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1.1Alma gentil, che dal più puro cielo,
1.2di divina vaghezza adorna e bella,
1.3di grembo uscisti de l' eterno Amore,
1.4tu, la più chiara e più lucente stella,
1.5scendesti a ricoprir d' umano velo
1.6i raggi del tuo angelico splendore;
1.7e teco quanto onore,
1.8quanto di ben mai vide occhio mortale
1.9portasti ne' be' lumi e ne la fronte,
1.10per far l' alme più pronte
1.11dietro al tuo volo ardito a spiegar l' ale,
1.12e piene di celeste alto desio
1.13per ritornarle liete inanzi a Dio.
1.14Dal dì ch' uscì di man del mastro eterno,
1.15se non quanto vivesti in questo stato,
1.16non fu il mondo giamai vago e gentile;
1.17che prima e poi fu sempre il ciel turbato
1.18in questa oscura valle, in questo inferno,
1.19l' età negletta, et ogni cosa vile:
1.20tu un vago e lieto aprile
1.21teco portasti dal celeste albergo,
1.22una verde stagion sempre fiorita.
1.23O che beata vita!
1.24Dieder le nebbie al tuo bel raggio il tergo,
1.25nel mondo si morio martire e noia,
1.26e nacque in vece lor diletto e gioia.
1.27Ma poi che altera ti prendesti a sdegno
1.28la terra di te indegna, e al cielo alzata
1.29tra gli angeli tornasti al sommo bene,
1.30ritornò teco a la patria beata
1.31quant' era qui di pellegrino e degno,
1.32e me lasciasti, e tutto il mondo in pene.
1.33O mia tranquilla spene,
1.34porto de' miei piacer fidato e caro,
1.35perché non venni teco al tuo partire?
1.36Io rimasi a morire,
1.37tu te n' andasti a viver lieta a paro
1.38di lor che a piè del sommo padre stanno,
1.39me qui lasciando in sì gravoso affanno.
1.40Ben mi credea che 'l duol, che 'l primo giorno
1.41non ebbe forza di mandar lo sciolto
1.42spirto a seguir i tuoi vestigi santi,
1.43potesse in breve tempo insieme accolto
1.44tormi a questo odioso atro soggiorno,
1.45ove mi pasco di noie e di pianti,
1.46e lieto pormi avanti
1.47al sol de' tuo' begli occhi; e ne seguia
1.48a' miei dolci desir conforme effetto:
1.49ma fu tanto il diletto
1.50ch' io presi del morir, che l' empia e ria
1.51doglia, dal novo e strano piacer vinta,
1.52ritenne l' alma al duro giogo avinta.
1.53Piangevan gli altri, allor che su le porte
1.54del suo carcer terren per uscir fuora
1.55stava lo spirto già con l' ali tese;
1.56io pien di gioia in aspettando l' ora
1.57pregava il mio destin fero e la morte
1.58che mi togliesse a le mondane offese;
1.59e verso il bel paese
1.60che fai col lume tuo chiaro e sereno
1.61cogli occhi del pensier mirando spesso,
1.62già mi pareva presso
1.63di seder al tuo fianco, e 'l casto seno
1.64contento di mirar, e 'l tuo bel viso,
1.65ove co' miei pensier sempre m' affiso.
1.66Ma poi che 'l ciel non volse e la mia doglia,
1.67che per maggior mio mal cesse al piacere,
1.68ch' io venisse a vederti, almo mio sole,
1.69tu, che con quelle luci ardenti e vere
1.70scorgi il fondo del cor, prendi la voglia,
1.71che di non più poter seco si duole;
1.72che se preghi e parole
1.73valessero a impetrar dal mio destino
1.74di potermi inalzar dove tu sei,
1.75il primo dì sarei
1.76venuto, come scarco pellegrino
1.77seguendo l' orme de' tuoi santi piedi,
1.78ov' ora i miei martir contempli e vedi.
1.79Prega tu Iddio, che più benigno ascolta
1.80le tue giuste preghiere, e ti compiace,
1.81ch' a le noie mi toglia et a le genti:
1.82che senza te nulla m' aggrada o piace;
1.83e s' impetrar nol pòi, riedi tal volta
1.84cinta di nube o di be' raggi ardenti,
1.85ove vivo ai tormenti,
1.86morto sono al diletto; e mi consola,
1.87mostrandomi que' lumi ov' io riposi
1.88i miei dolci riposi:
1.89tu sai il camino, e pòi secura e sola
1.90venir a riveder colui, che vivo,
1.91sol per non esser teco ha il mondo a schivo.
1.92Canzon, là dove il Padre
1.93de la terra, de' cieli, e de le cose
1.94pasce di gioia i santi spirti eletti,
1.95a lato a' più perfetti
1.96vedrai che fe' le mie luci dogliose
1.97col suo partir: dille ch' io reggo a forza,
1.98e contra 'l mio voler questa rea scorza.
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