a la fisica sua narrazïone.
1.55Dicea che quella terra, la qual mai
1.56non sentì aratro, essendo riscaldata
1.57dal chiaro sol con temperati rai,
1.58s'era naturalmente preparata
1.59per farse d'uman feto genitrice:
1.60dal solar raggio essendo ingravidata
1.61e tumefatta come una matrice,
1.62un ventricello in quella era cresciuto,
1.63a nutrirse atto con la sua radice
1.64e a l'idoneo tempo pervenuto
1.65de recever la forma e vivo farse,
1.66nel fecondo tumor anco involuto,
1.67come fiamma pei raggi suol calarse
1.68a l'esca a lei subietta e quella accende,
1.69e splende chiara mentre ha da cibarse,
1.70così dal sol, da chi ogni vita scende,
1.71era la vital luce in lui descesa,
1.72la luce per la qual sente e intende;
1.73e quella entelechìa avendo presa,
1.74nello debito tempo poi maturo
1.75nel mondo venne qual lucerna accesa.
1.76E per nutrirlo, come latte puro,
1.77sparso avea umor la terra da le vene,
1.78del qual viveva nel pio sen securo
1.79perché a noi sempre dona tutto il bene
1.80la magna nostra madre universale,
1.81ch'a sustentar la vita ne conviene.
1.82Qual provida nutrice naturale,
1.83fra salutifera erba il fe' iacere,
1.84conoscend'ella quanto l'omo è frale,
1.85sì come genitrice qual tenere
1.86suol i figlioli nel suo pelo o piume,
1.87fin che de conservarsi abbian potere,
1.88crescendo poi second'i lor costume,
1.89cercando il cibo suo, chi in verdi prati,
1.90chi in campi o boschi o in aer o in chiaro fiume,
1.91fin che de terra ancor sian ritornati –.
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