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1.1Illustre Donna, il cui valore inchina
1.2la Terra e onora il Ciel, poi che la voglia
1.3troppo ardita di voi mi sforza a dire,
1.4chi gia giamai che questa lingua scioglia
1.5in sì gravi parole, o qual divina
1.6mente sarà che l' intelletto inspire,
1.7sì che dietro al desire
1.8m' inalzi tanto, che con l' opra arrivi
1.9là dove il merto vostro, ove mi chiama
1.10la vostra chiara fama?
1.11Apollo, se mai sempre verdi e vivi
1.12siano i be' rami tuoi, dettami quanto
1.13merta costei ch' io reverisco e canto.
1.14Salda Colonna, alto sostegno e fido
1.15di que' pregiati onor che 'l crine ornaro
1.16a' vostri antichi chiari et onorati,
1.17felice voi, che gite a paro a paro
1.18di lor che fur di sì famoso grido,
1.19onde vivran fra noi sempre lodati:
1.20che se ad ognora armati
1.21quei fer soggetti Imperadori e Regi
1.22con l' animoso ferro e col consiglio,
1.23voi col tranquillo ciglio,
1.24con l' armi di virtute, i ricchi pregi
1.25de la casta beltà difeso avete
1.26da la forza del senso, e da la rete.
1.27Qual velo cinse mai d' alta beltate
1.28anima sì gentil com' è la vostra,
1.29e da' bassi pensier tanto divisa?
1.30La qual sprezzando ogn' altra gloria nostra,
1.31pensa a quel ben che fuggitiva etate
1.32non porta seco, in quel ferma et assisa,
1.33e com' aquila affisa
1.34gli occhi nel sol de la salute eterna,
1.35gioia prendendo dal suo ardente raggio,
1.36in cui scorge il viaggio
1.37dritto di gir dove giamai non verna
1.38né scalda il ciel, dove s' asconde e serra
1.39tranquilla pace senz' alcuna guerra.
1.40Poi che da le felici e chiare stelle
1.41scender degnaste in questo umano albergo,
1.42che di tenebre pieno era, e d' orrori,
1.43dieder le nebbie al vostro raggio il tergo,
1.44le cose di qua giù si fer più belle,
1.45e nacque in noi desio d' eterni onori;
1.46né seco tanti fiori
1.47adduce la stagione, allor che 'l Tauro
1.48apre a noi l' anno con l' aurate corna,
1.49di quante grazie adorna
1.50scendeste di lassù, caro tesauro
1.51de l' età nostra, e ne spargeste il mondo,
1.52fatto poi di tal don ricco e fecondo.
1.53Pioveno in voi dal Ciel rari concetti,
1.54ch' ogn' alma fan, di gentilezza vaga,
1.55sprezzar qual cosa vil regni et imperi,
1.56di cui nostro voler oggi s' appaga:
1.57quale spirto giamai fra' più perfetti
1.58mandò più di voi alto i suoi pensieri?
1.59Come alati corrieri
1.60vanno a volo per l' aria al sommo bene,
1.61e ricercando questa e quella parte,
1.62veggion come comparte
1.63i diletti e le gioie, e come piene
1.64sian del sommo Motor le luci vere
1.65di dolcezza immortale e di piacere.
1.66Indi pieni di ben, colmi di gioia,
1.67ritirati dal fren ch' avete in mano,
1.68ritornan ne la vostra altera mente:
1.69onde con l' occhio de l' ingegno sano,
1.70acciò che il vostro nome unqua non moia,
1.71mostrate in carte a la futura gente
1.72come al vero Oriente,
1.73per questo mar orribile e crudele,
1.74condur si possa il debil legno e frale
1.75col vento occidentale
1.76che spira la virtute a piene vele,
1.77ove securi entrando al fido porto
1.78non si tema de l' onde oltraggio o torto.
1.79Gentilezza con voi, e leggiadria
1.80moveno sempre il lor candido piede
1.81per questo prato de la nostra vita,
1.82virtù nel casto grembo ognor vi siede,
1.83prudenzia in voi si specchia, e cortesia
1.84i chiari spirti ad onorarvi invita:
1.85o ricchezza infinita
1.86in un' anima sola insieme accolta!
1.87Quante arene have Tago Ermo e Pattolo
1.88non pagheriano un solo
1.89di questi doni, onde n' andate avolta
1.90e ricca sì, che la parte minore
1.91potria 'l mondo arricchir d' alto valore.
1.92A voi apron contente il sacro colle
1.93le compagne d' Apollo, a voi la fronte
1.94cingon di trionfale e lieta fronde;
1.95a voi serba Aganippe il puro fonte;
1.96e 'l bel Permesso con la barba molle
1.97porta le sue correnti e liquid' onde,
1.98e v' orna ambe le sponde
1.99di viole, di croco e d' amaranti;
1.100a voi la Poesia scopre i suo' regni,
1.101de la cui vista indegni
1.102sono gli altr' occhi, e vi pone davanti
1.103ciò ch' han di bel, di vago e di gentile
1.104i campi suoi, ov' è mai sempre aprile.
1.105Ne' quai cogliendo a vostra voglia andate
1.106quel che più bello e più lodato parvi
1.107con le man del giudizio integro e vero;
1.108indi per immortale eterna farvi,
1.109di quei spargete, e gli orti vostri ornate,
1.110non partendo dal dritto e bel sentero
1.111che Virgilio et Omero
1.112apersero a colui che l' Arno onora:
1.113tal ch' invidia Mugnone il bel Sebeto,
1.114né più tranquillo o lieto
1.115corre co' pesci suoi, ma d' ora in ora
1.116turbando l' acque sue lucenti e chiare,
1.117chiama le stelle perfide et avare.
1.118Inarime felice, ove le Muse
1.119han fatto il suo Parnaso, il suo Elicona,
1.120per cui tien vile Apollo e Delfo e Delo,
1.121già per lo mondo il tuo gran nome suona,
1.122poi ch' alberghi colei in cui rinchiuse
1.123tutte le doti sue benigno cielo;
1.124giamai caldo né gelo
1.125non offenda le tue fiorite rive,
1.126ma l' aere ognor temprato, ognor sereno,
1.127piova nel tuo bel seno
1.128umor soave, e le dolci aure estive
1.129scherzino co' tuoi fior, scherzin con l' erbe,
1.130né sian l' acque a' tuoi scogli empie o superbe.
1.131Come l' ardente sole
1.132le stelle oscura e la gelata luna,
1.133così il bel raggio de la vostra gloria,
1.134onorata Vittoria,
1.135ogn' altro lume di gran fama imbruna:
1.136ma ridirlo non so, ché gli occhi miei
1.137fermare in sì gran luce i' non potei.
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