about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1Quel che ascoso nel cor tenni gran tempo
1.2con doglia tal, ch'a la lingua contese
1.3narrar le mie ragioni a miglior tempo;
2.1quelle dolci d'amor amare offese,
2.2che di scovrirle tanto altri val meno,
2.3quanto ha più di far ciò le voglie accese;
3.1or, che la piaga s'è saldata al seno
3.2col rivoltar degli anni, onde le cose
3.3mutan di qua giù stato e vengon meno,
4.1vengo a narrar, poi che, se ben noiose
4.2a sentir fùro, ne la rimembranza
4.3or mi si volgon liete e dilettose.
5.1Così spesso di far altri ha in usanza,
5.2dopo 'l corso periglio, e maggiormente
5.3se d'uscirne fu scarsa la speranza.
6.1Or sicura ho 'l pericolo a la mente,
6.2quando da' be' vostr'occhi e dal bel volto
6.3contra me spinse Amor la face ardente
7.1ed a piagarmi in mille guise vòlto,
7.2dal fiume ancor de la vostra eloquenza
7.3il foco del mio incendio avea raccolto.
8.1L'abito vago e la gentil presenza,
8.2la grazia e le maniere al mondo sole,
8.3e de le virtù chiare l'eccellenza,
9.1fùr ne la vista mia lucido sole,
9.2che m'abbagliár e m'arser di lontano,
9.3sì ch'a tal segno andar Febo non suole.
10.1Ben mi fec'io solecchio de la mano,
10.2ma contra sì possente e fermo oggetto
10.3ogni riparo mio fu frale e vano:
11.1pur rimasi ferita in mezzo 'l petto,
11.2sì che, perduto poscia ogni altro schermo,
11.3arder del vostro amor fu 'l cor costretto:
12.1e con l'animo in ciò costante e fermo
12.2vi seguitai; ma mover non potea
12.3il piede stretto d'assai nodi e infermo.
13.1Tanta a me intorno guardia si facea,
13.2che d'assai men dal cielo a Danae Giove
13.3in pioggia d'oro in grembo non cadea.
14.1Ma l'ali, che 'l pensier dispiega e move,
14.2chi troncar mi poteo, se mi fu chiuso
14.3al mio arbitrio l'andar co' piedi altrove?
15.1Pronto lo spirto a voi venìa per uso,
15.2né tardava il suo volo, per trovarsi
15.3del grave pianto mio bagnato e infuso.
16.1E bench'al mio bisogno aiuti scarsi
16.2fosser questi, vivendo mi mantenni,
16.3come in necessità spesso suol farsi;
17.1e così sobria in mia fame divenni,
17.2ch'assai men, che d'odor, nel mio digiuno
17.3sol di memoria il cor pascer convenni.
18.1Così, senza trovar conforto alcuno,
18.2la soverchia d'Amor pena soffersi,
18.3in stato miserabile importuno;
19.1nel qual, ciò che i tormenti miei diversi
19.2far non potêr, col tempo i miei pensieri
19.3vari da quel ch'esser solean poi fêrsi.
20.1Voi ve n'andaste a popoli stranieri,
20.2ed io rimasi in preda di quel foco,
20.3che senza voi miei dì fea tristi e neri;
21.1ma, procedendo l'ore, a poco a poco
21.2del bisogno convenni far virtute,
21.3e dar ad altre cure entro a me loco.
22.1Questa fu del mio mal vera salute:
22.2così divenne alfin la mente sana
22.3da le profonde mie gravi ferute:
23.1il vostro andar in region lontana
23.2saldò 'l colpo, benché la cicatrice
23.3render non si potesse in tutto vana.
24.1Forse stata sarei lieta e felice,
24.2nel potervi goder a mio talento,
24.3e forse in ciò sarei stata infelice.
25.1La gran sovrabondanza del contento
25.2potria la somma gioia aver cangiato
25.3in noioso e gravissimo tormento;
26.1e, se da me in disparte foste andato,
26.2in tempo di mio tanto e di tal bene
26.3infinito il mio duol sarebbe stato.
27.1Così non vòlse 'l ciel liete e serene
27.2far l'ore mie, per non ridurmi tosto
27.3in prova di più acerbe e dure pene.
28.1Ond'io di quanto fu da lui disposto
28.2restar debbo contenta; e pur non posso
28.3non desiar ch'avenisse l'opposto.
29.1Da quel che sia 'l mio desiderio mosso
29.2in questo stato, non so farne stima,
29.3ché s'è da me quel primo amor rimosso.
30.1Quanto cangiato in voi da quel di prima
30.2veggo 'l bel volto! Oh in quanto breve corso
30.3tutto rode qua giuso il tempo, e lima!
31.1Di molta gente nel comun concorso
31.2quante volte vi vidi e v'ascoltai,
31.3e dal bel vostro sguardo ebbi soccorso!
32.1E, se ben il mio amor non vi mostrai,
32.2o che 'l faceste a caso, o per qual sia
32.3altra cagion, benigno vi trovai;
33.1per ch'ora in una, ed ora in altra via
33.2di devoto parlar, con atto umano,
33.3volgeste a me la fronte umile e pia;
34.1e, nel contar il ben del ciel sovrano,
34.2v'affisaste a guardarmi, e mi stendeste,
34.3or larghe or giunte, l'una e l'altra mano:
35.1ed altre cose simili faceste,
35.2ond'io tolsi a sperar che del mio amore
35.3cautamente pietoso v'accorgeste.
36.1Quinci s'accrebbe forte il mio dolore
36.2di non poter al gusto d'ambo noi
36.3goder la vita in gioia ed in dolzore.
37.1Mesi ed anni trascorsero da poi
37.2ond'a me variar convenne stile,
37.3com'ancor forse far convenne a voi.
38.1Or vi miro non poco dissimìle
38.2da quel che solevate esser davante,
38.3de l'età vostra in sul fiorito aprile.
39.1Oh che divino angelico sembiante,
39.2quel vostro, atto a scaldar ogni cor era
39.3d'agghiacciato e durissimo diamante!
40.1Or, dopo così lieta primavera,
40.2forma d'autunno, assai più che d'estate,
40.3varia vestite assai da la primiera.
41.1E, se ben in viril robusta etate,
41.2l'oro de la lanugine in argento
41.3rivolto, quasi vecchio vi mostrate;
42.1benché punto nel viso non s'è spento
42.2quel lume di beltà chiara e serena,
42.3ch'abbaglia chi mirarvi ardisce intento.
43.1Questa con la memoria mi rimena
43.2del vostro aspetto a la prima figura,
43.3ond'ebbi già. per voi sì crudel pena;
44.1e, mentre 'l pensier mio stima e misura,
44.2e pareggia l'effigie di quegli anni
44.3con questa de l'età d'or più matura,
45.1di fuor sento scaldarmi il petto e i panni,
45.2senza che però 'l cor dentro si mova,
45.3per la memoria de' passati affanni.
46.1In questo l'alma un certo affetto prova,
46.2ch'io non so qual ei sia; se non che vosco
46.3l'esser e 'l ragionar mi piace e giova;
47.1e, se 'l giudicio non ho sordo e losco,
47.2quest'è de l'amicizia la presenza,
47.3ch'al volto ed a la voce io la conosco.
48.1Del mio passato amor da la potenza
48.2queste faville in me sono rimaste,
48.3più temperate e di minor fervenza:
49.1da queste accesa, le mie voglie caste
49.2in quella guisa propria di voi formo,
49.3che 'l santo Amor a cinconscriver baste.
50.1In amicizia il folle amor trasformo,
50.2e, pensando a le vostre immense doti,
50.3per imitarvi l'animo riformo;
51.1e, se 'n ciò i miei pensier vi fosser noti,
51.2i moderati onesti miei desiri
51.3non lascereste andar d'effetto vuoti.
52.1Per cui convien ch'ognor brami e desiri
52.2de le vostre virtù gustar il frutto,
52.3e, quando far nol posso, ne sospiri.
53.1Ma, se convien a voi cangiar ridutto,
53.2e peregrin da noi gir in disparte,
53.3non mi negate il favor vostro in tutto.
54.1Basta che se ne porti una gran parte
54.2seco la mia fortuna: in quel che resta
54.3supplite con gli inchiostri e con le carte.
55.1Non vi sia la fatica in ciò molesta,
55.2poi che l'alma affannata, più ch'altronde,
55.3quinci gioiosa si può far di mesta.
56.1Quando siate di là da le salse onde,
56.2vi prego con scritture visitarmi
56.3piene d'amor che grato corrisponde:
57.1e, volendo più a pieno sodisfarmi,
57.2questo potrete agevolmente farlo
57.3con alcuna vostr'opera mandarmi.
58.1E, quand'io non sia dea d'impetrarlo,
58.2per alcun vanto espresso che 'n me sia,
58.3da la vostra bontà voglio sperarlo;
59.1da la vostra infinita cortesia,
59.2benché convien a l'amor ch'io vi porto,
59.3che da voi ricompensa mi si dia.
60.1E, facendo altrimenti, avreste il torto:
60.2ond'io, per non far debil mia ragione,
60.3del dever v'ammonisco, e non v'essorto.
61.1èi voglion certo amar quelle persone,
61.2da le quai noi amati si sentimo:
61.3così la buona civiltà dispone;
62.1e tanto importa ad amar esser primo,
62.2che, se l'amato a ridamar non vola,
62.3macchia ogni sua virtù d'scuro limo.
63.1Questo è, che mi confida e mi consola:
63.2che cader non vorrete in cotal fallo,
63.3ch'ogni ornamento a la virtute invola.
64.1Come bel fiore in lucido cristallo,
64.2traspar ne le vestigie vostre esterne
64.3lo spirto, ch'altrui rado il ciel tal dàllo:
65.1l'alma in voi nel sembiante si discerne,
65.2che di vaghezza esterior contende
65.3con le virtuti de la mente interne.
66.1Ben chi è tal, se lo specchio inanzi prende,
66.2dilettato dal ben che 'n lui fuor vede,
66.3a far simile al volto il senno attende;
67.1e, mentre move per tai scale il piede,
67.2nel proporzionar tal di se stesso,
67.3ogni condizion mortale eccede.
68.1Beato voi, cui far questo è concesso,
68.2cotanto alto già. sète salito,
68.3che nullo avete sopra, e pochi presso!
69.1Ben quindi fate ognor cortese invito,
69.2le man porgendo altrui, perché su monti,
69.3di zelo pien di carità infinito;
70.1ma tutti non han piè veloci e pronti,
70.2sì come voi, in così ardua strada,
70.3e voi 'l sapete, senza ch'io 'l racconti.
71.1Ma però nulla in suo valor digrada
71.2la vostra dignità, se in ciò s'abbassa,
71.3per sostener chi v'ama, che non cada.
72.1Io, sol nel primo entrar già. vinta e lassa,
72.2il vostro aiuto di lontan sospiro
72.3con occhi lagrimosi e fronte bassa:
73.1volgete il guardo a me con dolce giro,
73.2ed a la mia devozione atteso,
73.3degnatemi d'alcun vostro sospiro.
74.1Ciò ne la vostra assenza a me conteso
74.2prego non sia, e del vostro ozio ancora
74.3alcuno spazio a scrivermi sia speso:
75.1alcuna rara e minima dimora
75.2in quest'uso per me da voi si spenda,
75.3poi ch'a servirvi io son pronta ad ogni ora.
76.1Dal mio canto non fia mai che sospenda
76.2il suo corso la penna, e che con l'alma
76.3a compiacervi tutta non intenda.
77.1E, se non vi sarà gravosa salma
77.2il legger le mie lettere, vedrete
77.3che di scrivervi spesso avrò la palma:
78.1questa con vostra man voi mi darete,
78.2e de l'amor in amicizia vòlto,
78.3dagli andamenti miei, v'accorgerete.
79.1Non tengo ad altro il mio pensier rivolto,
79.2se non a farvi di mia fede certo,
79.3e mostrarvi 'l mio cor simile al volto,
80.1senza richieder da voi altro in merto,
80.2se non che 'n grado il mio affetto accettiate,
80.3a voi da me pien d'osservanzia offerto:
81.1e che innanzi al partir mi concediate
81.2ch'io vi parli e v'inchini; e, quando poi
81.3siate altrove, di me vi ricordiate,
82.1perch'io 'l farò con usura con voi.
82.2Del visitarne scrivendo, non parlo,
82.3scambievolemente intra di noi,
83.1ché ben son certa che verrete a farlo,
83.2questo officio gentil meco pigliando,
83.3che 'n alcun modo io non son per lasciarlo.
84.1Né altro: di buon cor mi raccomando.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)