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1.1Dunque l'alta beltà, ch'amica stella
1.2con sì prodiga mano in voi dispensa,
1.3d'amor tenete e di pietà rubella?
2.1Quell'alma, in cui posando ricompensa
2.2di molt'anni l'error la virtù stanca,
2.3dar la morte a chi v'ama iniqua pensa?
3.1Lasso, e che altro a far del tutto manca
3.2orribile ed amara questa vita,
3.3e rovinosa in strada oscura e manca,
4.1se non che sia col mal voler unita
4.2d'una bellezza al mondo senza eguale
4.3la forza insuperabile, infinita?
5.1Ma perché da l'inferno ancor non sale
5.2Tesifone e Megera ai nostri danni,
5.3se scende a noi del ciel cotanto male?
6.1Ben sei fanciul più d'ingegno che d'anni,
6.2Amor, e d'occhi e d'intelletto privo,
6.3se 'l tuo regno abbandoni in tanti affanni.
7.1Te, cui non ebbe di servir a schivo
7.2Giove con tutta la celeste corte,
7.3e ch'a Dite impiagar festi anco arrivo;
8.1te, del cui arco il suon vien che riporte
8.2spoglie d'innumerabili trofei,
8.3contra chi più resiste ognor più forte;
9.1te, cui soggetti son gli uomini e i dèi,
9.2non so per qual destìn, fugge e disprezza,
9.3con la mia morte ne le man, costei.
10.1Ma, se contrario a quel che 'n ciel s'avezza,
10.2ella sen va da le tue forze sciolta,
10.3per privilegio de la sua bellezza,
11.1a la tua stessa madre or ti rivolta,
11.2ch'unico essempio di beltà fu tanto,
11.3pur piagata da te più d'una volta:
12.1e, s'a lei toglie la mia donna il vanto
12.2d'ornamento e di grazie, a lei che giova
12.3l'esserti madre poi da l'altro canto?
13.1èe vinta da costei Venere è in prova,
13.2e se Minerva in scienzia e in virtute
13.3a costei molto inferior si trova,
14.1tanto più scegli le saette acute:
14.2ché più gloria ti fia di questa sola,
14.3che di tutt'altre in tuo poter venute.
15.1Per l'universo l'ali stendi, e vola
15.2di cerchio in cerchio, Amor, e sì vedrai
15.3che questa il pregio a tutte l'altre invola;
16.1e, s'al tuo imperio aggiunger la saprai,
16.2quanto 'l tuo onor sovra i dèi tutti gìo,
16.3tanto maggior di te stesso verrai:
17.1benché lo sventurato in ciò son io,
17.2che, benché stata sia costei sicura
17.3da l'armi ognor del faretrato dio,
18.1non è stata però sempre sì dura,
18.2che non abbia ad Amor dato ricetto
18.3per pietà nel suo sen, non per paura
19.1Com'ad ubidiente umil soggetto,
19.2ad Amor ansioso e di lei vago
19.3l'adito aperse del suo gentil petto;
20.1quinci 'l suo desir proprio a render pago,
20.2al suo arbitrio d'Amor l'armi rivolse,
20.3qual le piacque a fermar solingo e vago:
21.1sì che, dovunque saettando colse
21.2col doppio sol di quei celesti lumi,
21.3a sé gran copia d'amadori accolse,
22.1e con leggiadri e candidi costumi
22.2dilettò 'l mondo in guisa, che la gente
22.3d'amor per lei vien ch'arda e si consumi.
23.1Gran pregio, in sé tener unitamente
23.2rara del corpo e singolar beltate
23.3con la virtù perfetta de la mente:
24.1di così doppio ardor l'alme infiammate
24.2senton lor foco di tal gioia pieno,
24.3che, quanto egli è maggior, più son beate.
25.1Anch'io lo 'ncendio, che mi strugge il seno,
25.2sempre più bramerei che 'n tale stato
25.3s'augumentasse e non venisse meno,
26.1s'io non fossi, né so per qual mio fato,
26.2in mille espresse ed angosciose guise
26.3da lei, miser, fuggito e disprezzato:
27.1ché, se 'l trovar l'altrui voglie divise
27.2da le nostre in amor, è di tal doglia,
27.3che restan le virtù del cor conquise,
28.1quanto convien ch'io lagrimi e mi doglia
28.2di vedermi aborrir con quello sdegno,
28.3che di speme e di vita in un mi spoglia?
29.1E, s'io mi lagno, e se di pianto pregno
29.2porto 'l cor, che 'l duol suo sfoga per gli occhi,
29.3miser qual io d'Amor non ha 'l gran regno.
30.1Non basta che Fortuna empia in me scocchi
30.2tanti colpi, ch'altrui mai non aviene
30.3che 'n questa vita un sì gran numer tocchi;
31.1ché sospirar e pianger mi conviene
31.2di ciò, che la mia donna, fuor d'ogni uso,
31.3al mio strazio più cruda ognor diviene;
32.1e s'io, del pianto il viso smorto infuso,
32.2del cielo e de le stelle mi richiamo,
32.3ed or Amor, or lei gridando accuso,
33.1che poss'io far, se, in premio di quant'amo,
33.2giunto da l'altrui orgoglio a tal mi veggo,
33.3che la morte ancor sorda al mio mal chiamo?
34.1E col pensier, ond'io vaneggio, or chieggo
34.2d'Amor aita, ed or per altra strada
34.3sempre invano al mio scempio, oimè, proveggo.
35.1Ma, poi che 'l ciel destina, e così vada,
35.2che per sicura e dilettosa via,
35.3dove 'l ben trovan gli altri, io pèra e cada,
36.1sàziati del mio mal, fortuna ria;
36.2poi, di me quando sarai stanca e sazia,
36.3qual tuo gran pregio e qual acquisto fia?
37.1E tu, Amor, dentro e fuor mi struggi e strazia,
37.2ché tanto m'è 'l mio affanno di contento,
37.3quant'ei l'orgoglio di madonna sazia.
38.1Ben ai successi de le cose intento,
38.2di lei m'assale immoderata t'ma,
38.3che 'n lei vendichi 'l cielo il mio tormento.
39.1Questo fa in parte la mia gioia scema,
39.2anzi, s'io voglio raccontar il vero,
39.3son sempre oppresso da una doglia estrema:
40.1ché, se meco madonna usasse impero,
40.2gratissimo il servirla mi saria
40.3con affetto di cor vivo e sincero;
41.1ma, che invece di spender signoria,
41.2a dilettar la circostante turba
41.3mi strazie sotto acerba tirannia,
42.1questo m'afflige l'animo, e mi turba.
42.2N', per le mie querele e i miei lamenti,
42.3l'opera incominciata ella disturba,
43.1ma, quasi mar nei procellosi venti,
43.2nel mio chieder mercé via più s'adira,
43.3e cela di pietà gli occhi suoi spenti:
44.1da me torcendo altrove i lumi gira,
44.2e gran materia è di sua crudeltate
44.3quanto per me si lagrima e sospira.
45.1O donna, pregio de la nostra etate,
45.2anzi di tutti i secoli, se 'n voi
45.3non guastasse l'orgoglio la beltate,
46.1ond'avvien che 'l mio amor così v'annoi?
46.2E, s'a morir davanti non vi vengo,
46.3ancora offesa vi chiamate poi:
47.1quanto faccio, e di quanto ch'io m'astengo,
47.2di me le vostre voglie a render paghe,
47.3vi spiace, e merto di vostr'odio ottengo.
48.1Ma, perché 'l vostro sdegno ognor m'impiaghe,
48.2dolci son di quel volto le percosse,
48.3e de le vostre man candide e vaghe.
49.1Qualunque affetto in voi giamai si mosse,
49.2tutto fate con grazia: de' vostri atti
49.3chiunque il dotto e buon maestro fosse.
50.1Quai tenesse con voi natura patti,
50.2ancor de l'ire vostre e de l'offese
50.3tutti gli uomini restan sodisfatti.
51.1Farvi perfetta a tutte prove intese
51.2l'influsso, donator d'ogni eccellenza,
51.3e benigno la man verso voi stese:
52.1quinci del ciel l'altissima potenza
52.2si vede in molti effetti discordanti,
52.3c'han di virtute in voi tutti apparenza.
53.1Oh che dolci, oh che cari e bei sembianti,
53.2ch'alte maniere quelle vostre sono,
53.3da farvi i dèi venir qua giuso amanti!
54.1E se, com'io pur volentier ragiono
54.2de le grazie, che 'l ciel tante in voi pose
54.3con singolar, non più veduto dono,
55.1non mi teneste d'ogni parte ascose
55.2quelle vostre divine e rare parti,
55.3di che vostra persona si compose,
56.1non fôran sì angosciosi da me sparti
56.2sospiri, né di lagrime vedresti
56.3avampando, cor misero, innondarti.
57.1Ma, dond'avien che 'n me, lasso, si desti
57.2la speme, che per prova intendo come
57.3faccia sempre i miei dì più gravi e mesti?
58.1E pur chiamando di mia donna il nome,
58.2vera, unica al mondo eccelsa dea,
58.3convien ch'a lei mi volga, e ch'io la nome.
59.1Deh, non mi siate così iniqua e rea,
59.2che 'l mio mal sia 'l ben vostro e che m'ancida
59.3quella vostra beltà, che gli altri bea!
60.1Ma quell'Amor, che v'ha tolto in sua guida,
60.2e che tien nel cor vostro il suo bel seggio,
60.3la crudeltà per me da voi divida;
61.1ch'io piangendo umilmente ancor vel chieggio.
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