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1.1— Pace, austero intelletto. Un'altra volta
1.2salva è la patria: un nume entro le chiome
1.3la man le pose e lei dal fango ha tolta.
2.1Bonaparte... — Rizzossi a tanto nome
2.2l'accigliato Parini, e la severa
2.3fronte spianando balenò, siccome
3.1raggio di sole che, rotta la nera
3.2nube, nel fior che già parea morisse
3.3desta il riso e l'amor di primavera.
4.1Il suo labbro tacea; ma con le fisse
4.2luci e con gli atti dell'intento volto
4.3tutto tacendo quello spirto disse.
5.1Sorrise l'altro; e poscia in sé raccolto:
5.2— Bonaparte, seguìa, della sua figlia
5.3giurò la vita, e il suo gran giuro ha sciolto.
6.1Sai che col senno e col valor la briglia
6.2messo alla gente avea che si rinserra
6.3tra la libica sponda e la vermiglia.
7.1Sai che il truce Ottomano e d'Inghilterra
7.2l'avaro traditor, che secco il fonte
7.3già dell'auro temea ch'India disserra,
8.1congiurati in suo danno alzar la fronte;
8.2e denso di ladroni un nembo venne
8.3dall'Eufrate ululando e dall'Oronte.
9.1Egli mosse a rincontro; e nol rattenne
9.2il mar della bollente araba sabbia;
9.3i vortici sfidonne e li sostenne.
10.1Domò del folle assalitor la rabbia:
10.2Jaffa e Gaza crollarno, e in Ascalona
10.3il britanno fellon morse le labbia.
11.1Ciò che il prode fe' poi sallo Esdrelona,
11.2sallo il Taborre e l'onda che sul dorso
11.3sofferse asciutto il piè di Bariona.
12.1Sallo il fiume che corse un dì retrorso,
12.2e il suol dove Maria, siccome è grido,
12.3dell'uomo partorì l'alto soccorso.
13.1Doma del Siro la baldanza, al lido
13.2folgorando tornò che al doloroso
13.3di Cesare rival fu sì mal fido.
14.1E di lunate antenne irto e selvoso
14.2del funesto Abukir rivide il flutto
14.3e tant'oste che il piano avea nascoso.
15.1Ivi il franco Alessandro il fresco lutto
15.2vendicò della patria, e l'onde infece
15.3di barbarico sangue, sì che tutto
16.1coprì la strage il lido e lido fece.
16.2Quei che il ferro non giunse il mar sommerse,
16.3e d'ogni mille non campar li diece.
17.1Ahi gioie umane d'amarezza asperse!
17.2Suonò fra la vittoria orrendo avviso,
17.3che in doglia il gaudio al vincitor converse.
18.1Narrò l'infamia di Scherer conquiso
18.2e dal Turco dall'Unno e dallo Scita
18.3desolato d'Italia il paradiso.
19.1Narrò da pravi cittadin tradita
19.2Francia, e senza consiglio e senza polo
19.3del governo la nave andar smarrita.
20.1Prima assal se l'eroe stupore e duolo,
20.2poi dispetto e magnanimo disdegno;
20.3e ne scoppiò da cento affetti un solo;
21.1la vendetta scoppiò, quella che segno
21.2fu di Camillo all'ire generose
21.3e di lui che crollò de' trenta il regno.
22.1Così partissi; e al suo partir si pose
22.2un vel la sorte d'Oriente, e l'urna
22.3che d'Asia i fati racchiudea nascose.
23.1Partissi: e di là dove alla diurna
23.2lampa il corpo perd'ombra la fortuna
23.3con lui mosse fedele e taciturna
24.1e nocchiera s'assise in su la bruna
24.2poppa, che grave di cotanta spene
24.3già di Libia fendea l'ampia laguna.
25.1Innanzi vola la vittoria, e tiene
25.2in man le palme ancor fumanti e sparse
25.3della polve di Memfi e di Siene.
26.1La sentir da lontano approssimarse
26.2le galliche falangi, ed ogni petto
26.3dell'antico valor tosto riarse.
27.1Ella giunse, e a Massena, al suo diletto
27.2figlio gridò: — Son teco. — Elvezia e Francia
27.3udir quel grido e serenar l'aspetto.
28.1L'Istro udillo, e tremò. La franca lancia
28.2ruppe gli ungari petti, e si percosse
28.3il vinto Scita per furor la guancia.
29.1L'udir le rive di Batavia, e rosse
29.2d'ostil sangue fumar; e nullo forse
29.3de' nemici rediva onde si mosse;
30.1ma vil patto il fiaccato anglo soccorse:
30.2frutto del suo valor non colse intero
30.3Gallia, ed obbliquo il guardo Olanda torse.
31.1Carca frattanto del fatal guerriero
31.2il lido afferra la felice antenna:
31.3ne stupisce ogni sguardo, ogni pensiero.
32.1Levossi per vederlo alto la Senna,
32.2e mostrò le sue piaghe. Egli sanolle,
32.3né il come lo dirìa lingua né penna.
33.1Ei la salute della patria volle,
33.2e poté ciò che volle, e al suo volere
33.3fu norma la virtù che in cor gli bolle.
34.1Fu di pietoso cittadin dovere,
34.2fu carità di patria, a cui già morte
34.3cinque tiranni avean le forze intere.
35.1Fine agli odii promise: e di ritorte
35.2fu catenata la discordia, e tutte
35.3della rabbia civil chiuse le porte.
36.1Fin promise al rigore: e, ricondutte
36.2le mansuete idee, giustizia rise
36.3su le sentenze del furor distrutte.
37.1Verace e saggia libertà promise:
37.2e i delirii fur queti, e senza velo
37.3secura in trono la ragion s'assise.
38.1Gridò guerra: e per tutto il franco cielo
38.2un fremere, un tuonar d'armi s'intese
38.3che al nemico portò per l'ossa il gelo.
39.1Invocò la vittoria: ed ella scese
39.2procellosa su l'Istro, e l'arrogante
39.3tedesco al piè d'un nuovo Fabio stese.
40.1Finalmente, d'un dio preso il sembiante,
40.2— apriti, o Alpe, — ei disse: e l'Alpe aprissi;
40.3e tremò dell'eroe sotto le piante.
41.1E per le rupi stupefatte udissi
41.2tal d'armi, di nitriti e di timballi
41.3fragor, che tutti ne muggìan gli abissi.
42.1Liete da lungi le lombarde valli
42.2risposero a quel mugghio, e fiumi intanto
42.3scendean d'aste, di bronzi e di cavalli.
43.1Levò la fronte Italia; e, in mezzo al pianto
43.2che amaro e largo le scorrea dal ciglio,
43.3carca di ferri e lacerata il manto,
44.1— Pur venisti, gridava, amato figlio;
44.2venisti, e la pietà delle mie pene
44.3del tuo duro cammin vinse il periglio.
45.1Questi ceppi rimira e queste vene
45.2tutte quante solcate. — E sì parlando,
45.3scosse i polsi, e suonar fe' le catene.
46.1Non rispose l'eroe, ma trasse il brando,
46.2e alla vendetta del materno affanno
46.3in Marengo discese fulminando.
47.1Mancò alle stragi il campo; e l'alemanno
47.2sangue ondeggiava, e d'un sol dì la sorte
47.3valse di sette e sette lune il danno.
48.1Dodici rocche aprir le ferree porte
48.2in un sol punto tutte, e ghirlandorno
48.3dodici lauri in un sol lauro il forte.
49.1Così a noi fece libertà ritorno. —
49.2— Libertade? interruppe aspro il cantore
49.3delle tre parti in che si parte il giorno:
50.1libertà? di che guisa? ancor l'orrore
50.2mi dura della prima, e a cotal patto
50.3chi vuol franca la patria è traditore.
51.1A che mani è commesso il suo riscatto?
51.2Libera certo il vincitor lei vuole,
51.3ma chi conduce il buon volere all'atto?
52.1Altra volta pur volle, e fur parole;
52.2ché con ugna rapace arpie digiune
52.3fero a noi ciò che Progne alla sua prole.
53.1Dal calzato allo scalzo le fortune
53.2migrar fur viste, e libertà divenne
53.3merce di ladri e furia di tribune.
54.1V'eran leggi; il gran patto era solenne;
54.2ma fu calpesto. Si trattò; ma franse
54.3l'asta il trattato, e servi ne ritenne.
55.1Pietà gridammo; ma pietà non transe
55.2al cor de' cinque; di più ria catena
55.3ne gravarno i crudeli, e invan si pianse.
56.1Vòta il popol per fame avea la vena;
56.2e il viver suo vedea fuso e distrutto
56.3da' suoi pieni tiranni in una cena.
57.1Squallido macro il buon soldato e brutto
57.2di polve di sudor di cicatrici,
57.3chiedea plorando del suo sangue il frutto;
58.1Ma l'inghiottono l'arche voratrici
58.2di onnipossenti duci e gl'ingordi alvi
58.3di questori prefetti e meretrici.
59.1Or di': conte all'eroe che ancor n'ha salvi
59.2son queste colpe? e rifaran gl'Insubri
59.3le tolte chiome o andran più mozzi e calvi?
60.1Verran giorni più lieti o più lugubri?
60.2Ed egli, il gran campione, è come pria
60.3circuito da vermi e da colubri?
61.1Sai come si arrabatta esta genìa,
61.2che ambiziosa obbliqua entra e penètra
61.3e fora e s'apre ai primi onor la via.
62.1Di Nemi il galeotto e di Libetra
62.2certo rettile sconcio che supplizio
62.3di dotti orecchi cangiò l'ago in cetra,
63.1e quel sottile ravegnan patrizio
63.2sì di frodi perito che Brunello
63.3saria tenuto un Mummio ed un Fabrizio,
64.1come in alto levarsi e fur flagello
64.2della patria! Oh Licurghi! oh Cisalpina,
64.3non matrona, ma putta nel bordello! —
65.1Tacque: e l'altro riprese — La divina
65.2virtù, che informa le create cose,
65.3ed infiora la valle e la collina,
66.1d'acute spine circondò le rose,
66.2ed accanto al frumento e al cinnamomo
66.3l'ispido cardo e la cicuta pose.
67.1Vedi il rio vermicel che guasta il pomo,
67.2vedi misti i sereni alle procelle
67.3alternar l'allegrezza e il pianto all'uomo.
68.1Penuria non fu mai d'anime felle;
68.2ma dritto guarda, amico, ed abbondante
68.3pur la patria vedrai d'anime belle.
69.1Ve' quante Olona ne fan lieta, e quante
69.2val–di–Pado, Panaro e il picciol Reno;
69.3picciolo d'onde e di valor gigante.
70.1Reggio ancor non obblia che dal suo seno
70.2la favilla scoppiò d'onde primiero
70.3di nostra libertà corse il baleno.
71.1Mostrò Bergamo mia che puote il vero
71.2amor di patria, e lo mostrò l'ardita
71.3Brescia sdegnosa d'ogni vil pensiero.
72.1Né d'onorati spirti inaridita
72.2in Emilia pur anco è la semenza;
72.3sterpane i bronchi, e la vedrai fiorita.
73.1Molti iniqui fur posti in eminenza,
73.2e il sarann'altri ancor: ma chi gli estolle
73.3forse è quei che vede oltre all'apparenza?
74.1Mira l'astro del dì. Siccome volle
74.2il suo Fattore, ei brilla, e solve il germe
74.3or salubre or maligno entro le zolle.
75.1Su le sane sostanze e su le inferme
75.2benefico del par gli sguardi abbassa:
75.3e s'uno al fior dà vita e l'altro al verme,
76.1ciò vien dal seme che la terrea massa
76.2diverso gli appresenta: egli sublime
76.3e discolpato lo feconda e passa.
77.1Or procede alle tue dimande prime
77.2la mia risposta. Di saper ti giova
77.3se fia scevra d'affanno e senza crime
78.1la nuova libertade, o se per prova
78.2sotto il sacro suo manto un'altra volta
78.3rapina insulto e tirannia si cova.
79.1Dirò verace. — E dir volea; ma tolta
79.2da portentosa vision gli fue
79.3la voce che dal labbro uscìa già sciolta.
80.1Il trono apparve dell'Eterno; e due
80.2gli erano al fianco cherubin sospesi
80.3su le penne già pronti a calar giue.
81.1L'uno in sembianti di pietade accesi,
81.2sì terribile l'altro alla figura,
81.3che n'eran gli astri di spavento offesi.
82.1Verde qual pruna non ancor matura
82.2cinge il primo la stola, e qual di cigno
82.3apre la piuma biancheggiante e pura:
83.1ondeggiavano all'altro di sanguigno
83.2color le vestimenta, e tinto avea
83.3il remeggio dell'ali in ferrugigno.
84.1Quegli d'olivo un ramoscel tenea,
84.2questi un brando rovente; e fisso i lumi
84.3in Dio ciascun palpebra non battea.
85.1Dal basso mondo alla città de' numi
85.2voci intanto salian gridando: Pace,
85.3col sonito che fan cadendo i fiumi.
86.1Pace la Senna, pace l'Elba, pace
86.2iterava l'Ibero; ed alla terra
86.3rispondean pace i cieli, pace, pace.
87.1Ma guerra i lidi d'Albione, e guerra
87.2d'inferno i mostri replicar s'udiro,
87.3e l'inferno era tutto in Inghilterra.
88.1Sedea tranquillo l'increato Spiro
88.2su l'immobile trono, e tremebondo
88.3dal suo cenno pendea l'immenso empiro.
89.1La gran bilancia, su la qual profondo
89.2e giusto libra l'uman fato, intanto
89.3Iddio solleva; e ne vacilla il mondo.
90.1Quinci i sospiri le catene il pianto
90.2de' mortali ponea; quindi versava
90.3de' mortali i delitti; e a nessun canto
91.1la tremenda bilancia ancor piegava.
91.2Quando due donne di contrario affetto
91.3levarsi, e ognuna di parlar pregava.
92.1Chi si fur elle, e che per lor fu detto,
92.2se mortal labbro di ridirlo è degno,
92.3l'udrà chi al mio cantar prende diletto
93.1nel terzo volo dell'acceso ingegno.
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