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1.1Là dove i bianchi piè lava il Tirreno
1.2d' Inarime, discesa era per sorte
1.3Crocale mesta a ragionar con l' onde,
1.4a squarciarsi dolente il crine e 'l seno,
1.5e dolersi de' fati, e de la morte;
1.6Crocale, che ne l' alte e ricche sponde
1.7nacque del Tebro, di reale e chiaro
1.8sangue, la più gentil ninfa e maggiore
1.9ch' unqua nascesse ov' ei bagni et inonde
1.10co' suoi corni il terren, per cui sì caro
1.11si tien Sebeto, alzato a tanto onore;
1.12e piangendo dicea rivolta al mare,
1.13con interrotta voce e dolorosa:
1.14Ninfe, che vaghe in questo salso umore
1.15nel molle letto di quest' acque amare
1.16errando ite talor, de l' angosciosa
1.17Crocace et infelice udite il pianto,
1.18e le lagrime mie nel grembo accoglia
1.19l' alga che sta nel vostro fondo ascosa;
1.20già di soave e dilettoso canto,
1.21or v' empirò di pietate e di doglia,
1.22poi che Davalo mio non è più meco;
1.23Davalo mio, per cui cara e gradita
1.24un tempo tenni questa frale spoglia.
1.25Deh perché come col pensier son seco,
1.26né mai mi parto, non è seco unita
1.27quest' alma in ciel, ov' ei si gode e vive?
1.28perché non portò seco al suo partire,
1.29come fece il mio bene, anco mia vita?
1.30Udiro il grido, il grido udir le Dive
1.31del mar, pieno di doglia e di martire,
1.32e lasciar gli amorosi e dolci balli:
1.33allora Galatea la voce amata
1.34conobbe, e la cagion del suo languire;
1.35che spesso fuor di quei liquidi calli
1.36era con lei di soggiornar usata,
1.37mentre che lieta del suo chiaro sposo
1.38cantar soleva in voce alta e gentile
1.39la famosa vittoria et onorata
1.40che fece gir col volto rugiadoso
1.41rivolto verso il ciel, con fero stile
1.42piangendo Sena, Rodano, e Garona,
1.43il lor Signor da lui già vinto e preso,
1.44sì che 'l suo pianto udì l' ultima Tile,
1.45e 'l nevoso Appennino ancor ne suona.
1.46Onde col cor d' alta pietate acceso
1.47lasciando le compagne e 'l suo diletto,
1.48veloce fuor de' salsi alberghi uscio;
1.49et abbracciata lei, che 'l petto offeso
1.50s' avea più volte, e 'l crin, con dolce affetto
1.51versò seco di pianto un caldo rio.
1.52Indi chiudendo a le lagrime il varco,
1.53basciando il molle e rugiadoso volto
1.54disse: Poi che destino acerbo e rio,
1.55poscia che 'l ciel de le tue gioie parco
1.56ha sì tosto il tuo sposo a sé ritolto,
1.57per non renderlo mai, poscia che i fati
1.58non si sanno pentir, poni agli affanni,
1.59pon freno al duol nel molle petto accolto,
1.60né far oltraggio a' crini crespi aurati;
1.61un dolce seco oblio porti i tuoi danni,
1.62che ristorar potrai con maggior bene
1.63pur che ti piaccia; rasserena il viso,
1.64e seco il tuo dolor abbino gli anni.
1.65Nereo mio padre, di quest' ampie arene,
1.66di quest' onde Signore, ha 'l cor conquiso
1.67da la tua gran beltà, Nereo figliolo
1.68de l' Occean, del gran padre Occeano;
1.69e col pensier ne' tuoi begli occhi affiso
1.70fugge i piacer, e sta pensoso e solo,
1.71e t' ha chiamata lungamente invano:
1.72non sdegnar sì gran Re, poi che ti chiede
1.73per sua sposa e signora: alta regina
1.74sarai di questo mar spazioso e piano;
1.75tanta greggia non ha chi più possiede,
1.76quanta ne' prati bei de la marina
1.77ti pasce; un carro già d' avorio e d' oro,
1.78di man d' Automedon fatto, ti serba,
1.79col qual girai per l' onda cristallina;
1.80e tante gemme e tanto altro tesoro,
1.81quant' arene han quest' acque, o fiori l' erba:
1.82quattro vaghi delfini al giogo avezzi
1.83scelt' ha già fuor de' suoi più cari armenti,
1.84i quai ti porteran lieta e superba,
1.85fra mille tuo diletti e mille vezzi,
1.86mal grado de' contrarii e feri venti.
1.87Teco mille Tritoni e Ninfe mille
1.88verran danzando in bella schiera ognora,
1.89e staran sempre a' tuoi servigi intenti
1.90e Glauco e Palemone et altri ancora;
1.91a te servirà il mare, e umile e altero
1.92a tua voglia ognor fia; ecco che come
1.93Donna e Regina sua t' inchina e onora:
1.94già ti salutan l' onde, e già leggero,
1.95per onorar il tuo preggiato nome,
1.96il tuo fiume natio con altri cento
1.97affretta il corso: o cara Ninfa ascolta,
1.98o Ninfa, tu pur piangi, e l' auree chiome
1.99squarciando, segui il tuo duro lamento,
1.100et io ti prego invano? o cieca e stolta,
1.101tu sprezzi sì gran Dio, sì ricco regno?
1.102Cui Crocale: Se teco ognor ritorni
1.103Aci ne' tuoi piacer, né giamai sciolta
1.104ti veggia dal suo collo, il petto pregno
1.105di duol lascia ch' io sfochi: atri soggiorni
1.106conformi sono al mio stato infelice:
1.107quel che pria mi s' aggiunse, i nostri amori
1.108sen portò seco; e i miei beati giorni
1.109quel se gli abbi e ne goda in ciel felice.
1.110Tu Galatea, se m' ami, i miei dolori
1.111accompagna col pianto e co' sospiri,
1.112e 'l marmo onora che quell' ossa serra,
1.113di cui suonan nel mondo alti romori;
1.114la gloria cui, perché mill' anni giri
1.115il sol, non temerà del tempo guerra.
1.116In questa Apollo al bel nostro orizzonte
1.117tolse la luce, e già con le fosc' ali
1.118copria la notte il cerchio de la terra,
1.119onde ritorno fe' Crocale al monte
1.120accompagnata da' suoi lunghi mali,
1.121a l' acque Galatea salse e fatali.
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