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1.1Se ne le piaggie dilettose e sole
1.2ch' ornano il terzo ciel lieta ti vivi,
1.3ov' è mai sempre primavera e giorno,
1.4e lungo i freschi e cristallini rivi
1.5di celesti amaranti e di viole
1.6ti rendi il biondo crin vago et adorno;
1.7se nel dolce soggiorno
1.8di que' felici spirti ti diporti,
1.9la fama cui con penne bianche e belle
1.10e queste parti e quelle
1.11cercando va per sentier lunghi e torti,
1.12china le caste orecchie al pianto nostro,
1.13mentr' io ti sacro questo puro inchiostro.
1.14China que' lumi, onde sì bel desio
1.15nacque in ogn' alma di virtù e d' onore
1.16mentre del tuo bel sol fu degno il mondo,
1.17che vedrai mille amanti il caldo core
1.18stillar per gli occhi in lagrimoso rio,
1.19facendo un mar di doglia alto e profondo;
1.20e col crine irto e biondo
1.21sparso, le Ninfe meste et angosciose
1.22per l' onde salse e per l' umide arene
1.23la lor perduta spene
1.24con voci sospirar alte e dogliose;
1.25e sonar l' aere puro, e i duri scogli:
1.26perché del nostro ben, morte, ci spogli?
1.27Vedrai i vaghi e pargoletti amori
1.28sul bianco e freddo sasso ove s' asconde
1.29il tuo ricco mortal leggiadro manto,
1.30private del suo onor le verdi sponde,
1.31da le piene faretre aurati fiori
1.32versar con caldo e doloroso pianto;
1.33e con querulo canto
1.34i cigni d' Adria bianchi e pellegrini
1.35piagner la tua immatura acerba morte,
1.36come senza consorte
1.37tortorella talor, tal che i vicini
1.38lidi piangon con loro, e 'l mar sospira
1.39doglioso in vista, e pien d' orgoglio e d' ira.
1.40Non è sì ignuda e povera la Terra
1.41poi che l' Autunno con l' avara mano
1.42ha spogliato di foglie ogni arbuscello,
1.43poscia che con due fronti il freddo Iano
1.44fa con le bianche nevi ai prati guerra,
1.45e frena co' suoi ghiacci ogni ruscello,
1.46allor che vago augello
1.47non s' ode per li colli e per le rive
1.48cantando dolcemente ir a diporto,
1.49cone d' ogni conforto,
1.50d' ogni piacer, onde lieto si vive,
1.51povero è 'l mondo, e ignuda questa etate
1.52senza 'l ricco tesor di tua beltate.
1.53Scendi talor in vece de l' Aurora,
1.54la cui rara beltà vinci d' assai,
1.55da l' odorate parti d' Oriente;
1.56e con la fronte e co' tuoi chiari rai
1.57sgombra le nebbie, e le campagne infiora,
1.58vestendo questo ciel di luce ardente:
1.59ch' al tuo partir fur spente
1.60quante fiamme d' onore e di virtute
1.61bello il mondo rendean col chiaro lume;
1.62né poi gentil costume,
1.63né grazie qui fra noi fur più vedute,
1.64ché teco diero a queste piaggie il tergo,
1.65sdegnose d' abitar ogn' altro albergo.
1.66Perché quel dì che dal terrestre regno
1.67spiegasti l' ali a quel celeste impero,
1.68che per farsi più bello a noi ti tolse,
1.69non chiuse gli occhi ancor questo emispero,
1.70ch' era senza di te di vita indegno?
1.71perch' ogn' alma dal corpo non si sciolse,
1.72e le penne non volse
1.73a seguir il tuo volo, a starsi teco
1.74fra la gente felice et amorosa,
1.75se sempre tenebrosa
1.76esser l' aria deveva, e 'l mondo cieco,
1.77dopo l' amara tua grave partita,
1.78et infelice e misera la vita?
1.79O tre fiate e più beato spirto,
1.80che con quell' alma benedetta e pura
1.81l' ore del lungo dì lieto dispensi,
1.82e l' alto magistero di Natura
1.83mirando, or sotto un lauro, or sotto un mirto
1.84pasci i desir di sue bellezze accensi,
1.85e quanto brami e pensi
1.86le mostri or ne' begli occhi, or nel sembiante;
1.87né temi che la morte ti scompagni
1.88da' tuoi ricchi guadagni,
1.89né che notte l' asconda: o solo amante
1.90aventuroso, e più d' altro beato,
1.91quanto t' invidio sì felice stato!
1.92Canzone, una angioletta
1.93vedrai più d' altra bella, e a Dio più grata,
1.94fra la gente del cielo cittadina;
1.95a lei mesta t' inchina,
1.96e dille: Benedetta alma ben nata,
1.97piange il misero mondo il tuo partire,
1.98e vorria di dolor né può morire.
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