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1.1Due virtù, che nimiche e in un sorelle
1.2l'una grida rigor l'altra perdono,
1.3care entrambe di Dio figlie ed ancelle,
2.1ritte in piè, dell'Eterno innanzi al trono
2.2ecco a gran lite. Ad ascoltarle intenti
2.3lascian l'arpe i celesti in abbandono;
3.1lascian le sacre danze, e su lucenti
3.2di crisolito scanni e di berillo
3.3si locar taciturni e riverenti.
4.1D'ogni parte quetato era lo squillo
4.2delle angeliche tube, il tuon dormiva,
4.3e il fulmine giacea freddo e tranquillo.
5.1Allor Giustizia inesorabil Diva,
5.2incominciò — Sire del ciel, che libri
5.3nell'alta tua tremenda estimativa
6.1le scelleranze tutte e a tutte vibri
6.2il suo castigo, e fino a quando inulti
6.3fian d'Europa i misfatti, e di ludibri
7.1carco il tuo nome? Ve' tu come insulti
7.2l'umano seme a tua bontade e ingrato
7.3del par che stolto nella colpa esulti?
8.1Vedi sozzi di strage e di peccato
8.2i troni della terra e dalla forza
8.3il delitto regal santificato.
9.1Vedi come la ria ne' petti ammorza
9.2di ragion la scintilla, e i sacri eterni
9.3dell'uom diritti cancellar si sforza:
10.1mentre nuda al rigor di caldi e verni
10.2getta la vita una misera plebe,
10.3che sol si ciba di dolor di scherni,
11.1e a rio macello spinta, come zebe,
11.2per l'utile d'un solo, in campo esangue
11.3l'itale ingrassa e le tedesche glebe.
12.1Di propria man squarciata intanto langue
12.2la peccatrice Europa, ed Anglia cruda
12.3l'onor ne compra e coll'onore il sangue.
13.1Per lei Megera nell'inferno suda
13.2armi esecrate, per lei tôschi mesce;
13.3suo brando è l'oro, ed il suo Marte, Giuda.
14.1Che di Francia direm? A che riesce
14.2de' suoi sublimi scotimenti il frutto?
14.3Mira che agli altri e a sé medesma incresce.
15.1Potea col senno e col valor far tutto
15.2libero il mondo, e il fece di tremende
15.3follie teatro e lo coprì di lutto.
16.1Libertà, che alle belle alme s'apprende,
16.2le spedisti dal ciel, di tua divina
16.3luce adornata e di virginee bende;
17.1vaga sì che né greca né latina
17.2riva mai vista non l'avea, giammai
17.3di più cara sembianza e pellegrina.
18.1Commossa al lampo di que' dolci rai
18.2ridea la terra intorno, ed — io t'adoro,
18.3dir pareva ogni core, io ti chiamai. —
19.1Nobil fierezza, matronal decoro,
19.2candida fede, e tutto la seguìa
19.3delle smarrite virtù prische il coro;
20.1e maestosa al fianco le venìa
20.2ragion d'adamantine armi vestita
20.3con la nemica dell'error Sofia.
21.1Allor mal ferma in trono e sbigottita
21.2la Tirannia tremò; parve del mondo
21.3allor l'antica servitù finita.
22.1Ma tutte pose le speranze al fondo
22.2la delira Parigi, e libertate
22.3in Erinni cangiò, che furibondo
23.1spiegò l'artiglio; e prime al suol troncate
23.2cadder le teste de' suoi figli, e quante
23.3fur più sacre e famose ed onorate.
24.1Poi, divenuta in suo furor gigante,
24.2l'orribil capo fra le nubi ascose,
24.3e tentò porlo in ciel la tracotante;
25.1e gli sdegni imitarne e le nembose
25.2folgori e i tuoni, e culto ambir divino
25.3fra le genti d'orror mute e pensose.
26.1Tutta allor mareggiò di cittadino
26.2sangue la Gallia: ed in quel sangue il dito
26.3tinse il ladro il pezzente e l'assassino,
27.1e in trono si locò vile marito
27.2di più vil libertà, che di delitti
27.3sitibonda ruggìa di lito in lito.
28.1Quindi proscritte le città, proscritti
28.2popoli interi, e di taglienti scuri
28.3tutte ingombre le piazze e di trafitti.
29.1O voi che state ad ascoltar, voi puri
29.2spirti del ciel cui veggio al rio pensiero
29.3farsi i bei volti per pietade oscuri;
30.1che cor fu il vostro allor che per sentiero
30.2d'orrende stragi inferocir vedeste
30.3e strugger Francia un solo un Robespiero? —
31.1Tacque. E al nome crudel su l'auree teste
31.2si sollevar le chiome agl'immortali,
31.3frementi in suon di nembi e di tempeste.
32.1Gli angeli il volto si velar coll'ali,
32.2e sotto ai piedi onnipossenti irato
32.3mugolò il tuono e fiammeggiar gli strali.
33.1E già bisbiglia il ciel, già d'ogni lato
33.2grida vendetta; e vendetta iterava
33.3dell'Olimpo il convesso interminato.
34.1Carca d'ire celesti cigolava
34.2de' fati intanto la bilancia: e Dio,
34.3Dio sol si stava immoto e riguardava.
35.1Surse allor la Pietade; e non aprìo
35.2il divin labbro ancor, che già tacea
35.3di quell'ire tremende il mormorìo.
36.1Col dolce strale d'un sol guardo avea
36.2già conquiso ogni petto. In questo dire
36.3la rosea bocca alfin sciolse la dea:
37.1— alte in mezzo de' giusti odo salire
37.2di vendetta le grida, ed io domando
37.3anch'io vendetta, sempiterno Sire.
38.1Anch'io cacciata dai potenti in bando
38.2batto indarno ai lor cuori, e inesaudita
38.3vo scorrendo la terra e lagrimando.
39.1Ma se i regnanti han mia ragion tradita,
39.2perché la colpa de' regnanti, o Padre,
39.3negl'innocenti popoli è punita?
40.1Perché tante perir misere squadre
40.2per la causa de' vili? Ahi! caro i crudi
40.3fanno il sacro costar nome di madre.
41.1Peccò Francia, gli è ver; ma spenti i drudi
41.2d'insana libertà, perché in suo danno
41.3gemono ancora le nimiche incudi?
42.1Dunque eterne laggiù l'ire saranno?
42.2e solo al pianto in avvenir le spose,
42.3solo al ferro e al furor partoriranno?
43.1Dunque Europa le guance lagrimose
43.2porterà sempre? E per chi poi? Per una,
43.3per due, per poche insomma alme orgogliose.
44.1Taccio il nembo di duol che denso imbruna
44.2tutto d'Olanda il ciel; taccio il lamento
44.3della prostrata elvetica fortuna.
45.1Ma l'affanno non taccio e il tradimento
45.2che Italia or grava, Italia in cui natura
45.3fe' tanto di bellezza esperimento.
46.1Duro il servaggio la premea; più dura
46.2una sognata libertà la preme,
46.3che colma de' suoi mali ha la misura.
47.1Su i cruenti suoi campi più non freme
47.2di Marte il tuono; ma che val, se in pace
47.3pur come in guerra si sospira e geme?
48.1Prepotente rapina alla vorace
48.2squallida fame spalancò le porte,
48.3e chi serrarle le dovea si tace.
49.1Meglio era pur dal ferro aver la morte,
49.2che spirar nudo e scarno e derelitto
49.3tra i famelici figli e la consorte.
50.1Deh sia fine al furor, fine al delitto,
50.2fine ai pianti mortali, e della spada
50.3pera una volta e de' tiranni il dritto!
51.1Paghi di sangue chi vuol sangue, e cada;
51.2ma l'innocente viva, e dell'oppresso
51.3il sospir, o Signor, ti persuada.
52.1La Dea qui ruppe il suo parlar con esso
52.2le lagrime sul ciglio: e chi per questa
52.3chi per quella fremea l'alto consesso;
53.1qual freme d'aquilon chiuso in foresta
53.2il primo spiro, allor che ciechi aggira
53.3i susurri forier della tempesta.
54.1Mentre vario il favor ne' petti ispira
54.2desianze diverse, incerto ognuno
54.3qual fia vittrice, la clemenza o l'ira;
55.1del ciel cangiossi il volto e si fe' bruno,
55.2e caligine in cerchio orrenda e folta
55.3il trono avvolse dell'Eterno ed Uno.
56.1E una voce n'uscì che l'ardua volta
56.2dell'Olimpo intronava. Attenta e muta
56.3trema natura e la gran voce ascolta.
57.1— Cieli, udite, odi, o terra, l'assoluta
57.2di Dio parola. Tu che l'alto spegni
57.3patrio delirio, e Francia hai restituta;
58.1tu che vincendo moderanza insegni
58.2all'orgoglio de' re, cui tua saggezza
58.3tolse la scusa di cotanti sdegni;
59.1fa cor! Quel Dio che abbatte ogni grandezza,
59.2guerra e pace a te fida, a te devolve
59.3il castigo d'Europa e la salvezza.
60.1Tu sei polve al mio sguardo, ed io la polve
60.2strumento fo del mio voler. — Qui tacque
60.3colui che immoto tutto move e volve.
61.1Qui sparve l'alta vision: poi nacque
61.2per entro al negro vortice un confuso
61.3romor d'ali e di piè che di molt'acque
62.1parea lo scroscio. Ma repente schiuso
62.2fiammeggiò quel gran buio, e folgorando
62.3due cherubini si calaro in giuso:
63.1que' due medesmi del divin comando
63.2esecutori, che nel pugno aviéno
63.3l'un d'olivo la fronda, e l'altro il brando.
64.1Ratti a paro scendean come baleno,
64.2e due gran solchi di mirabil vista
64.3paralelli traean per lo sereno.
65.1L'uno è pura di luce argentea lista;
65.2l'altro è turbo di fumo che lampeggia,
65.3e sangue piove che le stelle attrista.
66.1Di qua tutto sorriso il ciel biancheggia;
66.2di là son tuoni e nembi, e in suon di pianto
66.3l'aria geme da lungi e romoreggia.
67.1Seguìan coll'ali del vedere un tanto
67.2prodigio stupefatti i due Lombardi,
67.3coll'altro spirto di che parla il canto,
68.1quando si vide a passi gravi e tardi
68.2dalla parte ove rota il suo viaggio
68.3la terra e obbliqui al sole invia gli sguardi
69.1pensierosa salir l'ombra d'un saggio,
69.2che il dito al mento e corrugata il ciglio,
69.3uom par che frema di veduto oltraggio.
70.1Dalla fronte sublime e dal cipiglio
70.2nobilmente severo si procaccia
70.3testimonianza il senno ed il consiglio.
71.1Come trasse vicino, alzò la faccia,
71.2gl'insubri ravvisò spirti diletti;
71.3e mosse prima che il parlar le braccia.
72.1Allor si vide con amor tre petti
72.2confondersi e serrarsi, ed affollarse
72.3gli uni su gli altri d'amicizia i detti.
73.1Lo stringersi a vicenda e il dimandarse
73.2tra quell'alme finito ancor non era,
73.3che di note sembianze altra n'apparse;
74.1e corse anch'ella, ed abbracciò la schiera
74.2concittadina. Il volto avea negletto,
74.3negletta la persona e la maniera:
75.1ma la fronte, prigion d'alto intelletto,
75.2ad or ad or s'infosca, e lampi invia
75.3dell'eminente suo divin concetto.
76.1Scrisse quel primo l'alta economia
76.2che i popoli conserva, e tutta svolse
76.3del piacer la sottile anatomia.
77.1Intrepido a librar l'altro si volse
77.2i delitti e le pene, ed al tiranno
77.3l'insanguinato scettro di man tolse.
78.1Poscia che le accoglienze, onde si fanno
78.2lieti gli amici, s'iterar fra questi
78.3che fur primieri tra color che sanno,
79.1disse Parini — Perché irati e mesti
79.2son tuoi sguardi, o mio Verri — Ed ei rispose
79.3— Piango la patria: — e chinò gli occhi onesti.
80.1— E anch'io la piango, anch'io, — con sospirose
80.2voci soggiunse Beccaria: poi mise
80.3su la fronte la mano, e la nascose.
81.1Di duol che sdegna testimon conquise
81.2vide Borda quell'alme, e in atto umano
81.3disse a tutte — Salvete —; e si divise.
82.1Col salutar degli occhi e della mano
82.2risposer quelle, e in preda alla lor cura
82.3mosser tacendo per l'etereo piano.
83.1Come gli amici in tempo di sventura
83.2van talvolta per via, né alcun domanda
83.3per temenza d'udire cosa dura;
84.1tale andar si vedea quell'onoranda
84.2di sofi compagnia, curva le fronti,
84.3aspettando chi primo il suo cor spanda.
85.1Luogo è d'Olimpo su gli eccelsi monti
85.2di piante chiuso che non han qui nome,
85.3e rugiadoso di nettarei fonti,
86.1ch'eterno il verde edùcano alle chiome
86.2degli odorati rami, e i più bei fiori
86.3di colei che fa il tutto e cela il come,
87.1poi cadendo precipiti e sonori
87.2tra scogli di smeraldo e di zaffiro
87.3scendono a valle per diversi errori:
88.1e là danzando del beato empiro
88.2a inebriar si vanno i cittadini
88.3dell'ambrosia che spegne ogni desiro.
89.1A quest'ermo recesso i peregrini
89.2spirti avviàrsi; e qui seduti al rezzo
89.3tra color persi azzurri e porporini,
90.1fêr di sé stessi un cerchio. O tu che in mezzo
90.2di lor sedesti, olimpia Dea, né l'ira
90.3temi del forte né del vil lo sprezzo,
91.1tu verace consegna alla mia lira
91.2l'alte loro parole; e siano spiedi
91.3a infame ciurma che alle forche aspira
92.1né vale il fango che mi lorda i piedi.
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