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1.1D'ardito cavalier non è prodezza
1.2(concedami che 'l vero a questa volta
1.3io possa dir, la vostra gentilezza),
2.1da cavalier non è, ch'abbia raccolta
2.2ne l'animo suo invitto alta virtute,
2.3e che a l'onor la mente abbia rivolta,
3.1con armi insidiose e non vedute,
3.2a chi più disarmato men sospetta,
3.3dar gravi colpi di mortal ferute.
4.1Men ch'agli altri ciò far poi se gli aspetta
4.2contra le donne, da natura fatte
4.3per l'uso, che più d'altro a l'uom diletta:
5.1imbecilli di corpo, ed in nulla atte
5.2non pur a offender gli altri, ma se stesse
5.3dal difendere col cor timido astratte.
6.1Questo doveva far che s'astenesse
6.2la vostra man da quell'aspre percosse,
6.3ch'al mio feminil petto ignudo impresse.
7.1Io non saprei già. dir onde ciò fosse,
7.2se non che fuor del lato mi traeste
7.3l'armi vostre del sangue asperse e rosse.
8.1èpogliata e sola e incauta mi coglieste,
8.2debil d'animo, e in armi non esperta,
8.3e robusto ed armato m'offendeste;
9.1tanto ch'io stei per lungo spazio incerta
9.2di mia salute; e fu da me tra tanto
9.3passion infinita al cor sofferta.
10.1Pur finalmente s'è stagnato il pianto,
10.2e quella piaga acerba s'è saldata,
10.3che da l'un mi passava a l'altro canto.
11.1Quasi da pigro sonno or poi svegliata,
11.2dal cansato periglio animo presi,
11.3benché femina a molli opere nata;
12.1e in man col ferro a essercitarmi appresi,
12.2tanto ch'aver le donne agil natura,
12.3non men che l'uomo, in armeggiando intesi:
13.1perché 'n ciò posto ogni mia industria e cura,
13.2mercé del ciel, mi veggo giunta a tale,
13.3che più d'offese altrui non ho paura.
14.1E, se voi dianzi mi trattaste male,
14.2fu gran vostro diffetto, ed io dal danno
14.3grave n'ho tratto un ben, che molto vale.
15.1Così nei casi avversi i savi fanno,
15.2che 'l lor utile espresso alfin cavare
15.3da quel, che nuoce da principio, sanno;
16.1e così ancor le medicine amare
16.2rendon salute; e 'l ferro e 'l foco s'usa
16.3le putrefatte piaghe a ben curare:
17.1benché non serve a voi questa per scusa,
17.2che m'offendeste non già. per giovarmi,
17.3e 'l fatto stesso parla e sì v'accusa.
18.1Ed io, poi che 'l ciel vòlse liberarmi
18.2da sì mortal periglio, ho sempre atteso
18.3a l'essercizio nobile de l'armi,
19.1sì ch'or, animo e forze avendo preso,
19.2di provocarvi a rissa in campo ardisco,
19.3con cor non poco a la vendetta acceso.
20.1Non so se voi stimiate lieve risco
20.2entrar con una donna in campo armato;
20.3ma io, benché ingannata, v'avvertisco
21.1che 'l mettersi con donne è da l'un lato
21.2biasmo ad uom forte, ma da l'altro è poi
21.3caso d'alta importanza riputato.
22.1Quando armate ed esperte ancor siam noi,
22.2render buon conto a ciascun uom potemo,
22.3ché mani e piedi e core avem qual voi;
23.1e, se ben molli e delicate semo,
23.2ancor tal uom, ch'è delicato, è forte;
23.3e tal, ruvido ed aspro, è d'ardir scemo.
24.1Di ciò non se ne son le donne accorte;
24.2che, se si risolvessero di farlo,
24.3con voi pugnar porìan fino a la morte.
25.1E per farvi veder che 'l vero parlo,
25.2tra tante donne incominciar voglio io,
25.3porgendo essempio a lor di seguitarlo.
26.1A voi, che contra tutte sète rio,
26.2con qual'armi volete in man mi volgo,
26.3con speme d'atterrarvi e con desio;
27.1e le donne a difender tutte tolgo
27.2contra di voi, che di lor sète schivo,
27.3sì ch'a ragion io sola non mi dolgo.
28.1Certo d'un gran piacer voi sète privo,
28.2a non gustar di noi la gran dolcezza;
28.3ed al mal uso in ciò la colpa ascrivo.
29.1Data è dal ciel la feminil bellezza,
29.2perch'ella sia felicitate in terra
29.3di qualunque uom conosce gentilezza.
30.1Ma dove 'l mio pensier trascorre ed erra
30.2a ragionar de le cose d'amore,
30.3or ch'io sono in procinto di far guerra?
31.1Torno al mio intento, ond'era uscita fuore,
31.2e vi disfido a singolar battaglia:
31.3cingetevi pur d'armi e di valore,
32.1vi mostrerò quanto al vostro prevaglia
32.2il sesso femminil: pigliate quali
32.3volete armi, e di voi stesso vi caglia,
33.1ch'io vi risponderò di colpi tali,
33.2il campo a voi lasciando elegger anco,
33.3ch'a questi forse non sentiste eguali.
34.1Mal difender da me potrete il fianco,
34.2e stran vi parrà forse, a offenderne uso,
34.3da me vedervi oppresso in terra stanco:
35.1così talor quell'uom resta deluso,
35.2ch'ingiuria gli altri fuor d'ogni ragione,
35.3non so se per natura, o per mal uso.
36.1Vostra di questa rissa è la cagione,
36.2ed a me per difesa e per vendetta
36.3carico d'oppugnarvi ora s'impone.
37.1Prendete pur de l'armi omai l'eletta,
37.2ch'io non posso soffrir lunga dimora,
37.3da lo sdegno de l'animo costretta.
38.1La spada, che 'n man vostra rade e fora,
38.2de la lingua volgar veneziana,
38.3s'a voi piace d'usar, piace a me ancora:
39.1e, se volete entrar ne la toscana,
39.2scegliete voi la seria o la burlesca,
39.3ché l'una e l'altra è a me facile e piana.
40.1Io ho veduto in lingua selvaghesca
40.2certa fattura vostra molto bella,
40.3simile a la maniera pedantesca:
41.1se voi volete usar o questa o quella,
41.2ed aventar, come ne l'altre fate,
41.3di queste in biasmo nostro le quadrella,
42.1qual di lor più vi piace, e voi pigliate,
42.2ché di tutte ad un modo io mi contento,
42.3avendole perciò tutte imparate.
43.1Per contrastar con voi con ardimento,
43.2in tutte queste ho molta industria speso:
43.3se bene o male, io stessa mi contento;
44.1e ciò sarà dagli altri ancora inteso,
44.2e 'l saperete voi, che forse vinto
44.3cadrete, e non vorreste avermi offeso.
45.1Ma, prima che si venga in tal procinto,
45.2quasi per far al gioco una levata,
45.3non col ferro tagliente ancora accinto,
46.1de la vostra canzone, a me mandata,
46.2il principio vorrei mi dichiaraste,
46.3poi che l'opera a me vien indrizzata.
47.1«Verunica» e 'l restante mi chiamaste,
47.2alludendo a Veronica mio nome,
47.3ed al vostro discorso mi biasmaste;
48.1ma al mio dizzionario io non so come
48.2«unica» alcuna cosa propriamente
48.3in mala parte ed in biasmar si nome.
49.1Forse che si direbbe impropriamente,
49.2ma l'anfibologia non quadra in cosa
49.3qual mostrar voi volete espressamente.
50.1Quella, di cui la fama è gloriosa,
50.2e che 'n bellezza od in valor eccelle,
50.3senza par di gran lunga virtuosa,
51.1«unica» a gran ragion vien che s'appelle;
51.2e l'arte, a l'ironia non sottoposto,
51.3scelto tra gli altri, un tal vocabol dielle.
52.1L'unico in lode e in pregio vien esposto
52.2da chi s'intende; e chi parla altrimenti
52.3dal senso del parlar sen va discosto.
53.1Questo non è, signor, fallo d'accenti,
53.2quello, in che s'inveisce, nominare
53.3col titol de le cose più eccellenti.
54.1O voi non mi voleste biasimare,
54.2o in questo dir menzogna non sapeste.
54.3Non parlo del dir bene e del lodare,
55.1ché questo so che far non intendeste;
55.2ma senz'esser offeso da me stato,
55.3quel che vi corse a l'animo scriveste,
56.1altrui volendo in ciò forse esser grato;
56.2benché me non ingiuria, ma se stesso,
56.3s'altri mi dice mal, non provocato.
57.1E 'l voler oscurar il vero espresso
57.2con le torbide macchie degli inchiostri
57.3in buona civiltà non è permesso;
58.1e spesso avien che 'l mal talento uom mostri,
58.2giovando in quello onde più nuocer crede:
58.3essempi in me più d'una volta mostri,
59.1sì come in questo caso ancor si vede,
59.2che voi, non v'accorgendo, mi lodate
59.3di quel ch'al bene ed a la virtù chiede.
60.1E, se ben «meretrice» mi chiamate,
60.2o volete inferir ch'io non vi sono,
60.3o che ve n'en tra tali di lodate.
61.1Quanto le meretrici hanno di buono,
61.2quanto di grazioso e di gentile,
61.3esprime in me del parlar vostro il suono.
62.1èe questo intese il vostro arguto stile,
62.2di non farne romor io son contenta,
62.3e d'inchinarmi a voi devota, umìle;
63.1ma, perch'al fin de la scrittura, intenta
63.2stando, che voi mi biasimate trovo,
63.3e ciò si tocca e non pur s'argomenta,
64.1da questa intenzion io mi rimovo,
64.2e in ogni modo question far voglio,
64.3e partorir lo sdegno ch'entro covo.
65.1Apparecchiate pur l'inchiostro e 'l foglio,
65.2e fatemi saper senz'altro indugio
65.3quali armi per combatter in man toglio.
66.1Voi non avrete incontro a me rifugio,
66.2ch'a tutte prove sono apparecchiata,
66.3e impazientemente a l'opra indugio:
67.1o la favella giornalmente usata,
67.2o qual vi piace idioma prendete,
67.3ché 'n tutti quanti sono essercitata;
68.1e, se voi poi non mi risponderete,
68.2di me dirò che gran paura abbiate,
68.3se ben così valente vi tenete.
69.1Ma, perché alquanto manco dubitiate,
69.2son contenta di far con voi la pace,
69.3pur ch'una volta meco vi proviate:
70.1fate voi quel, che più vi giova e piace.
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