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1.1Ben potrò, Signor mio, ne l' urna grave
1.2de' giorni oscuri miei con bianca pietra
1.3questi solo segnar e dolci e chiari,
1.4questi, che con voi vivo in sì soave,
1.5in sì gentil soggiorno; o se s' impetra
1.6dal ciel che molti siano, aspri et amari
1.7sian tutti gli altri, e pochi e nubilosi.
1.8Felice voi, ch' a bianco cigno eguale,
1.9con sì nobil desio, montagne e mari
1.10sotto lasciando, e i foschi e tenebrosi
1.11lochi del mondo, al ciel spiegando l' ali
1.12dietro la scorta gloriosa e saggia
1.13di quel dotto Trifon, ch' unqua smarrita
1.14non ha la via del ben, for del mortale
1.15carcer, come da piaggia erma e selvaggia,
1.16lieto poggiate a quell' eterna vita;
1.17e di diletto pien, le sante sponde
1.18ch' adornano di Dio l' alta magione
1.19gite cercando con la mente ardita:
1.20or dove il sol si mostra, ove s' asconde,
1.21ond' esce Austro piovoso, onde Aquilone
1.22mirando; or come il caldo Sirio ardente
1.23cacciato dal Delfin ratto tramonta,
1.24come col ferro in man sen va Orione
1.25col Tauro a la stagion lieta e ridente,
1.26come Cinzia talor presta sormonta,
1.27talor segue il fratello, ond' ella prende
1.28la luce che lei fa lucida e bella;
1.29né perciò stanco, con l' anima pronta
1.30e vaga di saper, dove si spende
1.31il giorno in onorata alta favella
1.32a ragionar del vero e de l' onesto,
1.33con la fidata guida ve n' andate;
1.34e col dotto scrittor per cui s' appella
1.35Mincio ricco e felice, or quello or questo
1.36prato di poesia lieto cercate,
1.37non per segnati calli ov' altro ingegno
1.38che non sia pellegrin vestigio stampi,
1.39ma per chiusi sentier, per strade usate
1.40da chi sol è del Ciel nel mondo degno:
1.41così coi vaghi fior in que' be' campi
1.42scelti vi cinge il crin la vostra scorta.
1.43O riposata vita, o ben spes' ore,
1.44onde del vostro onor accesi lampi
1.45vedrà la pellegrina gente accorta,
1.46mentre fia lume in Ciel, nel mondo amore!
1.47Ma che dirò di lui, di cui non nacque
1.48anima più purgata e più gentile,
1.49da che le cose ebber forma e colore?
1.50Veramente beato, a cui non piacque
1.51quel che più ad altri agrada, a cui par vile
1.52ciò che più il mondo aprezza, e ricco e solo
1.53s' appaga del voler de la Natura:
1.54ei senza ambizion vana e civile
1.55alza i pensieri a glorioso volo,
1.56lasciando a tergo ogni mondana cura,
1.57e 'n vece di palagi alti et ornati
1.58di bianchi marmi e d' oro, onde superba
1.59ne va la patria sua for di misura,
1.60fra le selve frondose e i verdi prati,
1.61a la stagion matura et a l' acerba,
1.62in picciol tetto alberga, u' le campagne
1.63verdeggiar, e con l' onda pura e viva
1.64scender vede il ruscel tra i fiori e l' erba,
1.65che spesso dolce mormorando piagne
1.66forse la Ninfa sua sdegnosa e schiva,
1.67onde sente alternar fra gli arbuscelli
1.68Progne con la sorella i casi loro,
1.69onde i fiori scherzar con l' aura estiva.
1.70Solchi chi vole e questi mari e quelli,
1.71vago di posseder gemme e tesoro;
1.72vadan pur altri per ornarsi il crine
1.73di gloriosa e trionfal corona
1.74fra 'l ferro e 'l foco, ov' in vece d' alloro
1.75morte lor dona un doloroso fine;
1.76ei con pensero e mente intera e bona
1.77gode in se stesso, e coi possenti vanni,
1.78con le piume d' onor candide, al Cielo
1.79lieto s' inalza, ove con Dio ragiona:
1.80le sue glorie vivran, mentre che gli anni
1.81avranno giorni, e 'l verno neve e gelo.
1.82O venerabil veglio, a voi m' inchino,
1.83come al vero splendor del secol nostro,
1.84pien di gentile et amoroso zelo,
1.85e prego che benigno alto destino
1.86conservi vive a par del nome vostro
1.87queste mie carte, e questo puro inchiostro.
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