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1.1Io qui, signor, ne vegno,
1.2non già perché a le leggi
1.3soggetta io sia de l' amoroso regno,
1.4ma perché tu, che puoi,
1.5costringa questo menzogner fallace
1.6a serbar sua promessa e quella fede,
1.7che sovente ei mi diede,
1.8per l' arco tuo giurando e per la face.
1.9E ben dinanzi a lei,
1.10che di nostra natura in cima siede,
1.11fatto citar l' avrei;
1.12ma costui pur si vanta
1.13ch' è tuo servo e soggetto,
1.14e 'l giudicio d' ogni altro è a lui sospetto.
1.15Io te già non ricuso
1.16se ben straniera, un tuo seguace accuso.
1.17Signor, costui mi fece,
1.18non pregato da me, libero dono
1.19de l' arbitrio de 'l core e de la mente;
1.20e m' affermò sovente
1.21ch' io poteva a mio senno
1.22dispor d' ogni sua voglia,
1.23e che d' ogni mio cenno
1.24ei si farebbe inviolabil legge.
1.25Se dunque donna io sono
1.26de l' alma e de 'l suo core,
1.27deggio poter disporre
1.28com' ei ne fea, prima ch' ei fesse il dono;
1.29e sì come signore
1.30può fare il suo talento
1.31di legittimo servo,
1.32può cambiarlo con oro o con argento,
1.33o può donarlo altrui,
1.34così poss' io di lui.
1.35L' anima sua, ch' ancella
1.36si fe' de 'l mio volere,
1.37non dee mostrarsi a' miei desir rubella.
1.38Ecco ch' io le comando
1.39che volga ad altro oggetto
1.40i suoi pensieri amando;
1.41ecco io già vo' che serva
1.42ad altra donna, e sia
1.43omai sua, non più mia.
1.44Faccia, faccia a mio senno,
1.45né si mostri ritrosa
1.46a le mie giuste voglie;
1.47e s' ella irriverente
1.48contraddirmi pur osa,
1.49a te me ne richiamo,
1.50signor giusto e possente:
1.51opra tu i dardi e 'l foco,
1.52il laccio e le catene,
1.53e s' altre hai ne 'l tuo regno
1.54più gravi e fiere pene.
1.55Sai che giusto egualmente esser conviene
1.56a chi regge e governa,
1.57con la gente soggetta e con l' esterna.
1.58Il ver parla madonna;
1.59ma rigorosa e dura
1.60si mostra in sua ragione oltra misura.
1.61Servo son io, né di servir già niego,
1.62e negar no 'l potrei;
1.63e, come servo, a 'l petto
1.64con sì fervide note
1.65porto il suo nome impresso,
1.66sì ch' altri il segno cancellar non puote;
1.67ed ho talor giurando a lei promesso
1.68ch' ognor de 'l suo volere
1.69farei legge a me stesso.
1.70Ma che vuole? o comanda?
1.71Nulla è sì malagevole e sì greve,
1.72ch' a me, per obbedirla,
1.73non sembri piano e lieve:
1.74non pioggia, o turbo, o venti,
1.75non l' oceàn turbato,
1.76non de l' Alpe nevosa
1.77i dirupati sassi
1.78mai da 'l servire arresteriano i passi.
1.79Vuol che co' 'l petto inerme
1.80vada fra mille schiere?
1.81Vuol ch' assalga le fere
1.82de l' Africa arenosa?
1.83O vuol che tenti il varco
1.84di Stige e d' Acheronte?
1.85Ecco, per obbedir le voglie ho pronte.
1.86Ma se vuol ch' io non l' ami,
1.87se vuol ch' arda e sospiri
1.88per altra, e volga altrove i miei desiri,
1.89vuole impossibil cosa, e cosa ingiusta,
1.90che non vorrei potendo,
1.91e non potrei volendo.
1.92Quando le feci il dono
1.93de la mente e de 'l core,
1.94ben volontario il feci;
1.95ed, oltre a 'l mio volere,
1.96ciò volle il cielo, e tu 'l volesti, Amore.
1.97Ma, posto ch' io volessi
1.98farla contenta e lieta,
1.99drizzando i miei pensieri ad altra meta,
1.100sosterrestilo Amore?
1.101Soffrerebbero il cielo?
1.102Or che dunque poss' io?
1.103Posso sforzar le stelle?
1.104Posso vincer li dèi?
1.105Dunque in pace comporti
1.106costei d' essere amata,
1.107poi che l' amore è tale
1.108ch' è volontario insieme anco e fatale.
1.109E s' ella a strazio, a morte,
1.110crudel, pur mi condanna,
1.111non ricuso martire,
1.112pur che insieme si dica
1.113che sol per troppo amar l' ho sì nemica.
1.114Ama tu, come fai;
1.115e tu frena lo sdegno:
1.116che l' amata rïami (e ben tu 'l sai)
1.117antichissima legge è de 'l mio regno.
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