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1.1Odi dal cielo un grido alto e canoro
1.2ch' a vera penitenza omai t' invita,
1.3anima negli error chiusa e sepolta;
1.4senti il gran Re di quel celeste coro
1.5che ti richiama a la felice vita,
1.6e tu pur stai ne' piacer falsi involta.
1.7O cieca e sorda, ascolta,
1.8vedi con quanto amor, con quanta cura
1.9egli paventi del tuo eterno danno;
1.10e tu pur, d' anno in anno
1.11troppo più che non dèi fatta secura,
1.12di colpa in colpa, e d' uno in altro fallo
1.13fatt' hai contra 'l ben proprio un duro callo.
1.14Non odi che 'l Signor ti prega, e dice:
1.15Bagnati, anima trista, al sacro fiume
1.16di penitenza, e 'n quel ti lava e tergi;
1.17indi come purgata peccatrice,
1.18tutta coperta di purpuree piume,
1.19al tuo caro Fattor t' inalza et ergi;
1.20e la nebbia dispergi,
1.21co' raggi del dolore atroce e duro,
1.22de le tue colpe, e de' terreni inganni:
1.23spiega i possenti vanni,
1.24amica mia, et a quell' aere oscuro,
1.25a quella inferna e lagrimosa valle,
1.26scorta da Carità, volgi le spalle.
1.27Deh vieni, sposa mia, che già passato
1.28è l' aspro verno, e le pruine, e 'l ghiaccio,
1.29e depingono i fior la terra nostra;
1.30spiran le viti il loro odore usato,
1.31portano i fichi i verdi figli in braccio,
1.32e già la tortorella a noi si mostra:
1.33quella terrena chiostra
1.34lascia, colomba mia, mostrami il volto,
1.35ch' io feci a mia sembianza ardente e bello;
1.36e con un ramuscello
1.37di verde palma novamente colto,
1.38non attendendo che la carne moia,
1.39riedi a cibarti de l' eterna gioia.
1.40Vieni, diletta mia, ch' io pur t' aspetto
1.41con braccia aperte, per pigliarti in grembo
1.42con la man di pietà leggera e presta;
1.43e tutto acceso d' amoroso affetto,
1.44colt' ho d' eterni fiori un pieno lembo
1.45per adornarti la candida vesta:
1.46esci da la tempesta
1.47del mar profondo del piacer mortale,
1.48e vieni a tor di vita la corona,
1.49che di mia man si dona
1.50a chi lasciando il ben fallace e frale
1.51a questo eterno e vero s' alza e vola,
1.52e de le voglie mie sol si consola.
1.53E tu, anima trista, non intendi
1.54la voce del Fattor che te pur chiama
1.55per darti parte del celeste regno?
1.56Pigra, perché non sorgi, e con contendi
1.57al vano senso, che tua morte brama?
1.58perché del tuo fallir non prendi sdegno?
1.59e perché quest' ingegno
1.60ch' egli ti diede, onde scorgesti il bene,
1.61e vedesti il camin de la salute,
1.62dato il tergo a virtute,
1.63hai rivolto a cercar cose terrene,
1.64intento ad onorar bellezza umana,
1.65che dal vero ti toglie e t' allontana?
1.66Dei mondani pensieri il fosco velo,
1.67ch' appannan gli occhi tuoi, squarcia, e rimira
1.68l' alta beltà di quell' imperio eterno:
1.69ivi sempre è sereno e lieto il Cielo,
1.70vento di grazia dolcemente spira,
1.71né mai provan que' campi o state o verno:
1.72altre rose in eterno
1.73spiegano al sol il lor purpureo crine,
1.74e per le valli altri odorati gigli;
1.75altri bianchi e vermigli
1.76fior, sparsi di rugiade mattutine,
1.77più vaghe fan che di lauri o di mirti
1.78ghirlande ai santi e gloriosi spirti.
1.79Ivi le piante belle e verdeggianti,
1.80carche di frutti inusitati e strani,
1.81fan le selve fiorite e dilettose:
1.82fiumi di voluptà chiari e stagnanti
1.83bagnano i sempre verdi e lieti piani,
1.84e per li colli, e per le piaggie ombrose,
1.85in vece di dogliose
1.86voci di Progne e de la sora, ognora
1.87s' ode armonia angelica e soave.
1.88ivi forza non have
1.89Morte, o Fortuna che i men degni onora,
1.90né la bianca vecchiezza in un momento
1.91torna le chiome di color d' argento.
1.92Ivi non volan gli anni, i mesi o l' ore,
1.93scorte dal tempo, fuggitivo e lieve,
1.94né cede unqua a la Notte il chiaro giorno;
1.95la vaga Cinzia non rinasce e more,
1.96né l' aere è d' atre nubi oscuro e greve;
1.97col carro d' or non si rivolge intorno
1.98Febo: ad un modo adorno
1.99è sempre l' alto seggio, con la luce
1.100onde piglia splendor la Luna e 'l Sole;
1.101sempre pien di viole
1.102le tempie e 'l biondo crine, il dì riluce
1.103negli occhi ardenti, e ne la chiara fronte
1.104di lui che fece il bel nostro Orizzonte.
1.105Cogli angeli contente a paro a paro
1.106vanno cantando l' anime beate,
1.107godendo d' un piacer perfetto e vero,
1.108senza temer giamai che nullo amaro
1.109possa turbar le lor dolcezze usate;
1.110e con novo piacer rivolte al vero
1.111cogli occhi e col pensiero,
1.112accese d' un amor dolce e gentile
1.113ogn' alto lor desio menano a riva:
1.114ma qual fia che descriva
1.115o chiuder possa in carte umano stile
1.116quanta gioia produce, e quanto gioco
1.117l' aventuroso e fortunato loco?
1.118Prendi il cristallo omai, anima trista,
1.119de la conscienza, e 'n quel ti tergi e specchia,
1.120onde 'l tuo primo amor t' ami et apregi;
1.121non sopportar che la tua vaga vista
1.122turbi macchia di colpa nova o vecchia:
1.123pagar convienti a Morte i privilegi,
1.124e cogli aurati fregi
1.125lasciar il corpo a la sua antica Madre;
1.126però fia meglio che purgata e bella,
1.127sì come vedovella,
1.128ritorni a riveder l' amato Padre,
1.129e 'n mezzo di que' santi angeli eletti
1.130a viver sempre a lato ai più perfetti.
1.131Canzone, ardente e calda
1.132d' un soave pentir del mio fallire,
1.133alzati a quel Signor che tutto vede,
1.134e di': Con piena fede,
1.135acceso di devoto alto desire,
1.136umile chi mi feo pietà ti chere;
1.137e grida miserere, miserere.
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