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XVII

Rime

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1.1Questa la tua Veronica ti scrive,
1.2signor ingrato e disleale amante,
1.3di cui sempre in sospetto ella ne vive.
2.1A te, perfido, noto è bene in quante
2.2maniere del mio amor ti feci certo,
2.3da me non mai espresse altrui davante.
3.1Non niego già. che 'n te non sia gran merto
3.2di senno, di valor, di gentilezza,
3.3e d'arti ingenue, onde sei tanto esperto;
4.1ma la mia grazia ancor, la mia bellezza,
4.2quello che 'n se medesma ella si sia,
4.3da molti spirti nobili s'apprezza.
5.1Forse ch'è buona in ciò la sorte mia;
5.2e forse ch'io non son priva di quello,
5.3ch'ad arder l'alme volontarie invia:
6.1almen non ho d'ogni pietà rubello
6.2il rigido pensier; n', qual tu, il core
6.3in ogni parte insidioso e fello.
7.1E pur contra ragion ti porto amore:
7.2quel che tu meco far devresti al dritto,
7.3teco 'l fo a torto, e so ch'è a farlo errore.
8.1Tu non m'avresti in tanti giorni scritto,
8.2che star t'avvenne di parlarmi privo,
8.3mostrando esser di ciò mesto ed afflitto,
9.1com'io cortesemente ora ti scrivo;
9.2e, se ben certo m'offendesti troppo,
9.3teco legata in dolce nodo vivo,
10.1il qual mentre sciôr tento, e più l'ingroppo,
10.2e, sì come d'Amor diposto fue,
10.3non trovo in via d'amarti alcun intoppo.
11.1Ma pur furono ingrate l'opre tue,
11.2poi che pensar ad altra donna osasti,
11.3e limar versi de le lodi sue:
12.1farlo celatamente ti pensasti,
12.2ma io ti sopragiunsi a l'improviso,
12.3quando manco di me tu dubitasti.
13.1Ben ti vidi perciò turbar nel viso,
13.2e per la forza de la conscienza
13.3ne rimanesti timido e conquiso,
14.1sì che gli occhi d'alzar in mia presenza
14.2non ti bastò l'errante animo allora.
14.3Ahi teco estrema fu mia pazienza!
15.1Chiudesti 'l libro tu senza dimora,
15.2ed io gli occhi devea con mie man trarti:
15.3misera chi di tale s'innamora!
16.1Io non ho perdonato per amarti
16.2ad alcuna fatica, ad alcun danno,
16.3sperando intieramente d'acquistarti:
17.1e tu, falso, adoprando occulto inganno
17.2per cogliermi al tuo laccio, or che mi tieni,
17.3mi dài, d'amor in ricompensa, affanno,
18.1Ben son di vezzi e di lusinghe pieni
18.2i tuoi detti eloquenti, e con pia vista
18.3sempre a strazio maggior, empio, mi meni.
19.1D'odio e d'amor gran passion or mista
19.2m'ingombra l'alma, e 'l torbido pensiero
19.3agitando contamina e contrista:
20.1e 'n te dal ciel quella vendetta spero,
20.2ch'io non vorrei; ed infelicemente
20.3d'alto sdegno e d'amor languisco e pèro.
21.1Contra gli error si deve esser clemente,
21.2che dimostrati a quel che gli commise,
21.3sì com'è ragionevole, si pente.
22.1Quel libro d'altrui lodi in sen si mise
22.2questo importuno, acciò ch'io nol vedessi:
22.3ahi contrarie in amor voglie divise!
23.1D'ira tutta infiammata allor non cessi,
23.2fin che di sen per forza non glien tolsi,
23.3e quel, che v'era scritto entro, non lessi.
24.1Quanto 'l caso chiedea, teco mi dolsi,
24.2amante ingrato; e 'l libro stretto in mano,
24.3altrove il piè da te fuggendo volsi,
25.1bench'ir non ti potei tanto lontano,
25.2ch'al lato non mi fosti, e non facesti
25.3tue scuse, e 'l libro mi chiedesti invano.
26.1Dimandereiti or ben quel che vedesti,
26.2da farti pur alzar gli occhi a colei;
26.3ma tu senz'esser chiesto mel dicesti:
27.1piena dentro e di fuor di vizi rei,
27.2forse perch'io di tal non sospettassi,
27.3la ponesti davanti agli occhi miei:
28.1agli occhi miei, che 'n tutto schivi e cassi
28.2d'ogni altro lume, tengon te per sole,
28.3benché spesso in gran tenebre gli lassi.
29.1Dubito se fùr vere le parole
29.2che dicesti; né so di che, ma temo,
29.3e dentro sospettando il cor si dole.
30.1Di gelosia non ho 'l pensier mai scemo,
30.2tal ch'avampando in freddo verno al ghiaccio,
30.3nel mezzo de le fiamme aggelo e tremo;
31.1e, quanto più di liberar procaccio
31.2l'alma dal duolo, in maggior duol la invoglio,
31.3e 'l mio mal dentro 'l grido e teco 'l taccio.
32.1Pur romper il silenzio or teco voglio;
32.2e, perché t'amo e perch'altri il comanda,
32.3teco fo quel, che con altrui non soglio:
33.1la buonasera in nome suo ti manda
33.2per me 'l buono e cortese Lomellini,
33.3e ti saluta e ti si raccomanda.
34.1Tu hai, non so perché, buoni vicini,
34.2che ti lodano e impètranoti il bene,
34.3se ben per torta strada tu camini.
35.1A questi d'obedir a me conviene,
35.2e, in quel ch'imposto m'han significarti,
35.3questi versi di scriverti m'avviene.
36.1Di costor gran cagion hai di lodarti,
36.2bench'io convengo ancor per viva forza,
36.3crudel, protervo e sempre ingrato, amarti.
37.1Contra mia voglia scriverti mi sforza
37.2Amor, che tutto il conceputo sdegno
37.3cangia in dolce desio, non pur l'ammorza:
38.1spinta da lui, mandarti ora convegno
38.2queste mie carte, accioché tu le legga;
38.3anzi sempre con l'alma a te ne vegno.
39.1Ma, perché in corpo ancor ti parli e vegga,
39.2ch'a bocca la risposta tu mi porte
39.3forz'è che con instanzia ti richiegga,
40.1e che tu venghi in spazio d'ore corte.
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