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CANTO VI

Avarchide

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1.1In tai parole all'ordin suo primiero
1.2ricondotto ciascun, muove a battaglia.
1.3Ma in altra parte, vincitore altero,
1.4rompe affinato ferro e salda maglia
1.5il famoso Boorte, e già l'impero
1.6di tutti ha in mano, ove i nemici assaglia:
1.7ché di lui sol l'aspetto e sol la voce
1.8più che 'l ferire altrui spaventa, e nuoce.
2.1Il grave scudo d'ermellini adorno
2.2con tre purpuree bande che gli cinge
2.3adoprava il medesmo quasi, il giorno,
2.4che di Medusa il capo si dipinge:
2.5ché per fuggir da lui la gente intorno
2.6l'un l'altro con timore urta e sospinge.
2.7Così trionfator per tutto giva,
2.8e nessun più di riguardarlo ardiva.
3.1Il cimier, ch'una fiamma sostenea
3.2che di vivo piropo avea colore,
3.3la vaga stella e lucida parea
3.4che davanti all'aurora spunta fuore
3.5nella secca stagion che, all'onde rea,
3.6n'apporta Febo al suo più grave ardore:
3.7che vien più sfavillante e più soave
3.8ch'altra luce che in mar le chiome lave.
4.1Doppo il fuggir di molti, al fin ritruova
4.2ove per altra strada a i danni grevi
4.3Palamoro ha condotto aita nuova
4.4de' suoi cavai ch'al corso avea più levi:
4.5così la crudel guerra si rinnuova,
4.6e chi cadeva pria par si rilevi,
4.7e tal riprenda ardire, e tal vigore,
4.8che già 'l vinto minaccia il vincitore.
5.1Non turba ciò 'l magnanimo Boorte,
5.2anzi più lieto assai nel cor diviene,
5.3che gli sembra onorato per vie torte
5.4chi per l'altrui fuggir palma sostiene.
5.5Or che sente i nemici avere scorte
5.6di maggior forze, e di virtù ripiene,
5.7spera, quelle abbattendo, dritta lode
5.8riportarne più chiara, e 'n sé ne gode,
6.1e gli pare or trovarsi a guerra eguale
6.2che d'arme e di cavai sembiante fosse.
6.3Or qual rapace uccel che stenda l'ale
6.4alla preda affamato, il destrier mosse:
6.5ratto Esclaborre tra i primier l'assale,
6.6e con l'asta durissima percosse
6.7lui che la spada ha sol, ma il curò poco,
6.8né per colpo cangiò pensiero o loco.
7.1Né in altra guisa all'orrida tempesta
7.2dà in aspro scoglio tormentata nave,
7.3ch'ei non si crolla pur, ma quella resta
7.4rotta e sommersa, a se medesma grave;
7.5cotal la lancia vien poco molesta
7.6a chi spunta ogni forza e nulla pave,
7.7ma si ruppe ella in vano, e lui passando
7.8Boorte nel cimier ferì col brando:
8.1e fu il colpo cotal, ch'al greve peso
8.2non si può sostener dritto Esclaborre,
8.3che quantunque non sia di piaga offeso
8.4conviengli al suo destrier l'incarco tòrre,
8.5e tosto cadde su 'l sentiero steso
8.6qual d'alto in basso fulminata torre.
8.7L'altro senza guardarlo a terra il lassa
8.8e sopra i suoi compagni innanzi passa.
9.1Oltra i monti Navarri, ove a Palenza
9.2va irrigando il terren Linia e Duero,
9.3Fradmone avea, che fu d'alta eccellenza,
9.4in sacre leggi espor dritto e severo,
9.5tal ch'a lui fu con somma riverenza
9.6d'ogni lite estricar dato l'impero:
9.7e 'n supreme ricchezze due figliuoli,
9.8Locasto e Gesileo, si trovò soli;
10.1i quai semplici allor le paterne orme,
10.2come spesso adiviene, ebbero a sdegno,
10.3e di quei cavalier seguir le torme
10.4ch'Esclaborre tenea sotto il suo regno.
10.5Or lui vedendo ch'abbattuto dorme,
10.6e più di morto che di vivo ha segno,
10.7si divison tra lor da ciascun lato
10.8e 'mprovisto il guerriero hanno scontrato.
11.1e ben seco pensar di pia vendetta
11.2gloria portar sopra l'offeso duce;
11.3e 'l ferì Gesileo dove più stretta
11.4la cintura alla destra si conduce,
11.5Locasto alla sinistra, ove d'eletta
11.6tempra sopra le spalle il ferro luce:
11.7ma gli fero ambedue sì lieve danno
11.8che 'n duol soverchio e meraviglia stanno.
12.1Ma il cavalier di Gave al più vicino
12.2dentro al cavo del petto addrizza il brando,
12.3e delle chiuse coste apre il confino
12.4e 'l pon di vita e del destriero in bando.
12.5Gesileo, ch'alla destra era in cammino
12.6e 'l fratel d'aiutar giva cercando,
12.7sopra la testa di traverso fere
12.8e non lunge al primiero il feo cadere.
13.1Quei che 'ntorno seguiano i buon corsieri,
13.2ch'ivi de' lor signor ivan disciolti,
13.3porgono a i dolci amici e cavalieri
13.4fan gli stanchi pedestri, ch'eran molti.
13.5Sprona il prode Boorte ove più feri
13.6scorge in arme i nemici, ove più folti,
13.7e gli umilia in tal sorte, e gli dirada,
13.8ch'ovunqu'ei muove il piè truova ampia strada;
14.1or atterra i cavalli, or quella gente
14.2ch'al suo sommo poter vuol contrastare.
14.3Come talvolta il rapido torrente,
14.4quando armato di piogge l'austro appare
14.5allor che 'l sol doppo la bruma algente
14.6suol dell'Alpi canute il pel cangiare,
14.7ch'ei per doppio vigor leva la fronte
14.8scendendo ardito e minaccioso il monte,
15.1e co i ponti sommersi a forza mena
15.2qualunque arbore incontra, argine o sasso;
15.3biade, armenti, pastor, la mandra piena
15.4degl'infelici agnei conduce in basso:
15.5pur giunto alfin sopra l'antica arena
15.6ratto e vittorïoso allarga il passo,
15.7e quanto ivi la valle e 'l pian si stende
15.8al suo imero novel suggetto rende;
16.1simil a lui 'l magnanimo Boorte
16.2quel giorno par fra le nemiche schiere:
16.3queste a fuga condanna e quelle a morte,
16.4or col ferro, or con l'urto abbatte e fere.
16.5I miglior duci e le più altere scorte
16.6non ponno al greve caso provvedere,
16.7ché tale stringe ogn'uom timor di lui
16.8ch'ei non sente se stesso, e meno altrui;
17.1e 'n van son le minacce e i preghi in vano,
17.2e i ricordi d'onor non han più loco.
17.3Non giova contro a lor muover la mano,
17.4perch'ogn'altro morir paventan poco:
17.5ogni alto duce e cavaliero Ispano,
17.6ch'ivi erano i maggior, sembran di foco
17.7per lor privata e pubblica vergogna,
17.8e di quei ritener ciascuno agogna.
18.1Ma come ogni fatica indarno spende
18.2chi vuol l'onda serrar ch'ha preso il corso,
18.3che può quella veder ch'a destra scende
18.4poi che nella sinistra avea soccorso,
18.5o che da tergo il leve passo stende
18.6allor che nella fronte è posto il morso:
18.7poi ch'abbondata al fin cresce il furore,
18.8ogni freno sprezzando, esce di fuore:
19.1a quei duci il medesmo avvenuto era
19.2che 'l timore affrenare ebbero speme.
19.3Ma il feroce Boorte or quella schiera
19.4or quest'altra, ch'ei truova, abbatte e preme;
19.5or nella fronte lor che va primiera
19.6or con gli ultimi andar si vede insieme,
19.7e sì oltra talor passato ha il varco
19.8ch'ei non si discernea da quei d'Avarco;
20.1e già tanto piegava al fero assalto
20.2che indietro si fuggia tutto quel corno;
20.3s'al gran bisogno subito Verralto
20.4non venia, con gli arcier ch'aveva intorno:
20.5e seco era il possente Morassalto
20.6con quei della Granata al mezzo giorno,
20.7Druscheno e Loto, il duce d'Aragona,
20.8e Roderco co' suoi di Barzalona.
21.1All'apparir de' quai, riprende ardire
21.2di quei che si fuggian la miglior parte:
21.3ivi altro nuovo modo han di ferire
21.4di lontan quelle genti, e 'n giro sparte.
21.5Poco puote il valore incontra gire,
21.6ch'han più che di leon di volpe l'arte,
21.7e già più d'un famoso cavaliero
21.8è ferito da lor, più d'un destriero.
22.1Non però di Boorte la virtude
22.2per novello accidente anco vien meno,
22.3ma con più sdegno e più furor si chiude
22.4dell'aperte ali nel profondo seno:
22.5né gran ferro affocato sopra incude
22.6batté mai fabbro allor ch'al suo terreno
22.7vuol dare al pio cultor sementa nuova,
22.8ch'al vecchio aratro il vomero rinnuova;
23.1com'ei senza arrestar, la grave spada
23.2sempre menendo a cerchio, gli percuote:
23.3quel pon morto riverso su la strada,
23.4quel della mano e quel del braccio scuote,
23.5quell'urta col destrier, mentre ch'ei bada
23.6ove alcuno impiagar più dritto puote:
23.7tal che sol di lontan fallaci e lenti
23.8pon commettere i colpi in aria a i venti.
24.1Ma il rio Druscheno, che in Valenza nato
24.2tra 'l fiume Goldamoro era e la Sema,
24.3poi che sente il suo popolo affannato
24.4di morte in preda e di soverchia tema,
24.5quanto può ascoso si tirò dal lato
24.6ove Boorte allor la gente prema;
24.7poi tende l'arco, e di possente strale
24.8addrizza verso lui colpo mortale:
25.1e nell'omero destro il prese a punto
25.2ove più la corazza in basso viene;
25.3passa tutto oltra, e gli ha quel lato punto
25.4da cui con molti rami escon le vene.
25.5Lieto grida Druscheno: “A morte è giunto
25.6chi dava a i nostri inevitabil pene;
25.7non sia chi tema più, signor d'Avarco,
25.8ch'alla nostra vittoria aperto è il varco.
26.1Di tutti quei d'Arturo oggi il migliore
26.2fia scarco per mia man di vita omai:
26.3rivestiam pure il solito valore
26.4per tosto vendicar gli avuti guai.
26.5Or risurge per me l'ispano onore
26.6che più che 'l chiaro sol dispieghe i rai
26.7ovunque arco si tenda o spada stringa
26.8e quanto l'oceàno intorno cinga”.
27.1Così dicea vantando il fero Ispano,
27.2che lui morto credea che vive ancora.
27.3Boorte in atto di timor lontano
27.4chiama Baven, che presso a lui dimora:
27.5“Or non vi pesi, o caro mio germano,
27.6di trarmi il ferro della spalla fuora,
27.7acciò ch'io possa i fatti o i detti almeno
27.8vendicar di mia man sopra Druscheno”.
28.1Mosse il fido Baven tutto pietoso,
28.2e di tema ripien del colpo rio
28.3tirò lo stral, che intorno sanguinoso
28.4della piaga stillante fuori uscìo.
28.5Boorte, schivo ancor d'ogni riposo,
28.6rivolto al Ciel diceva: “O lume pio
28.7ch'accendi ogni altro, e fida scorta sei
28.8de i migliori, abbagliando i crudi e' rei;
29.1se ti fu a grado mai l'alta speranza
29.2che 'n te sol ebbi, e non altrove unquanco,
29.3vengami oggi da te forza e baldanza
29.4che la mia spada o 'l cor non rtesti stanco,
29.5fin che Druschen, ch'ogni perfidia avanza,
29.6per questa mano offeso vegna manco,
29.7e ch'io dimostri al mondo che mal vada
29.8chi non segue de' tuoi la dritta strada”.
30.1Cotal dicea, né pur finite a pena
30.2avea le divotissime parole
30.3che le membra leggier, salda la lena
30.4truova, e più fermo il cor di quel che suole.
30.5Già sente asciutta la percossa vena,
30.6né l'omer l'impedisce, o 'l colpo duole:
30.7sprona lieto il cavallo, e si rimette
30.8ove non cura omai dardi o saette;
31.1ché se pria tra' nemici ardito e forte
31.2fu più d'alcun, come mostrò l'effetto,
31.3or che gli sembra aver divine scorte
31.4in tre doppi valor gli crebbe in petto,
31.5e con più gran desio dell'altrui morte
31.6entrò trai primi, ov'è lo stuol più stretto,
31.7avendo sempre la crudel ferita
31.8più nel cor che nell'omero scolpita.
32.1In guisa di leon, che levemente
32.2fu ferito al principio dal pastore
32.3che difendea la greggia, e 'nmantenente
32.4s'ascose in parte di periglio fuore,
32.5ch'ei dell'ira novella ha il core ardente,
32.6né ritrovando quel, doppia il furore
32.7sopra l'abbandonata e poverella
32.8che col morso e col piè strazia e flagella;
33.1tal è il chiaro Boorte tra i nemici:
33.2ove uccise con molti il fero Ormeno,
33.3che già fu numerato un de i felici
33.4signor ch'avesse mai Valenza in seno,
33.5ricco d'alti tesori, e più d'amici,
33.6che 'l facevan gratissimo a Druscheno;
33.7or per piaga ch'al petto s'attraversa
33.8lo spirto e 'l sangue doloroso versa.
34.1Percuote appresso Ippenore, ch'adduce
34.2sotto Loto i cavai ch'avea l'Ibero,
34.3e 'l passò tutto dalla destra luce
34.4fin dove ha la memoria il seggio altero:
34.5lo scudier di Roderco, il nobil duce
34.6che sopra il catalan reggeva impero,
34.7Astinoo detto, sopra l'erbe stese
34.8di mortal colpo che nel collo scese.
35.1Uccise il giovin Polide ed Abante,
35.2che interprete di sogni ebbero il padre
35.3dentro a Tortosa, il saggio Eurimedante,
35.4che lor morti predisse acerbe ed adre,
35.5e con sospiri e lagrime tremante
35.6gli pregò di schivar l'armate squadre;
35.7schernirlo allora, ed or morendo (ahi lassi)
35.8vorrian di lui seguir le voglie e i passi.
36.1Truova altri due fratei che vanno insieme,
36.2Xanto e Sinon, di Fenopo figliuoli,
36.3che vecchio e colmo di ricchezze estreme
36.4nella sua lunga età questi ebbe soli.
36.5Or per man di Boorte ogni suo seme
36.6convien che 'l fato su 'l fiorire involi,
36.7e che gli ampi palazzi ch'ei possiede
36.8albergo sien di peregrino erede.
37.1Incontra poi, ch'a lui drizzano il passo,
37.2Assilo e gelio l'uno e l'altro nato
37.3della leggiadra Egeria e di Clodasso,
37.4ma di parto illeggittimo e celato,
37.5allor che 'l fero orgoglio pose in basso
37.6dell'infedele Insúbro e dispietato:
37.7che 'n sorte della preda ebbe costei,
37.8che non vide in quei tempi eguale a lei.
38.1Non altrimenti il lupo al collo afferra
38.2due giovenchi smarriti dall'armento,
38.3che Boorte quei due, che morti in terra
38.4con due colpi gli abbatte in un momento:
38.5quel di punta passò dove si serra
38.6alla corazza l'elmo intorno al mento,
38.7a questo ripiegò più bassa un poco
38.8la gola, ov'è mortal più d'altro il loco.
39.1Poi per l'odio ch'ei porta, e per mostrare
39.2di chi 'l regno gli tien ricco trofeo,
39.3l'arme che 'ntorno ave han pregiate e care
39.4insieme co i cavalli adducer feo
39.5dentro al suo padiglion, trall'altre rare
39.6spoglie che di nemici ivi entro aveo;
39.7indi spinge più innanzi, e in ogni forma
39.8cerca pur di Druschen ritrovar orma.
40.1Or ciò vedendo il cantabro Verralto,
40.2che la fuga de' suoi quivi sostiene,
40.3Druscheno appella e dice: “Or dov'è l'alto
40.4valor, che 'l pregio sovra ogni altro tiene,
40.5del vostro strale, a cui 'l più forte smalto
40.6qual frale scorza contrastando viene,
40.7e 'n più dritto tenor ch'al chiaro cielo
40.8non saetta i suoi raggi il re di Delo?
41.1A che 'l serbate voi, ch'or no 'l movete
41.2in chi tutto distrugge il popol nostro?
41.3Cui di spegner già mai vi verrà sete
41.4se non vi vien di così orribil mostro?
41.5E quando mai cagion più bella avrete,
41.6com'or, d'alzare al cielo il nome vostro?
41.7Or v'addrizzate a lui, poi che in quest'ora
41.8la salute di molti in voi dimora”.
42.1Druschen tutto turbato gli risponde:
42.2“O de cantabri liti duce altero,
42.3costui Boorte appar, che non l'asconde
42.4il bianco scudo e 'l lucido cimiero
42.5e 'l membruto corsier, che quanto inonde
42.6intorno il mar non ha di lui più fero;
42.7ma l'ho visto poi tal, ch'al parer mio
42.8s'e' non è Marte istesso, è qualche dio:
43.1ché pur ora al destro omero il percosse,
43.2uscito di mia man, possente strale,
43.3e ben meco pensai che morto fosse,
43.4perché 'l colpo venia più che mortale;
43.5ma non fé l'arme pur di sangue rosse
43.6né mostrò di sentir pur breve male,
43.7ché 'nmantenente con più acerba guerra
43.8il vid'io più che mai por gente a terra.
44.1Perché fatto ho da poi perpetuo voto
44.2di non tirar più stral né tender arco,
44.3che due volte oggi l'ho tentato a vòto,
44.4e d'ogni effetto il ciel gli è stato parco:
44.5in Gaven prima, ch'a non molti è noto
44.6perché 'l colpo avventai d'ascoso varco,
44.7come novellamente ora in Boorte,
44.8con eguale in ciascun maligna sorte.
45.1E ben fu a me nemica e fera stella
45.2sotto cui presi l'arco al dipartire,
45.3quand'io sentì con semplice favella
45.4al vecchio Licaon mio padre dire:
45.5'Monta, caro figliuol, sopra la sella
45.6poi che pur hai di guerra alto desire,
45.7ché 'l cavalier più gloria ha per un cento
45.8di quel che i colpi suoi commette al vento.
46.1Poi sì gran torme di destrieri avemo
46.2di più illustre prosapia ch'oggi viva,
46.3ch'or lungo il Galdamoro, or lungo il Semo
46.4pascono in ozio l'una e l'altra riva,
46.5che d'ogni assalto e di periglio estremo
46.6ti porrian sempre trar sicuro a riva'.
46.7Io non gli déi credenza: or mi ripento,
46.8e d'aver un cavallo avrei talento”.
47.1Verralto allor, perch'a caval si truova
47.2e d'aver tal compagno anco desia,
47.3chiama Alan suo scudier, ch'a tutta pruova
47.4un de' miglior gli doni ch'ivi avia.
47.5Lo scudo e l'armadura indi ritruova,
47.6che s'adattò ben tosto, e poi s'invia
47.7con molti oltre e Druschen contro a Boorte,
47.8congiurati fra lor nella sua morte.
48.1Ma Beven, che già scorge di lontano
48.2spronar verso il cugin la stretta schiera,
48.3dicea: “Boorte, or si vedrà se 'n vano
48.4v'ha lassata oggi il ciel la forza intera,
48.5o se vi ritornò possente e sano
48.6per coronarvi ancor di palma vera
48.7sopra ogn'altro guerrier che d'arme carco
48.8brami a fin por l'affaticato Avarco”.
49.1Risponde a lui Boorte: “A quel che s'abbia
49.2di me disposto il ciel m'acqueto in pace:
49.3sì sper'io pur con lui l'iniqua rabbia
49.4oggi domar del popolo rapace,
49.5e 'nsanguinar le dispietate labbia
49.6di Druscheno infedel, vano e fallace;
49.7e 'l penso ritrovar ben tosto forse,
49.8se dentro Avarco per timor non corse”.
50.1Così mentre dicea, spronando giunge
50.2il drappell'empio alla sua morte inteso,
50.3e con dodici lance intorno il punge,
50.4l'un doppo l'altro, con orribil peso.
50.5Chi nello scudo, chi nell'elmo aggiunge,
50.6chi l'ha nel petto, chi nel fianco offeso;
50.7ei, qual robusta quercia resta in piede,
50.8ne' primi colpi che 'l pastor le diede,
51.1che ben crolla le frondi e i rami scuote,
51.2ma il sostegno maggior saldo dimora;
51.3il famoso guerriero a chi 'l percuote
51.4nella guisa medesma parve allora.
51.5Chiamal Druscheno, e 'n minacciose note
51.6gli dice: “Or si vedrà se 'l cielo ancora,
51.7come già vi scampò dal forte strale,
51.8or dalla lancia mia salvar vi vale;
52.1o s'ordinato ha pur ch'oggi Boorte,
52.2che tra 'l più basso stuol sì ardito viene,
52.3debba in man di Druschen giugnere a morte
52.4e dell'Euro arrossir le bianche arene:
52.5sì che 'l suo scudo e l'arme riporte
52.6là dove Licaòn lo scettro tiene,
52.7per appenderlo al tempio a gran memoria
52.8dell'avuta di lui chiara vittoria”.
53.1Quando sente Boorte che Druscheno
53.2era in fra quelli, e contro a lui si vanta,
53.3divien qual serpe che del prato in seno
53.4al caldo tempo de' suoi fior s'ammanta,
53.5ch'alzando il capo accoglie ogni veleno
53.6poi che fu pressa dall'incauta pianta
53.7del pastor pio che 'n quella parte piega
53.8mentre a i piccioli agnei nuova esca sega,
54.1e con tre lingue sibilando volge
54.2tutta l'ira ver lui che 'l cor gli avvampa,
54.3e 'ntorno al piè nemico si ravvolge
54.4e 'l dispietato dente in esso stampa;
54.5tale il guerrier da gli altri si disvolge
54.6né cura tien di chi ver lui s'accampa,
54.7ma sol cerca Druschen, lui segue solo
54.8e sol contra di lui distende il volo.
55.1L'altro, che teme, di scampar procaccia,
55.2e si nasconde pur fra gente e gente,
55.3qual cervo suol che perseguito in caccia
55.4si mischia e 'nvola ove i compagni sente;
55.5ma Boorte di lui non perde traccia
55.6e dove volga il piè sempre ha la mente,
55.7qual bene appreso can, che la primiera
55.8non vuol già mai lassar per altra fera.
56.1Giungelo al fin, che molti cavalieri
56.2che stretti con Verralto erano insieme
56.3l'han cinto intorno, e d'aspri colpi e feri
56.4ciascuno il Gallo duramente preme:
56.5ed ei, come intra i debili levrieri,
56.6forte cignal che i morsi lor non teme,
56.7trapassò dentro a forza, e Druschen truova
56.8rivolto a lui, poi che 'l fuggir non giova;
57.1e d'offenderlo tenta, ma la mano
57.2trema di tanto duce al grave aspetto,
57.3usa in secura parte e di lontano
57.4ferir, nascosa tra lo stuol negletto.
57.5Ma il feroce guerrier no 'l coglie in vano,
57.6che gli posa la spada in mezzo il petto
57.7e tutto oltra il trapassa, e d'urto poi
57.8gettò il cavallo e lui steso fra' suoi,
58.1dicendo: “Or vedi ben quanto oggi sia
58.2la lancia che lo stral, di maggior peso,
58.3fallace Ispano, e gloria non ti fia
58.4d'aver Boorte in tradigione offeso”.
58.5Indi verso la schiera il passo invia
58.6ch'ave il fugace arcier sì mal difeso,
58.7minacciando: “Or drizzato il torto altrui
58.8darò, chiari signor, risposta a vui”.
59.1Verralto il primo nel voltarsi occorse,
59.2che co i cantabri suoi vicino il serra:
59.3cui la pesante spada all'elmo porse,
59.4e l'ornato cimier gli manda a terra;
59.5né gli nocque oltra più, perch'ella scorse
59.6torta più in basso, e lo spallaccio afferra,
59.7il qual tutto fiaccato tanto scende
59.8ch'ove ha il braccio confin l'omero offende,
60.1e gli fece di man la spada uscire,
60.2tal gli ha tutto impedito il destro lato.
60.3Sopra la testa ancor torna a ferire,
60.4che di condurlo a fine ha destinato:
60.5ma quegli ha con due man, per ricoprire
60.6il colpo che venia, lo scudo alzato,
60.7in cui l'aureo leon che in ostro assiede
60.8in due parti diviso a terra vede;
61.1e scampato gli ha bene acerba morte
61.2e 'ndugiato il sepolcro in altro lito,
61.3ché 'l colpo micidial fu di tal sorte
61.4che 'n fin sopra l'arcion l'aria partito.
61.5La terza volta ancor l'aspro Boorte
61.6il brando abbassa, e nel medesmo sito
61.7ritornando più volte ha ferma speme
61.8di condurlo in tal guisa all'ore estreme.
62.1Come il saggio cultor che troncar vuole
62.2inutil pianta che le biade addugge,
62.3che nell'istesso loco addrizzar suole
62.4mai sempre il ferro, e tutti gli altri fugge,
62.5per render tosto al chiuso campo il sole
62.6che 'l suo nocente giel riscalda e sugge;
62.7così fece il buon Gallo, il cui pensiero
62.8non fu molto lontano allor dal vero:
63.1perché non giunta sopra l'elmo apena
63.2fu l'ultima percossa, che Verralto
63.3n'andò riverso su la secca arena
63.4come svelto troncon che caggia d'alto.
63.5smarriti ha i sensi, e non può trar la lena,
63.6non però morte ancor l'ultimo assalto
63.7gli ha dato al tutto; ma Boorte il lassa
63.8come s'ei fusse estinto, ed oltra passa.
64.1Poi che veggion Verralto quei d'Avarco,
64.2un de i duci maggior, condotto a tale,
64.3con la schiera di quei che suol con l'arco
64.4contro a i ferri nemici esser fatale:
64.5Druscheno ancor, ch'assicurava il varco
64.6a tutti lor col suo famoso strale
64.7esser disteso sanguinoso a terra,
64.8ciascun pien di timor lassa la guerra;
65.1e rifugge volando ove le mura
65.2ha per sua sola speme e per difesa.
65.3Nessun più dell'onor né d'altro cura
65.4che di scampar dalla presente offesa,
65.5e con sì freddo ghiaccio ha la paura
65.6di ciascun l'alma strettamente impresa,
65.7che l'un l'altro in cammin preme e conquide
65.8e per morte fuggir l'un l'altro ancide.
66.1Non val di capitan prego o conforto
66.2né altero minacciar né forza usare,
66.3ch'ivi non si discerne il dritto o 'l torto
66.4né 'l maggior o 'l minor, ch'ogni uomo è pare;
66.5quel che truova cammin più ascoso e corto
66.6e può gli altri fuggendo oltra varcare
66.7è tenuto da lor la scorta e 'l duce
66.8ch'al desïato fin gli riconduce.
67.1Sì come adivenir tal volta suole
67.2al combattuto legno presso al lito,
67.3che si veggia affoscar di sopra il sole
67.4e 'l mar col cielo a gran tempesta unito,
67.5ché 'l nocchiero avveduto in alto vuole
67.6rivoltarse a cammin largo e spedito
67.7per gli scogli schifar, ma il vento sforza
67.8e 'l fa rompere a terra a viva forza;
68.1in tal guisa il miglior venia portato
68.2dal furor popolare al proprio danno:
68.3e Boorte col ferro insanguinato
68.4va doppiando al primier novello affanno,
68.5e nel mezzo di lor ferendo entrato
68.6ove più per timor congiunti vanno
68.7tanti ha sospinti alle Tartaree strade
68.8che del suo crudo oprar quasi ha pietade.
69.1Ma l'accorto Brunoro, ch'al fin vede
69.2d'assicurar più i suoi chiusa ogni via,
69.3e 'l soccorso cercar da Palamede,
69.4con Tristano occupato, in van saria,
69.5e distrutto sarà, se non provvede,
69.6inverso Seguran tosto s'invia,
69.7e ritruoval che 'n man la briglia tiene
69.8per muover poscia ove il bisogno viene;
70.1e che presso di lui Clodino avea
70.2ch'è fuor d'impedimento e di periglio
70.3della spalla impiagata, e già tenea
70.4di tornare alla guerra ivi consiglio.
70.5Brunoro irato allora alto dicea:
70.6“Or che attendete, o generoso figlio
70.7del famoso e magnanimo Clodasso,
70.8che tutto il popol suo sia vinto e lasso?
71.1E che 'ntorno alle porte omai d'Avarco
71.2o che dentro di lor pur sia la guerra?
71.3Or non sapete voi che d'alma scarco
71.4con Verralto Druschen si giace a terra?
71.5E che Boorte di vittorie carco
71.6qual le gregge il leone i nostri atterra?
71.7Posti ha in fuga i cavalli e i levi arcieri
71.8e i pedestri più gravi miei guerrieri.
72.1Non offendon costor le mie contrade,
72.2né cercan posseder quel che contiene
72.3Emso e Visera, ove l'algenti strade
72.4il germanico mar bagnate tiene:
72.5contra il vostro terren cingon le spade,
72.6per vendicar le ricevute pene
72.7de i vecchi padri lor, ch'ebber da voi,
72.8e i regni racquistar che fur de' suoi.
73.1E voi gloria d'Ibernia, o Segurano,
73.2che restate a veder co i vostri intorno?
73.3In fin ch'ogni soccorso venga in vano
73.4poi che fiaccato l'uno e l'altro corno
73.5avrà de' nostri il popol gallicano
73.6e 'l britannico stuol con tanto scorno?
73.7Ove dorme il valor del sangue Bruno
73.8che fu sempre onorato da ciascuno?
74.1Non vi sovvien che la reale sposa
74.2nell'assediate mura oggi si giace,
74.3e nella vostra man sola riposa
74.4le presenti arme e la futura pace?
74.5La mia dimora in altra parte ascosa
74.6né teme di costor l'unghia rapace;
74.7e pur con tutto ciò veder potete
74.8quanto adopro per voi, che 'n posa sete.
75.1Né per voi mancherò, signor, già mai
75.2fin ch'io sostenga in man lo scudo e 'l brando.
75.3Ma gli afflitti guerrier non ponno omai
75.4contrastare al furor che va montando,
75.5ch'è giunto a tal che maggior forza assai
75.6conviensi opporgli, o di speranza in bando
75.7porre i chiari disegni e gli alti onori,
75.8le desïate palme e i sacri allori.
76.1Or non soffrite più ch'un ferro solo
76.2tutti i vostri miglior conduca a morte,
76.3e che si possa dir ch'un tanto stuolo
76.4fugga davanti al giovine Boorte:
76.5e vi movete omai, signore, a volo
76.6con le vostre onorate e chiare scorte.
76.7Faccia il vostro valor nel mondo segno
76.8che di regia beltà non foste indegno”.
77.1Punse l'aspro parlar l'invitto core
77.2d'ambe i due cavalier ch'erano insieme;
77.3ma tinto il volto in giovinil rossore,
77.4che 'l nome di viltà più d'altro teme,
77.5dicea Clodino: “Il debito e l'onore
77.6che intègri confermare ho ferma speme
77.7m'han qui tenuto, e 'l sacro giuramento
77.8che di rompere al ciel troppo pavento:
78.1perché fuor di ragion sendo impiagato
78.2Gaven, contro a cui sol la guerra avea,
78.3di far torto alla fede avrei pensato
78.4se innanzi a questo tempo arme cingea.
78.5Or ch'io veggio gli amici in tale stato,
78.6e condotti da quelli a sorte rea,
78.7fo voto al Ciel che non per fare offesa,
78.8ma per difender noi, torno all'impresa”.
79.1Così parlando, a Seguran rivolto
79.2segue: “Onorato mio cognato e caro,
79.3io vi prego oggi che tra 'l popol molto
79.4che 'ntorno avete sì gradito e chiaro
79.5d'alcun buon cavalier più ardito e sciolto
79.6non vi mostriate in tal bisogno avaro
79.7a chi tanto v'onora, acciò ch'io vada
79.8a i miei ripor nella smarrita strada;
80.1e 'n questo mezzo voi con greve passo
80.2verrete a sostenerne e darne aita,
80.3e 'l nemico ridur sì frale e basso
80.4che la via di vittoria sia spedita”.
80.5Il prode Seguran risponde: “Lasso
80.6mai non sarò, fin della propria vita,
80.7di far quanto v'aggrada, e in voler vostro
80.8sia d'avere i miglior del corno nostro”.
81.1E con Brunoro poi dolce ragiona:
81.2“Vi ringrazio, signor, de i gran ricordi,
81.3che scendendo di mente amica e buona
81.4non troverranno in me gli orecchi sordi:
81.5che quei ch'ad un sol fia virtude sprona
81.6deven gli animi sempre aver concordi,
81.7e soffrir pianamente le rampogne
81.8di chi 'l suo ben, com'ei medesmo s'agogne.
82.1Or, per darvi ragione del mio consiglio,
82.2dico che stato son sempre in disparte
82.3con disegno di gir dove il periglio
82.4si scorgesse maggior che in altra parte,
82.5col piè pronto e la mano a far vermiglio
82.6ove più mi chiamasser Palla e Marte;
82.7ché l'ultimo soccorso è quel che spesso
82.8l'incauto vincitore ha in fuga messo.
83.1Io scorgea da man destra Palamede
83.2da Tristan risospinto alcuna volta,
83.3che lassar convenia la prima sede
83.4e 'nsieme rannodar la schiera sciolta,
83.5che mi fea dubbio star: ma chi non vede
83.6se non la parte sua che 'n guardia ha tolta,
83.7non può ben giudicar come colui
83.8che scerne il suo bisogno e quel d'altrui.
84.1Or non vi spiaccia dunque avermi udito
84.2e pensar poi di me qual sempre feste;
84.3e con questo drappel forte e spedito
84.4con Clodin gite ove le genti ha preste.
84.5Io vengo appresso, e nel medesmo lito
84.6ove le schiere avverse avem moleste
84.7sarò ben tosto, e spero allor che 'n voi
84.8fia maggior lo sperar ch'or qui di noi”.
85.1Con più queto parlar Brunoro allora
85.2risponde: “E chi fia mai che 'n tal fortuna
85.3non sia vinto dall'ira, ond'esca fuora
85.4de' suoi primi pensier che in core aduna?
85.5Tutto il mondo sa ben se innanzi ch'ora
85.6io conosco il valor dell'arme Bruna,
85.7e se già mille volte al paragone
85.8ho posto Seguran col suo Girone”.
86.1Così risposto, col real Clodino
86.2tra molti cavalier ratto s'invia,
86.3ove Boorte al fiume assai vicino
86.4empiea di sangue l'arenosa via:
86.5e ch'ha incontrato il misero Erogino,
86.6che 'n sul vago corsiero ivi apparia
86.7col ricco scudo e l'arme tutte aurate
86.8che dalla donna sua gli furon date;
87.1ch'una figlia sposò di Morassalto,
87.2re della Cartagenia e d'Alicante,
87.3Androfila appellata, di core alto
87.4e di pensier magnanimo e costante:
87.5e che 'l marito di porfireo smalto
87.6tenea fisso nell'alma o d'adamante;
87.7la qual, giunto al partir l'ultimo sole,
87.8glie le donò piangendo, in tai parole:
88.1“S'io potessi piegar gli uomini, e i dei,
88.2e 'l destin delle donne troppo avaro,
88.3beatissima al mondo mi terrei
88.4sopra ogni lume in ciel più altero e chiaro,
88.5né di grazia maggior gli pregherei
88.6che di voi seguitar, signor mio caro,
88.7sì come ho sempre in pace, ancora in guerra,
88.8e non vi abbandonar viva e sotterra.
89.1E se ciò m'avvenisse, uopo non fora
89.2di procacciar per voi più sicur'arme:
89.3ch'io 'l vostro scudo e la lorica allora
89.4contr'ogni offesa altrui penserei farme,
89.5sperando o che Giunone, o s'altra onora
89.6casto amor marital, devesse aitarme
89.7e con voi mantener, per sommo essempio
89.8di chi più aggrade al suo famoso tempio.
90.1Ma poi ch'esser non può, vi piaccia almeno
90.2di queste arme portar ch'hanno il mio nome,
90.3e da i perigli riguardar non meno
90.4che si soglian le dolci amate some;
90.5e qualor crollerete all'aure in seno
90.6sopra il cimier queste dorate chiome
90.7che riconverser già, lasse, la testa
90.8ch'or di loro e di voi vedova resta;
91.1vi risovvegna, oimé, con quanta doglia,
91.2lunge han da lor la misera nutrice,
91.3temendo sol di non sentirle spoglia
91.4della nemica schiera vincitrice.
91.5Ma segua pur di lor quanto 'l ciel voglia,
91.6pur che torniate voi lieto e felice
91.7da potermi narrare a parte a parte
91.8i gran pregi e gli onor del nostro Marte”.
92.1Così dicea la pallida consorte,
92.2di doloroso umor bagnando il volto.
92.3Ma il vago giovinetto in dura sorte
92.4dal prezïoso don fu intorno avvolto,
92.5poi ch'or contro alla spada di Boorte
92.6e dal fero destin soletto accolto,
92.7e gli fa in ver di lui muovere assalto
92.8per pietà di Druscheno e di Verralto;
93.1e con tutto il poter sovr'esso sprona
93.2con la lancia ch'avea pesante e dura,
93.3e 'n mezzo al doppio scudo il ferro dona
93.4sì che i suoi più vicin n'ebber paura.
93.5Ma il franco cavalier con la persona
93.6non si vede crollare, e tanto il cura
93.7quanto il robusto pin di Borea il fiato,
93.8che già il decimo lustro avea contato.
94.1Poi ch'ha l'asta troncata, il lassò in prima
94.2senza impedirlo pur prender la spada;
94.3indi il fere altamente su la cima,
94.4ov'è 'l dono amoroso che gli aggrada:
94.5e la chioma di lei, che troppo stima,
94.6intricata convien ch'a terra vada,
94.7ma la fronte non fu dal colpo offesa,
94.8che dall'ottima tempra era difesa.
95.1Poi che s'è accorto l'amoroso Ispano
95.2del prezïoso e caro suo cimiero,
95.3e che in mezzo alla polve era lontano
95.4l'almo splendor del suo terreno Ibero;
95.5qual tigre acerba lungo il lito Ircano
95.6priva de' figli suoi, divenne fero:
95.7spronò verso Boorte il suo cavallo
95.8gridando in alto suono: “O crudo Gallo,
96.1già non ti vanterai d'offeso avere
96.2il più onorato crin che fosse mai,
96.3che la luce vincea dell'altre spere
96.4e dello istesso sol gli ardenti rai:
96.5il quale alla sua donna mantenere
96.6e 'ntero riportar certo giurai;
96.7e 'l farò veramente o ch'oggi il cielo
96.8sciorrà il mio spirto dal terrestre velo”.
97.1E dicendo così, fere alla testa
97.2pendente alquanto dal sinistro lato,
97.3ch'orribil suon dentro all'orecchie desta
97.4del pio Boorte, ma non l'ha impiagato:
97.5poi di nuovo il percuote, e non s'arresta
97.6in fin che 'l terzo colpo è raddoppiato,
97.7su 'l braccio questo, e quel sopra la spalla;
97.8pur di fargli assai danno in tutto falla.
98.1Ma l'invitto guerrier, da poi che vede
98.2chi fuor del creder suo troppo l'offende,
98.3qual sopra lepre timida che siede
98.4nell'erboso suo nido aquila scende,
98.5a lui s'avventa, e dispietato il fiede
98.6col ferro micidial, che sotto il prende
98.7ove il ventre allo stomaco s'aggiunge,
98.8e quando ivi trovò trapassa e punge.
99.1L'infelici armi allor del regio sangue
99.2fur di fuori oscurate e dentro piene,
99.3e 'l giovin miserel pallido esangue
99.4sopra il forte corsier non si sostiene:
99.5e mentre così ancor morendo langue
99.6della sposa fedel si risovviene,
99.7e col vigor che in quello stato puote
99.8si rivolge a Boorte in queste note:
100.1“Alto signor, che così amico il cielo
100.2al gran vostro valore e largo aveste;
100.3se mai vi svegliò al cor pietoso zelo
100.4pregar divoto di persone meste,
100.5o se mai vi scaldar sotto un bel velo
100.6d'onorata consorte fiamme oneste,
100.7consolate, al posar di questa salma,
100.8d'una promessa almen la misera alma:
101.1e questa fia, di far di terra accòrre
101.2le bionde chiome ch'io nel mondo adoro,
101.3e meco insieme in chiuso albergo porre
101.4coperto, com'io son, dell'arme d'oro;
101.5e 'l tutto appresso nelle mani esporre
101.6di Morassalto, al corno di Brunoro,
101.7che mi deggia mandare alla mia dea
101.8sì come al dipartir promesso avea”.
102.1Il pio Boorte, che in più amaro pianto
102.2che l'altro non diceva, intento ascolta,
102.3risponde: “Or potess'io con nuovo incanto
102.4render così la vita ch'io v'ho tolta
102.5e felice tornarvi e lieto, quanto
102.6già mai d'esser bramaste alcuna volta;
102.7sì come adempierò vostro desio,
102.8e di ciò testimon n'appello Dio”.
103.1Ringraziò 'l con la vista e col sembiante,
103.2che la parola scior più non poteo:
103.3così condusse il già felice amante
103.4in estrema sventura il destin reo.
103.5La bionda chioma, ch'a' suoi piedi innante
103.6negletta si giacea, riprender feo
103.7Boorte, poi condur col cavaliero
103.8dentro al suo padiglione, e 'l suo destriero.
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