about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1Questa quella Veronica vi scrive,
1.2che per voi, non qual già. libera e franca,
1.3or d'infelice amor soggetta vive;
2.1per voi rivolta da via dritta a manca,
2.2uom ingrato, crudel, misera corre
2.3dove 'l duol cresce e la speranza manca.
3.1Con tutto questo non si sa disciôrre
3.2dal vostro amor, né può, né desia,
3.3e del suo mal la medicina aborre;
4.1disposta o di trovar mente in voi pia,
4.2o, del servirvi nell'acerba impresa,
4.3giunger a morte intempestiva e ria.
5.1èenza temer pericolo od offesa,
5.2a la pioggia, al sereno, a l'aria oscura
5.3vengo, da l'alma Citerea difesa,
6.1per veder e toccar almen le mura
6.2del traviato lontan vostro albergo,
6.3per disperazion fatta sicura.
7.1Per strada errando, gli occhi ai balconi ergo
7.2de la camera vostra; e fuor del petto
7.3sospiri e pianto d'ambo i lumi aspergo.
8.1Di buio ciel sotto povero tetto,
8.2de la sorte mi lagno empia e rubella,
8.3e del mio mal, ch'a voi porge diletto.
9.1senza veder con cui dolermi stella,
9.2ne le tenebre fisi i lumi tengo,
9.3che fùr duci d'Amor ne la via fella;
10.1e, poi ch'al terren vostro uscio pervengo,
10.2porgo i miei preghi a l'ostinate porte,
10.3né di basciar il limitar m'astengo.
11.1— Deh siatemi in amor benigne scorte;
11.2apritemi 'l sentier del mio ben chiuso,
11.3del notturno mio error per uso accorte.
12.1Di letal sonno e tu, custode, infuso,
12.2desto al latrar de' tuoi vigili cani,
12.3non far il prego mio vano e deluso:
13.1deh, pietoso ad aprirmi usa le mani,
13.2così i ceppi servili aspri dal piede
13.3del continuo ti stian sciolti e lontani! —
14.1Ma ch'è quel, che da me, lassa, si chiede?
14.2— Vattene in pace — il portinaio dice, —
14.3ché le notti il signor qui non risiede;
15.1ma, del suo amor a far lieta e felice
15.2un'altra donna, con lei dorme e giace,
15.3e tu invan qui ti consumi, infelice.
16.1Vattene, sconsolata; e, s'aver pace
16.2non puoi, pur con saldo animo sopporta
16.3quel ch'al destino irrevocabil piace. —
17.1Talor, per gran pietà di me, la porta
17.2geme in suon roco, come quando è mossa,
17.3nei cardini, a serrarsi o aprir, distorta;
18.1ed io, quindi col piè debil rimossa,
18.2ne le braccia di tal, che m'accompagna,
18.3del viver cado poco men che scossa.
19.1Il suo pianto dal mio non discompagna
19.2quel mio fedel, ch'è meco, e d'un tenore
19.3meco del mio martìr grida e si lagna.
20.1Dure disagguaglianze in aspro amore,
20.2poi ch'a chi m'odia corro dietro, e fuggo
20.3da chi de l'amor mio languisce e more!
21.1E così ad un me stessa ed altrui struggo,
21.2e 'l sangue de le mie e l'altrui vene
21.3col mio grave dolor consumo e suggo:
22.1benché da l'altro canto le mie pene
22.2forse consolan altra donna, e 'l pianto
22.3con piacer del mio amante al cor perviene.
23.1Ma chi puote esser mai spietato tanto,
23.2che s'allegri, se pur non può dolersi,
23.3lacero il sen vedermi in ogni canto?
24.1Lassa, la notte e 'l dì far prose e versi
24.2non cesso in varia forma, in vario stile,
24.3sempre a un oggetto coi pensier conversi;
25.1e s'ha quest'opre il mio signor a vile,
25.2men mal è assai, che se 'n mia onta e in strazio
25.3leggerle con colei ha preso stile.
26.1Per me lieto non è di tempo spazio,
26.2e di quel, dond'a me si niega il gusto,
26.3altra si stanca, e fa 'l suo desir sazio.
27.1Quant'è per me difficultoso, angusto
27.2quel ch'ad altri è camin facile e piano !
27.3Colpa d'Amor iniquitoso, ingiusto.
28.1Ma da la crudeltà se 'l gir lontano
28.2ad uom nobil s'aspetta veramente,
28.3e l'aver facil alma in petto umano;
29.1se, quanto altri è più chiaro e più splendente
29.2per natura, per sangue e per fortuna,
29.3chi l'ama ridamar deve egualmente;
30.1voi 'n cui 'l ciel tutte le sue grazie aduna,
30.2dovete aver pietà di me, che v'amo
30.3sì che 'n questo non trovo eguale alcuna.
31.1E, quanto più ne' miei sospir vi chiamo,
31.2d'esser udita (a dir il vero) io merto,
31.3e quanto più con voi conversar bramo.
32.1Non è d'ingegno indizio oscuro e incerto,
32.2c'ha gusto de le cose più eccellenti,
32.3conoscer e stimar il vostro merto.
33.1Deh sentite pietà de' miei tormenti,
33.2se de le tigri non sète del sangue,
33.3e se non vi nudrOr l'idre e i serpenti.
34.1Ne la mia faccia pallida ed essangue
34.2fede acquistate de la pena cruda,
34.3onde 'l mio cor innamorato langue.
35.1Né anch'io d'orsa, che 'n cieco antro si chiuda,
35.2nacqui; né l'erbe stesa mi nudrOro,
35.3come vil bestia, in su la terra ignuda;
36.1ma tai del mio buon seme effetti uscOro,
36.2ch'alcun non ha da recarsi ad oltraggio,
36.3se del suo amor io lagrimo e sospiro.
37.1Ciò dir basti parlando con uom saggio,
37.2ché far con voi per questa strada acquisto
37.3nel mio pensiero intenzion non aggio;
38.1ma del mio stato ingiurioso e tristo
38.2cerco indurvi a pietà con le preghiere,
38.3e di sospir col largo pianto misto.
39.1Ch'al segno de le doti vostre altiere
39.2alcun raro in me pregio non arrive,
39.3questo ogni ragion porta, ogni dovere;
40.1ma quel, che dentro 'l petto Amor mi scrive
40.2con lettre d'oro di sua man, leggete,
40.3se 'l mio merto ha con voi radici vive.
41.1L'obligo de l'amante vederete,
41.2d'esser grato a l'amor simile al mio,
41.3se con occhio sottil v'attenderete.
42.1Ma né con questo voglio acquistarvi io:
42.2solo a l'alta pietà del mio martìre
42.3farvi per cortesia benigno e pio.
43.1Il mio continuo e misero languire,
43.2l'amorose querele, ond'io vi prego,
43.3vi faccian del mio duol pietà sentire:
44.1gran forza suol aver di donna prego
44.2negli animi gentil, ch'ancor non ame;
44.3ed io, d'amor accesa, a voi mi piego.
45.1Prima che 'l duol di me si sazi e sbrame,
45.2e mi riduca in cenere quest'ossa,
45.3date ristoro a le mie ardenti brame;
46.1porgete alcun rimedio a la percossa,
46.2che d'aspra angoscia versa un largo fonte,
46.3e mi spolpa, e mi snerva, e mi disossa;
47.1scemate il grave innaccessibil monte
47.2di quei, ch'amando voi, sostengo affanni,
47.3con voglie in tutti i casi a soffrir pronte;
48.1movetevi a pietà de' miei verdi anni,
48.2onde, da la virtù vostra sospinta,
48.3cado d'Amor nei volontari inganni.
49.1Ed a morir per voi sono anco accinta,
49.2se d'utile e d'onor esser vi puote
49.3che per voi resti la mia vita estinta.
50.1Grato suono a l'orecchie mie percuote,
50.2che non sosterrà un uom sì valoroso,
50.3d'effetto far le mie speranze vuote.
51.1Da l'aspetto sì dolce ed amoroso
51.2non debbo sospettar di morte o pena,
51.3né d'altro incontro a me grave e noioso.
52.1Ma chi, fuor d'uso, a ben sperar mi mena?
52.2Lassa, e pur so che sorge 'l nembo e nasce
52.3sovente in mezzo a l'aria più serena;
53.1e così sotto un bel volto si pasce
53.2spesso un cor empio degli altrui martìri,
53.3qual che tra fior vedersi angue non lasce.
54.1Ma, se 'n voi non han forza i miei sospiri,
54.2a la nobiltà vostra, a la virtute
54.3volgete con giudicio i lenti giri.
55.1Non debbo disperar di mia salute,
55.2s'ai costumi gentil vostri ho rispetto,
55.3ed a le mie profonde aspre ferute;
56.1ma poi di quel, che m'incontra, l'effetto
56.2di tormento maggior, di maggior doglia
56.3mi dà certezza ognor, non pur sospetto:
57.1benché d'umil trionfo indegna spoglia
57.2fia la mia vita, se, per troppo amarvi,
57.3dal vostro orgoglio avien che mi si toglia.
58.1Ma, s'al mio mal non puote altro piegarvi,
58.2l'esser io tutta vostra mi conceda
58.3ch'io possa almeno in tanto duol pregarvi:
59.1forse fia che l'orecchie e 'l cor vi fieda
59.2il mio cordoglio, assai minore espresso
59.3di quel ch'al ver perfetto si richieda.
60.1Tanto a me di vigor non è concesso,
60.2ch'esprimer di quel colpo il dolor vaglia,
60.3ch'io porto ne le mie viscere impresso:
61.1in dir sì com'Amor empio m'assaglia,
61.2sì come oscura la mia vita ei renda,
61.3lo stil debile a l'opra non s'agguaglia.
62.1Da voi 'l mio mal nel mio amor si comprenda,
62.2ch'è tanto quanto amabile voi sète;
62.3e pia la vostra man ver' me si stenda:
63.1quella, in aiuto, man non mi si viete,
63.2che 'l nodo seppe ordire al duro laccio
63.3de la gravosa mia tenace rete;
64.1e 'l volto, onde qual neve al sol mi sfaccio,
64.2che m'invaghìo di sua bella figura,
64.3soccorra a quel dolor, ch'amando taccio.
65.1D'alta virtù la divina fattura,
65.2che 'n voi s'annida come in dolce stanza,
65.3il cui splendor m'accende oltra misura,
66.1l'animo di piegarvi abbia possanza
66.2sì che in tanto penar mi concediate
66.3alcun sostegno di gentil speranza.
67.1Non dico che di me v'innamoriate,
67.2né che, com'io per voi son tutta fiamma,
67.3d'un amor cambievole m'amiate:
68.1del vostro foco ben picciola dramma
68.2ristorar può quell'incendio crudele,
68.3che, s'io cerco ammorzarlo, e più m'infiamma.
69.1Amor, s'ho con voi merto, vi rivele;
69.2e le parti, c'ho in me di voi non degne,
69.3agli occhi vostri dolce offuschi e cele,
70.1sì che, prima ch'a morte amando io vegne,
70.2quella mercé da voi mi si conceda,
70.3che sgombri 'l pianto ond'ho le luci pregne.
71.1Lassa, che s'un nemico a l'altro chieda
71.2al suo bisogno aiuto, ei gli vien dato,
71.3ché la virtù convien che gli odii ecceda;
72.1ed io creder devrò ch'aspro ed ingrato
72.2esser mi debba il mio signor diletto,
72.3perch'ei sia forse d'altra innamorato?
73.1Oimè! che, d'altra standosi nel letto,
73.2me lascia raffreddar sola e scontenta,
73.3colma d'affanni e piena di dispetto:
74.1altra ei fa del suo amor lieta e contenta,
74.2e del mio mal con lei fors'ancor ride,
74.3che vanagloriosa ne diventa.
75.1Quanto per me si lagrima e si stride,
75.2dolce concento è de le lore orecchie,
75.3da cui 'l mio amor negletto si deride.
76.1Così convien che sempre m'apparecchie
76.2a soffrir nuovi di fortuna colpi,
76.3e che 'n novello strazio alfin m'invecchie.
77.1Né però avien che del mio affanno incolpi
77.2chi più devrei; ned in mercé mi valse,
77.3quanto in ciò più credei, che più 'l discolpi.
78.1Oimè, che troppo duro Amor m'assalse,
78.2poi che, per farmi di miseria essempio,
78.3m'insidia ancor con sue speranze false.
79.1Da un canto il certo mio danno contempio;
79.2e, perché 'l duol più nuoccia meno atteso,
79.3di speme al van desio conforme m'empio.
80.1Non fosse almen da voi medesmo offeso
80.2l'affetto uman del gentil vostro seno,
80.3ne l'essermi il soccorso, oimè, conteso.
81.1D'ogni mia avversità mi duol via meno,
81.2che di veder ch'a voi s'ascriva il fallo
81.3di quanto in amar voi languisco e peno.
82.1Ben sapete, crudel, che 'l mondo udrallo,
82.2e con mia dolce ed amara vendetta
82.3d'ogn'intorno la fama porterallo.
83.1Né così vola fuor d'arco saetta,
83.2com'al mio essempio mosse fuggiranno
83.3d'amarvi a gara l'altre donne in fretta;
84.1e, quanto del mio mal pietate avranno,
84.2tanto, dal vostro orgoglio empio a schivarsi,
84.3caute a l'esperienzia mia saranno.
85.1Oh che pregiata e nobil virtù, farsi
85.2anco amar in paese sconosciuto,
85.3col benigno e pietoso altrui mostrarsi!
86.1e quante volte è in tal caso avenuto
86.2che de' meriti altrui senz'altro il grido
86.3d'uom ignoto ave 'l cor arder potuto!
87.1Ond'io, che di mie doti non mi fido,
87.2pensando che voi sète uom degno e chiaro,
87.3da me la speme in tutto non divido;
88.1anzi, nel colmo del mio stato amaro
88.2lusingando me stessa, attender voglio
88.3al mio dolor da voi schermo e riparo,
89.1poi che di grand'onor il mio cordoglio
89.2esser vi può, se pronto a sovenirmi
89.3sarete, mentre a voi di voi mi doglio:
90.1se non, vedrete misera morirmi.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)