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1.1Invero una tu sei, Verona bella,
1.2poi che la mia Veronica gentile
1.3con l'unica bellezza sua t'abbella.
2.1Quella, a cui non fu mai pari o simìle,
2.2d'Adria ninfa leggiadra, or col bel viso
2.3t'apporta a mezzo 'l verno un lieto aprile;
3.1anzi ti fa nel mondo un paradiso
3.2il sol del volto, e degli occhi le stelle,
3.3e 'l tranquillo seren del vago riso;
4.1ma l'intelletto, che sì chiaro dielle
4.2il celeste Motor a sua sembianza,
4.3unito in lei con l'altre cose belle,
5.1quegli altri pregi in modo sopravanza,
5.2che l'uman veder nostro non perviene
5.3a mirar tal virtute in tal distanza.
6.1A pena l'occhio corporal sostiene
6.2lo splendor de la fronte, in cui mirando
6.3abbagliato e confuso ne diviene:
7.1questa la donna mia dolce girando,
7.2l'aria fa tutta sfavillar d'intorno,
7.3e pon le nubi e le tempeste in bando.
8.1Di rose e di viole il mondo adorno
8.2rende 'l lume dal ciglio, con cui lieta
8.3primavera perpetua fa soggiorno.
9.1Oimè! qual empio influsso di pianeta,
9.2unica di quest'occhi e vera luce,
9.3subito mi t'asconde e mi ti vieta?
10.1Chi 'l nostro paradiso altrove adduce,
10.2Adria, meco perciò dogliosa e trista,
10.3ché 'n tenebre il dì nostro si riduce?
11.1Ogni altro oggetto, lasso me, m'attrista,
11.2or che del vago mio splendor celeste
11.3mi si contende la bramata vista.
12.1Ben del pensier con l'egre luci e meste
12.2scorgo Verona invidiosamente,
12.3che de' miei danni lieta si riveste.
13.1Veggo, lasso, e rivolgo con la mente
13.2ne l'altrui gioia e ne l'altrui diletto
13.3via più grave 'l mio danno espressamente.
14.1Adria, per costei fosti almo ricetto
14.2di tutto 'l ben ch'a noi dal ciel deriva,
14.3quant'ei ne suol più dar sommo e perfetto:
15.1or di lei tosto indegnamente priva,
15.2per questa del tuo lido antica sponda
15.3torbido 'l mar risuona in ogni riva.
16.1Ben tanto più si fa lieta e gioconda
16.2Verona; e di fiorito e dolce maggio,
16.3nel maggior nostro verno e ghiaccio, abonda.
17.1Quivi del mio bel sol l'amato raggio
17.2spiega le tante sue bellezze eterne,
17.3che d'ir al cielo insegnano il viaggio.
18.1Per virtù di tal lume in lei si scerne
18.2vestir le piante di novel colore,
18.3e giunger forza a le radici interne.
19.1L'aura soave e 'l prezioso odore,
19.2che da le rose de la bocca spira
19.3questa figlia di Pallade e d'Amore,
20.1nutrimento vital per tutto inspira,
20.2sì ch'a quel refrigerio in un momento
20.3tutto risorge e rinasce e respira;
21.1e de la voce angelica il concento
21.2i fiumi affrena, e i monti ad udir move,
21.3e 'l ciel si ferma ad ascoltarla intento:
22.1il ciel, che in Adria piange, e ride altrove,
22.2là 've la dolce mia terrena dea
22.3grazia e dolcezza dal bel ciglio piove,
23.1e quel ricetto estremamente bea,
23.2dov'ella alberga, per destìn felice
23.3d'un altro amante e per mia stella rea.
24.1Altri del mio penar buon frutto elice,
24.2del mio bel sol la luce altri si gode,
24.3ed io qui piango nudo ed infelice.
25.1Ma, s'ella 'l mio dolor intende et ode,
25.2perch'a levarmi l'affamato verme
25.3non vien dal cor, che sì 'l consuma e rode?
26.1E, se non m'ode, o mie speranze inferme!
26.2poi che 'l ciel chiude a' miei sospir la strada,
26.3contra cui vano è quanto uom mai si scherme,
27.1Ma tu sì aventurosa alma contrada,
27.2ch'a pena un tanto ben capi e ricevi,
27.3qual chi confuso in gran dolcezza cada,
28.1d'Adria i diletti, a fuggir pronta e lievi,
28.2mira; e dal nostro danno accorta stima
28.3il volar de' tuoi dì fugaci e brevi.
29.1Or ti vedi risposta ad alta cima
29.2né pensi forse come d'alto grado
29.3le cose eccelse la fortuna adima:
30.1stabil non è di qua giù 'l bene, e rado
30.2più d'un momento dura, e 'l pianto e 'l duolo
30.3trova per mezzo l'allegrezza il guado,
31.1Ma pur felice aventuroso suolo,
31.2che quel momento al goder nostro dato
31.3possiedi un ben così perfetto e solo.
32.1Pian, poggio, fonte e bosco fortunato,
32.2ch'a un guardo, a un sol toccar del vago piede
32.3forma prendete di celeste stato,
33.1l'alto e novo miracol, che 'n voi siede,
33.2a farvi basti, in tanto spaziò, eterno
33.3tutto quel ben, ch'al suo venir vi diede;
34.1sì che mai non v'offenda o ghiaccio o verno,
34.2ned altro influsso rio,ma sempre in voi
34.3sia la stagion de' fior lieta in eterno;
35.1pur che tosto colei ritorni a noi,
35.2al nido, ov'ella nacque, che senz'essa
35.3mena tristi ed oscuri i giorni suoi.
36.1Deh torna, luce mia, del raggio impressa
36.2de la divinità, qui dove mai
36.3pianger la tua partita non si cessa.
37.1Tempo è di ritornar, madonna, omai
37.2a consolar de la vostr'alma vista
37.3di questa patria i desiosi rai,
38.1a dar a la mia mente inferma e trista
38.2col dolce oggetto del bel vostro lume
38.3rimedio contra 'l duol, che sì l'attrista:
39.1e, se troppo 'l mio cor di voi presume,
39.2datemi in pena che del vago volto
39.3da vicin lo splendor m'arda e consume;
40.1né de' begli occhi altrove sia rivolto
40.2il doppio sol, fin che 'n polve minuta
40.3non mi vediate dal mio incendio vòlto;
41.1e, per farlo, affrettate la venuta.
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