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Pergoletta de Antonio Fileremo Fregoso Cavalere de le laudi de Amore

Silve

PoeTree.it

1.1Febo surgeva fuor de le salse onde
1.2coronato de raggi e già l'Aurora
1.3racolte aveva le sue trece bionde:
1.4era del giorno alor la second'ora
1.5e del mese gentil nel qual gioconde
1.6l'erbose spiagge fa la vaga Flora,
1.7quand'in un bel giardin sol e pensoso
1.8entrai, ch'era mio spasso e mio reposo.
2.1In capo d'una ombrosa pergoletta
2.2pel grand'ardor schivar del sol estivo,
2.3costrutta era una piccola loggetta
2.4la cui rara bellezza io non descrivo;
2.5proprio a rimpetto dove l'om s'asetta
2.6era depinto Amore e parea vivo;
2.7sedendo e la pittura remirando,
2.8infra me cominciai così parlando:
3.1– Cieco, nudo fanciul, con pennate ali,
3.2chi te dipinse, Amor sacro e celeste,
3.3con l'arco in mano e con faretra e strali?
3.4Chi disse le tue fiamme sì moleste
3.5com'è 'l pubblico grido infra' mortali?
3.6O tue virtù non gli fur manifeste,
3.7o vero ebbe corrotto il bon iudizio
3.8o patì per amar grave supplizio.
4.1Se privo sei de luce, i bei costumi,
4.2l'augusto aspetto e le regal maniere
4.3de la tua Psiche e suoi fulgenti lumi
4.4come in mirar prendesti già piacere?
4.5Se sei nudo fanciul, come presumi
4.6regnar in terra e in le celeste sfere?
4.7E come, garzoncel privo de panni,
4.8revesti il mondo già tanti e tanti anni?
5.1Sono de levità l'ale tue segno,
5.2ma chi di te a un'impresa è più costante?
5.3Qual è de fede un più securo pegno
5.4che dare il cor in man de la su'amante?
5.5Orfeo descese nel tartareo regno
5.6seguendo già d'Euridice le piante,
5.7Alceste per l'amato suo consorte
5.8intrepida sustenne l'impia morte;
6.1e qual magior fermezza può trovarse
6.2ch'elleger morte per men rio partito?
6.3Quel, pria che da la moglie separarse,
6.4questa morir in cambio del marito!
6.5Quante se sono già nelle pire arse
6.6o occise per passare a l'altro lito
6.7sul schifo de Caron con l'ombra amata,
6.8tanto avean l'alma de costanza armata!
7.1Un gentil cor nel quale abbita Amore
7.2a glorïose imprese sempre aspira:
7.3prima la vita perder che l'onore
7.4elegge, chi ciascuna opra sua mira:
7.5se inante a gli occhi ha il suo suav'ardore,
7.6la bella diva per la qual suspira,
7.7non è sì orrendo caso e periglioso
7.8che non gli entri securo e annimoso.
8.1Oh, chi potesse far de veri amanti
8.2uno esercito, oh, che famose squadre
8.3da non bastarli forza alcuna innanti
8.4farsegli! Vedrien cose sì ligiadre
8.5e gesti singulari e sì prestanti
8.6che Roma, qual d'ogni virtù fu madre,
8.7mentr'era più felice e in maggior gloria
8.8tali non vidde, e leggi pur sua storia.
9.1Se dio de pace sei e con catena
9.2doi amorosi cor leghi sì forte
9.3che con la dura falce non può a pena
9.4romperla la importuna e cruda morte,
9.5perché de strali la faretra piena
9.6e l'arco in man com'om de mala sorte
9.7portar te fanno e chiamante omicida,
9.8se sol concordia in corte tua se grida?
10.1Che d'Ozio nato sii come se dice,
10.2a me non par, perché chiaro se vede
10.3che l'effetto a tal fama contradice,
10.4ch'un solicito amante ogn'altro eccede
10.5e solo è nell'imprese sue felice,
10.6se felice è chi sua donna possede;
10.7né ignavia apresso quel può trovar loco,
10.8chi nel suo petto porta del tuo foco –.
11.1Mentre ch'io stava astratto in tal pensiero,
11.2doi spirti eletti che tra gli altri han vanto
11.3entrorno nell'aprico e bel verziero,
11.4la cui venuta a me fu grata tanto
11.5per esser dotti e de iudizio intiero,
11.6ch'io non te potria dir, lettor mio, quanto:
11.7Tilesio e Bartolomeo il Simoneta,
11.8persona ognun de lor rara e discreta.
12.1Nel dilettoso portichetto intrati
12.2senza far cerimonïe fra noi,
12.3da poi che tutti tre fummo asettati,
12.4e io postomi in mezzo d'ambidoi
12.5per goder sua virtù da tutti i lati,
12.6incominciò così 'l Tilesio poi:
12.7– Dimmi ch'era di te così qui solo:
12.8salivi in cielo col pensiero a volo? –.
13.1– Oh –, resposi io, – il mio pensier tant'alto
13.2volar non può, ch'al volo non ha penne
13.3e caderebbe poi sul duro smalto,
13.4come ad Icaro dicon che intervenne
13.5quando cadé dal ciel con sì gran salto,
13.6perché la via de mezzo ben non tenne –.
13.7Fatta questa resposta, io gli scopersi
13.8el mio discorso nei cantati versi.
14.1Finito il mio parlar, Tilesio alora
14.2recolse col tacer se stesso un poco,
14.3poi cominciò così: – Chi se inamora,
14.4non tenga l'amorosa face a gioco,
14.5perché sua luce tutto il mondo onora,
14.6tanta virtute ha in sé quel sacro foco,
14.7e in tal pensier trovarte ho gran diletto,
14.8per scoprirte su questo il mio concetto.
15.1Mirabil cosa è Amor, e che natura
15.2divina in lui non sia chionque dir vòle,
15.3è proprio un voler far la luce oscura
15.4con poco vel quand'è più chiaro il sole;
15.5né credo tenga de se stesso cura
15.6chi questo almo segnor sempre non cole:
15.7questo del mondo in man le chiavi porta
15.8e de le mortal vite apre la porta.
16.1La metropoli sua e regal sede
16.2nei penetrali de l'umana mente
16.3ha posto e in quella alberga e la possede,
16.4e chi le sacre fiamme sue non sente
16.5a le parole mie non presta fede,
16.6né stima sua virtù tanto potente
16.7che faccia in noi sì com'il solar raggio
16.8ne i verdi prati un ben fiorito maggio.
17.1Legge il volume del toscan Poeta:
17.2un giardin vederai de fior sì pieno,
17.3che non fu primavera mai sì leta
17.4ch'al par de questo non n'avesse meno;
17.5chi vòl toccar la desïata meta,
17.6de quelli li convien impir il seno,
17.7ché chi non sent'il suo suave odore
17.8non può con dolce stil cantar d'Amore.
18.1Qual altra cosa in questa mortal vita
18.2è più salubre a un giovenetto core
18.3ch'arder per donna de virtù munita?
18.4Ogni tristo pensier quel sacro ardore
18.5scaccia dal petto giovenil e invita
18.6l'animo sempre a sequitar onore:
18.7se lo amante in l'amata se trasforma,
18.8i bei costumi suoi tien per sua norma.
19.1Ma chi femina vil per sorte mira,
19.2ch'abbia l'anima infetta, quel veneno
19.3a sé, com'occhio d'occhio infermo, tira
19.4e de vani pensieri gli empie il seno,
19.5per quale avvien che poi piange e suspira:
19.6chiamasi questo Amor vulgare e osceno,
19.7a cui ben gli conviene l'arco e i strali,
19.8perch'è sola cagion de tutti i mali.
20.1Del nostro sacro e venerando nume
20.2che direm noi, da poi che solo è quello
20.3ch'ha in sé ogni grazia e ogni bon costume?
20.4A chi 'l depinse giovenetto e bello
20.5benedico la man, ma chi prosume
20.6cieco chiamarlo e de pietà rebello,
20.7esso è profano e cieco e senza legge,
20.8ch'ha le sue luci e in pace il mondo regge.
21.1Quattro elementi la sua gran sapienza
21.2con tal misura in questo mondo tene
21.3e in un subietto senza differenza
21.4fagli abitar e sì gli accorda bene
21.5che non fa l'uno a l'altro vïolenza:
21.6qual armonia in vita ce mantiene,
21.7cun questi crea tutto quel che nasce,
21.8de questi quattro ogni vivente pasce.
22.1Che fanciullo sia Amore è chiara prova,
22.2ché cresce ogn'ora, esosa ha la vecchiezza,
22.3il tutto a suo poter sempre rinova:
22.4chiamato è desiderio de bellezza,
22.5né cosa a lui più simile se trova
22.6di lei, però appetisce sua vaghezza;
22.7gentile il vedi sempre in ogn'effetto,
22.8però sdegnas'intrar rustico petto.
23.1Fra leti fiori questo tanto dio
23.2alberga voluntier e ama il verde
23.3in segno de speranza e de desio,
23.4però se 'l fior de gioventù se perde,
23.5li amorosi pensier vanno in oblio;
23.6e nelle piante Amor par se rinverde,
23.7come se vede in segno de amicizia
23.8volgerse sempre al sol l'amante Clizia.
24.1Qual più de questo è vittorioso duce,
24.2che nel magno trionfo omini e dei
24.3inanti al carro suo presi conduce?
24.4Mira le spoglie, mira i gran trofei,
24.5cui chiara fama sì nel mondo luce
24.6che esprimerla non so nei versi mei.
24.7Al suo nome divin ciascun se rende,
24.8però ogni cor gentil senz'arme prende.
25.1Musica questo a ogni vivente insegna,
25.2come con l'opre sue fa prova vera
25.3quando despiega sua amorosa insegna
25.4per renovare il mondo in primavera,
25.5ch'ogni augelletto al suo poter s'ingegna
25.6per far pietosa la sua amica altera,
25.7con dolce melodie su' verdi rami
25.8descoprir le sue fiamme e quanto l'ami.
26.1Questo monarca dentro il petto umano
26.2poetico furor divino accende:
26.3ogni elego scrittor greco o romano
26.4da lui cantar versi amorosi imprende;
26.5sacro poeta è adonque, e certo è insano
26.6chi 'l nega e contra verità contende,
26.7perché chi vòl virtù insegnar altrui,
26.8prima saperla ben conviene a lui.
27.1Questo è inventor de tutti li ornamenti,
27.2liberal, pieno de suavi odori,
27.3alchimista sottil, perché non senti
27.4quando trae del cor l'anima fuori;
27.5con la sua face e con suoi fochi ardenti
27.6tanto deletta ch'in te stesso muori
27.7per viver in altrui, né vederai
27.8in altro dio tal maraviglia mai.
28.1Chi dunque con sacri inni e degna laude
28.2sapria tanto segnor laudare a pieno,
28.3a cui il cielo e la natura applaude
28.4e nel splendor del viso suo sereno
28.5l'universo giardin del mondo gaude?
28.6Duolmi non sia sì d'eloquenza pieno
28.7ch'io sappia con mei versi e culte rime
28.8cantar le sue virtù rare e sublime.
29.1Poi che sufficïente a tale impresa
29.2non son, meglio è tacer d'un tanto dio,
29.3ch'a dirne poco, so gli faccio offesa:
29.4però offerisco vittima il cor mio
29.5a l'altar suo, a ciò s'io avesse lesa
29.6sua deità, l'error mand'in oblio
29.7e me perdoni e sempre me difenda
29.8che de femina leve io non me accenda –.
30.1Era stato sì attento a le parole,
30.2ch'io non ardiva pur mover il fiato,
30.3sì come spesse volte avenir suole
30.4ch'ascolta un dolce canto o un parlar grato,
30.5quand'il mio Simoneta, che Amor cole,
30.6incominciò: – Qual spirto si elevato
30.7sapria pinger Amor? perch'è impossibile,
30.8essendo magno, angelico e invisibile.
31.1Che Amor sia desiderio de beltade,
31.2Tilesio mio, affirmerò il tuo detto,
31.3perché, quando bellezze fôr create,
31.4le formò il summo Giove a questo effetto:
31.5a ciò che fusser desïate e amate;
31.6però nel gran Caòs fu Amor concetto,
31.7ché volendo far Dio tante opre belle,
31.8gli era bisogno Amor per amar quelle.
32.1Son tre bellezze, e la eccellente bella
32.2d'animo è né la vede occhio mortale;
32.3l'altra che splende come viva stella,
32.4ch'è de colore e de materia frale,
32.5formosità de corpo ognun l'apella:
32.6obietto è de la vista corporale;
32.7la terza è de la voce e sol se gode
32.8con quel senso col qual l'armonia s'ode.
33.1Sopra del ciel stellato è un superiore
33.2mondo qual è purissimo intelletto,
33.3ch'esempio fu del nostro inferïore
33.4e idea prima nel divin concetto
33.5de l'eterno Maestro e Creatore,
33.6né come questo è a senso alcun subietto:
33.7in quel donque incorporeo imaginato
33.8el primo Amor celeste fu creato.
34.1Però convien ch'in questo inferior mondo
34.2gli regni un altro Amor simil a quello,
34.3il qual chiamar debbiamo Amor secondo,
34.4più ch'alcun'altra creatura bello;
34.5sì come quello Amor fa 'l ciel giocondo,
34.6così fa in terra questo suo fratello:
34.7quello de l'alma la bellezza affetta,
34.8questo in quella del corpo se deletta.
35.1Felice patria nella qual descende
35.2del primo Amor la veneranda face,
35.3però ch'ivi con fraude non s'offende
35.4l'Odio, coperto con mantel de pace,
35.5insidïosi lacci ivi non tende:
35.6lì 'l mal del suo vicin al vicin spiace,
35.7li abiti onesti in li animi prestanti
35.8sol quelli son ch'a sé tiran gli amanti.
36.1Sì come un lume accende molti lumi,
36.2né alcuna parte de la prima luce
36.3se fa minor né par che se consumi,
36.4così quando in un petto virtù luce,
36.5da un bel costume mille bei costumi,
36.6come d'un seme molti fior, produce,
36.7e multiplica sì quel sacro foco
36.8che i raggi infonde in ogni oscuro loco.
37.1Ch'altro comandan nostre leggi sante
37.2che odiar il brutto e desïar l'onesto?
37.3Tante minace e pene acerbe tante
37.4sol sono per indur gli umani a questo:
37.5ma chi meglio il farà ch'un vero amante
37.6de propria voluntate, e chi più presto?
37.7Ché se donna gentil virtüos'ama,
37.8cerca la grazia sua con bona fama –.
38.1E io a lui: – O Simoneta mio,
38.2le bellezze che l'animo possede
38.3intender come sian ho gran desio,
38.4ch'importa molto amar quel non se vede
38.5come soglion gli uman l'eterno Dio,
38.6ma tanto bene in noi da lui procede
38.7che quegli effetti quai vedemo ognora
38.8fanno ch'el s'ama, ch'el se teme e adora.
39.1Ma la bellezza ch'al più nobil senso
39.2del corpo è obietto, non è maraviglia
39.3se s'appetisce con affetto immenso:
39.4come, propinqua al foco, esca s'empiglia,
39.5così fa al cor uman suo raggio intenso,
39.6anzi più presto al fascino simiglia
39.7ch'entra per gli occhi e scorre a le medolle
39.8e ogni libertà de l'alma tolle;
40.1o ver la scalda sì 'l suave foco
40.2che come far l'augel nel nido suole,
40.3del desio mette l'ale a poco a poco,
40.4perché seguir quella bellezza vòle,
40.5né senza essa ha mai pace in alcun loco:
40.6vedela assente e ascolta le parole
40.7ch'escon de quella, quando gli è 'nterdetto
40.8esser col corpo inante al suo cospetto –.
41.1E ello a me: – Sì come i bon pittori
41.2de lumi e ombre e vari liniamenti
41.3una figura fanno e de colori,
41.4e li ponen fra lor sì convenienti,
41.5che l'un per l'altro par più la decori,
41.6e in tal concinnità l'occhio contenti,
41.7così molte virtù la beltà fanno
41.8de l'alma, quando in lei con grazia stanno.
42.1Come de molte voci un'armonia
42.2suave ne resulta e un bel concento,
42.3composte con misura e melodia,
42.4così se gentil ninfa parlar sento
42.5che de molte virtuti ornata sia,
42.6a le dolce parole io sto sì attento,
42.7sentendole conforme al suo bel viso,
42.8come s'io fusse ratto in paradiso.
43.1Guarda qual forza ha la beltà invisibile,
43.2ché sua chiarezza non se offusca mai,
43.3tanto è perfetta e par cosa impossibile:
43.4se gli antiqui volumi leggerai,
43.5aver sufferto alcun pena incredibile
43.6per far l'anima bella troverai,
43.7e tanta voluttà di quella prendere
43.8che chi nol prova mai nol potrà intendere.
44.1Ognun chi segue l'amorosa insegna,
44.2convien che i doi Amori insieme accordi,
44.3sì come il cielo a noi mortali insegna,
44.4che con le sue bellezze par recordi
44.5ch'una magior bellezza in esso regna;
44.6essendo questi dei fra lor concordi,
44.7amando, mai non sentirai molestia,
44.8ch'amor sol de la carne è amor de bestia.
45.1Un aer puro, liquido e sereno
45.2infra le dense nubi e 'l ciel lunare
45.3se dice, e che de spirti è tutto pieno,
45.4quali senton passion dolce e amare,
45.5sì come noi i'nello aereo seno,
45.6e pòn le cose odiar e aver care:
45.7fra lor men rei e assai più scelerati
45.8sono da' Greci démoni chiamati.
46.1De questi è la superbia e l'avarizia,
46.2de questi crudeltate e la perfidia,
46.3de questi la lascivia e la pigrizia
46.4e a se stessa la nimica invidia:
46.5ognun de questi gli uman petti vizia,
46.6ognun de questi a noi mortali insidia:
46.7son questi spirti tutti i pensier nostri
46.8ch'entrono in noi sì come in propri chiostri.
47.1Ma, per l'oposto, in favor nostro poi
47.2ogni virtù da più eminente loco
47.3con quel celeste Amor vengono a noi,
47.4quand'il divino e suo suave foco
47.5il cor ne scalda con i raggi suoi;
47.6con l'aiuto de quelli a poco a poco
47.7i démoni maligni guai ho detto
47.8discaccia spesso fuor del nostro petto.
48.1E però, quando nasce sedizione
48.2e gran discordia dentro l'uman core
48.3fra 'l sfrenato appetito e la ragione
48.4per esser l'un de l'altro superiore,
48.5de questi spirti a l'aspra contenzione
48.6menan nei nostri petti con furore
48.7e battaglia fra lor fan sì crudele
48.8che 'l viver nostro è sempre pien de fele.
49.1Ma se la face più che 'l sol lucente,
49.2d'Amor stendardo e insegna triunfante,
49.3in megio pianterai de la tua mente,
49.4venendo poi alcun nimico inante
49.5per intrar nel tuo cor con la sua gente,
49.6vedendo la bandiera sì prestante
49.7e intorno i bon soldati cercar gloria,
49.8alor despererà de la vittoria.
50.1Altro non resta che pregar Amore
50.2ch'accenda la sua fiamma sempiterna
50.3in questa patria, in ogni freddo core:
50.4el petto scaldi sì a chi la governa
50.5che i probi e iusti sentan del calore,
50.6gl'improbi e scelerati al tutto sperna,
50.7ché i boni la cità preclara fanno
50.8e i mali sono sua vergogna e danno.
51.1Ogni regno diviso infra se stesso
51.2disfarse in breve e ruinar se dice,
51.3però, compagni mei, vedete espresso
51.4che Amor nobile e sacro il fa felice:
51.5amiamo donque mentre è a noi concesso,
51.6ch'esser amante in ogni etate lice,
51.7se lui è quel che 'l mondo in pace tene
51.8e è cagion de tutto il nostro bene –.
52.1– O beato e gentil loco –, disse io,
52.2– che l'ombra presti a sì sublimi ingegni,
52.3io pregarò questo eccellente dio
52.4che rengraziarli e te laudar me insegni,
52.5poi che qui nacque in me quel pensier mio
52.6prima cagion de questi sermon degni,
52.7e pregarò suo nume almo e divino
52.8ne acompagni de fuor del bel giardino –.
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