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Torquato Tasso (1544–1595) wikidata

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Rime

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1.1	Amor, tu vedi, e non hai duolo o sdegno,
1.2	ch'al giogo altrui madonna il collo inchina;
1.3	anzi ogni tua ragion da te si cede.
1.4	Altri ha pur fatto, oimè, quasi rapina
1.5	del mio dolce tesoro; or qual può degno
1.6	premio agguagliar la mia costante fede?
1.7	Qual più sperar ne lice ampia mercede
1.8	de la tua ingiusta man, s'in un sol punto
1.9	hai le ricchezze tue diffuse e sparte?
1.10	Anzi pur chiuse in parte
1.11	ove un sol gode ogni tuo ben congiunto.
1.12	Ben folle è chi non parte
1.13	omai lunge da te, ché tu non puoi
1.14	pascer se non di furto i servi tuoi.

2.1	Ecco già dal tuo regno il piè rivolgo,
2.2	regno crudo e 'nfelice: ecco io già lasso
2.3	qui le ceneri sparte e 'l foco spento.
2.4	Ma tu mi segui e mi raggiungi, ahi lasso!,
2.5	mentre del mal sofferto in van mi dolgo,
2.6	ch'ogni corso al tuo volo è pigro e lento.
2.7	Già via più calde in sen le fiamme i' sento
2.8	e via più gravi a' piè lacci e ritegni;
2.9	e come a servo fuggitivo e 'ngrato,
2.10	qui, sotto al manco lato,
2.11	d'ardenti note il cor m'imprimi e 'l segni
2.12	del nome a forza amato;
2.13	e perch'arroge al duol ch'è in me sì forte,
2.14	formi al pensier ciò che più noia apporte.

3.1	Ch'io scorgo in riva al Po Letizia e Pace
3.2	scherzar con Imeneo, che 'n dolce suono
3.3	chiama la turba a' suoi diletti intesa.
3.4	Liete danze vegg'io, che per me sono
3.5	funebri pompe, ed una istessa face
3.6	ne l'altrui nozze e nel mio rogo accesa;
3.7	e, come Aurora in oriente ascesa,
3.8	donna apparir, che vergognosa in atto
3.9	i rai de' suoi begli occhi a sé raccoglia,
3.10	e ch'altri un bacio toglia,
3.11	pegno gentil del suo bel viso intatto,
3.12	e i primi fior ne coglia,
3.13	que' che già cinti d'amorose spine
3.14	crebber vermigli infra le molli brine.

4.1	Tu ch'a que' fiori, Amor, d'intorno voli
4.2	qual ape industre e 'n lor ti pasci e cibi,
4.3	e ne sei così vago e così parco,
4.4	deh, come puoi soffrir ch'altri delibi
4.5	umor sì dolce e 'l caro mel t'involi?
4.6	Non hai tu da ferir saette ed arco?
4.7	Ben fosti pronto in saettarmi al varco,
4.8	allor che per vaghezza incauto venni
4.9	là 've spirar tra le purpuree rose
4.10	sentii l'aure amorose;
4.11	e ben piaghe da te gravi io sostenni,
4.12	ch'aperte e sanguinose
4.13	ancor dimostro a chi le stagni e chiuda;
4.14	ma trovo chi l'inaspra ognor più cruda.

5.1	Lasso! il pensier ciò che dispiace e duole
5.2	a l'alma inferma or di ritrar fa prova
5.3	e più s'interna in tante acerbe pene.
5.4	Ecco la bella donna, in cui sol trova
5.5	sostegno il core, or, come vite suole
5.6	che per se stessa caggia, altrui s'attiene:
5.7	qual edera negletta or la mia spene
5.8	giacer vedrassi, s'egli pur non lice
5.9	che s'appoggi a colei ch'un tronco abbraccia.
5.10	Ma tu, ne le cui braccia
5.11	cresce vite sì bella, arbor felice,
5.12	poggia pur, né ti spiaccia
5.13	ch'augel canoro intorno a' vostri rami
5.14	l'ombra sol goda e più non speri o brami.

6.1	Né la mia donna, perché scaldi il petto
6.2	di nuovo amore, il nodo antico sprezzi,
6.3	ché di vedermi al cor già non l'increbbe;
6.4	od essa che l'avvinse, essa lo spezzi:
6.5	però ch'omai disciorlo, in guisa è stretto,
6.6	né la man stessa che l'ordio potrebbe.
6.7	E se pur, come volle, occulto crebbe
6.8	il suo bel nome entro i miei versi accolto,
6.9	quasi in fertil terreno arbor gentile,
6.10	or seguirò mio stile,
6.11	se non disdegna esser cantato e colto
6.12	da la mia penna umile;
6.13	e d'Apollo ogni dono in me fia sparso,
6.14	s'Amor de le sue grazie a me fu scarso.

7.1	Canzon, sì l'alma è ne' tormenti avvezza
7.2	che, se ciò si concede, ella confida
7.3	paga restar ne le miserie estreme.
7.4	Ma se di questa speme
7.5	avvien che 'l debil filo alcun recida,
7.6	deh tronchi un colpo insieme,
7.7	ch'io 'l bramo e 'l chiedo, al viver mio lo stame
7.8	e l'amoroso mio duro legame.