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1.1— Salve, l'ombra gridò, salve, aspettate
1.2Buon pellegrino. Al tuo cammin felice
1.3Arride folgorando il ciel placato.
1.4Dio s'affacciò dall'orrida pendice
1.5Dell'altissimo suo monte profondo
1.6Che su l'altre montagne ha la radice:
1.7Diede uno sguardo al sottoposto mondo
1.8E il mondo vacillò. Cader sospinto
1.9Temea del nulla nell'orror secondo.
1.10La gran catena da cui pende avvinto
1.11Scoteasi tutta, e alzarsi orribilmente
1.12Parea la polve del creato estinto.
1.13Càlmati, disse allor l'Onnipossente,
1.14Càlmati, o mondo. — E al suon di sue parole
1.15Quel tremendo fragor tacque repente.
1.16Brillò sereno dall'olimpo il sole,
1.17Riser campi e colline e in dolce aspetto
1.18Si rabbellîr di rose e di viole.
1.19O tu che calchi, ad alte imprese eletto,
1.20Dell'eterno voler la traccia oscura,
1.21Apri al mio dir l'orecchio e l'intelletto.
1.22Non il silenzio sempre di natura
1.23Nè dei venti la calma e delle stelle
1.24I disegni di Dio compie e matura:
1.25Talvolta ancor fra i lampi e le procelle
1.26Più luminoso il suo pensier traluce
1.27E le divine idee fansi più belle.
1.28Ei padre e fonte d'inesausta luce
1.29Pur circonda talor gli eterei troni
1.30Di maestà caliginosa e truce;
1.31Onde sotto il suo piè s'odono i tuoni
1.32Ruggir profondamente e con baldanza
1.33Mormorar le burrasche e gli aquiloni.
1.34In questa di furor torba sembianza
1.35Parla pur anco alla sua sposa, e il core
1.36Col rigor ne cimenta e la costanza:
1.37Quindi spesso le invía guerra e terrore;
1.38Quindi gli affanni che funesti e rei
1.39D'odio sembrano segno e son d'amore.
1.40Nè da' barbari colli giebusei
1.41Sempre il nemico turbine si scaglia
1.42Che il raggio offusca di quegli occhi bei.
1.43Nel seno di Sion fiera battaglia,
1.44Fiero nembo si desta anco talora,
1.45Che l'invitte sue torri urta e travaglia.
1.46La bella Sulamite si scolora,
1.47Che il vide rovinar su le fiorenti
1.48Vigne d'Engaddi, e al ciel si volge e plora.
1.49Odi il romor delle quadrighe ardenti
1.50D'Aminadabbo irato, odi il bisbiglio
1.51Dell'atterrito Giuda, odi i lamenti.
1.52Tu che pietoso accorri al reo periglio
1.53Della redenta Sulamite, e vai
1.54In sul Danubio ad asciugarle il ciglio,
1.55Cresci speme e coraggio; e senti omai
1.56Come chiaro su te parla il destino
1.57Là dell'abisso degli eterni rai.
1.58Splenderà la tua gloria, o pellegrino,
1.59Più che le chiome e le lucenti rote
1.60Dell'astro che le porte apre al mattino.
1.61D'intorno a te s'affolleran divote,
1.62Siccome intorno al suo pastor le agnelle,
1.63Le più barbare genti e più remote:
1.64E tu la fè la caritade in elle
1.65Accenderai col guardo e col sembiante,
1.66Mille mietendo al ciel palme novelle.
1.67Dietro a' tuoi passi estatica ed amante
1.68Affrettarsi vedrai l'Europa intera,
1.69L'orme baciando dell'auguste piante:
1.70Dell'Istro la regal sponda guerriera
1.71Vedrai di vele e popoli coperta
1.72Vari di ciel di lingua e di maniera.
1.73Come d'Orebbe la vallea deserta,
1.74Quando piovve sul querulo Israele
1.75Celeste cibo dalla nube aperta,
1.76Tu pioverai sul popol tuo fedele
1.77Lo spirto che securo a Pier già feo
1.78Di Cafarnao calcar l'onda crudele;
1.79Spirto che del Tesbite e d'Eliseo
1.80Scaldò le invitte labbra, e tutta un giorno
1.81La Palestina di portenti empieo.
1.82Un'altra volta di Moabbo a scorno
1.83Di Balamo la voce udrassi intanto
1.84Con maraviglia risuonar d'intorno.
1.85Quanto son belle le tue tende! oh quanto,
1.86Alma Sion, leggiadro è il tuo stendardo,
1.87E glorioso de' tuoi duci il vanto!
1.88In Ascaln correa romor bugiardo,
1.89Che in Babilonia ti dicea conversa
1.90E schiava di tiranno empio e codardo;
1.91Profanato l'altar, guasta e perversa
1.92La tua dottrina, e te in un mar che bolle
1.93Di sozzura e d'orror tutta sommersa.
1.94Mentì l'orribil grido. Il tuo bel colle
1.95Di fiori ancor si veste e d'arboscelli
1.96Nudriti al fiato d'un'auretta molle.
1.97I tuoi cedri famosi ancor son quelli:
1.98Ancor son fresche per la rupe e monde
1.99L'urne de' tuoi fatidici ruscelli.
1.100Venite a dissetarvi alle bell'onde,
1.101O mal accorte agnelle che succhiate
1.102Del sozzo Egitto le cisterne immonde.
1.103Quel buon Pastor che abbandonaste, ingrate,
1.104Ecco ch'ei viene pellegrin pietoso
1.105Fra' dirupi a cercarvi, o sconsigliate.
1.106Egli è tutto sudante e polveroso:
1.107Amor lo guida, Amor che al varco il prese
1.108E tolse agli occhi suoi sonno e riposo.
1.109Deh! voli una soave aura cortese,
1.110Che dalla via gli tempri le fatiche
1.111Fra le piene d'orror balze scoscese.
1.112Stendete la vostr'ombra, o piante amiche:
1.113E voi di fior spargetegli il sentiere,
1.114O pastorelle del Saron pudiche.
1.115Fra sì dolci d'amor note sincere
1.116Verrai su l'Istro, e ti vedrai davanti
1.117Le tedesche piegarsi aste e bandiere.
1.118E le madri di gioia palpitanti
1.119T'insegneran col dito ai pargoletti,
1.120Con mille baci confondendo i pianti:
1.121Ed essi delle madri al fianco stretti
1.122Ti cercheran col guardo, e si dorranno
1.123Che veloce trapassi e non aspetti,
1.124Ed il picciolo mento allungheranno,
1.125Onde sul folto della calca alzarse
1.126Con avid'occhio e fanciullesco affanno.
1.127Ecco intanto le grida raddoppiarse:
1.128Ecco Giuseppe.... — A questo nome un foco
1.129Del pellegrino sulle guance apparse:
1.130Fu il cor che dentro si commosse, e poco
1.131Di sè capace ritrovando il petto
1.132Tentò co' balzi dilatarsi il loco.
1.133Tenerezza e pietà, gioia e rispetto
1.134Gli fêro assalto all'anima, e sul viso
1.135Si spinser tutti con diverso affetto.
1.136Del visibile fremito improvviso
1.137S'avvide il parlator veglio canuto;
1.138E il divin labbro aprendo ad un sorriso,
1.139— Vedrai, seguìa, vedrai questo temuto
1.140Eroe dell'Austria innanzi a cui vacilla
1.141E stassi il mondo riverente e muto,
1.142Non già truce il sembiante e la pupilla,
1.143Qual sovente il mirâr la Molda e il Reno
1.144Là tra il fumo di Marte e la favilla,
1.145Ma placido gentil mite e sereno
1.146Venirti incontro, e, come al padre il figlio,
1.147Chinarsi, e palpitar stretto al tuo seno.
1.148Oh palpiti d'amor non di periglio!
1.149Oh regal bacio! oh memorando amplesso!
1.150Oh d'alta providenza alto consiglio!
1.151Le sue le tue virtù d'un nodo istesso
1.152Si stringeranno, e si faran tra loro
1.153Scambievole di rai dolce riflesso.
1.154Aureo d'affetti l'amistà lavoro
1.155Nelle vostr'alme tesserà, che poi
1.156Fian del tempio di Dio base e decoro;
1.157Finchè d'applausi carco, e degli eroi
1.158Il più grande lasciando all'Istro in riva
1.159Innamorato de' pensieri tuoi,
1.160Alle contrade della tua giuliva
1.161Difficil Roma tornerai lodato
1.162Coll'invidia al tuo piè vinta e cattiva.
1.163Ivi lungo di giorni ordin beato
1.164Trarrai sicuro; e del tuo sacro impero
1.165Salomon nuovo tranquillando il fato,
1.166Auspice avventuroso e condottiero
1.167Sarai del secol che s'appressa e chiede
1.168Del tuo bel nome ornar l'anno primiero.
1.169Questo è il voler di lui che al tuo cor diede
1.170L'alto coraggio, e su l'avel lo scrisse
1.171D'onde al sacro cammin movesti il piede. —
1.172L'amica ambasciatrice ombra sì disse,
1.173E girò gli occhi quai due soli: e il monte
1.174Par che tutto di luce si vestisse,
1.175Che poi si stese all'ultimo orizzonte;
1.176E ne rise per giubilo la valle,
1.177E traballonne d'Appennin la fronte;
1.178Onde agitate su l'acute spalle
1.179Si scomposer le nevi, e sciolte in fiumi
1.180Giù per rotto dirupo aprirsi il calle.
1.181Grondavan tutti delle balze i dumi,
1.182E le colline rugiadose un nembo
1.183Alzavan di gratissimi profumi.
1.184Ma l'ombra già confusa erasi in grembo
1.185Dell'angelica nube, che repente
1.186Per abbracciarla avea squarciato il lembo.
1.187Sparir la vide il pellegrin dolente,
1.188E col guardo la nebbia accompagnando
1.189Che portavala al cielo dolcemente,
1.190Ed ambedue le palme alto levando,
1.191— Padre, gridò, così t'involi, e lassi
1.192Meco le cure del divin comando?
1.193Meglio era che il mio corso anco mutassi.
1.194Ma, se vuolsi che io resti e alle serene
1.195Sedi d'Olimpo senza me tu passi,
1.196Deh! narra a Pietro, se a incontrar ti viene,
1.197Narra pietoso i miei disastri e tutte
1.198Del suo fedele successor le pene. —
1.199Disse; qual su l'erbe appaiono le stille
1.200Delle nubi d'april scosse e produtte,
1.201Che brillan tremolando a mille a mille
1.202Davanti al sol che irradiale e percote,
1.203Tal corse il pianto intorno alle pupille.
1.204Si terse il pellegrin santo le gote;
1.205E pien la mente della grande idea
1.206Che inspirògli l'antico sacerdote,
1.207Fiamme spargendo, ovunque il piè volgea,
1.208D'amor di fede di pietà di zelo,
1.209Corse oltre la gelata alpe Retea
1.210Gli alti presagi ad avverar del cielo.
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