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1.1Qual sì candido augel, sì chiara tromba,
1.2spirto illustre, fia mai, ch' arrivi al segno
1.3de le tue lodi, e de' tuoi sacri onori;
1.4o qual pensiero a guisa di colomba
1.5s' alzarà al Ciel, non che mortale ingegno,
1.6tal che contempli i tuoi pregi minori?
1.7I più lodati allori
1.8resterian vinti, e i più purgati inchiostri:
1.9ma non possendo al mio desir por freno,
1.10sì che non t' apri il seno,
1.11e 'l fondo del mio cor non ti dimostri,
1.12iscusami se 'l basso incolto stile
1.13fa forse ingiuria al tuo nome gentile.
1.14L' eterna Donna con più dotte squille,
1.15e più chiari messaggi ha sparso intorno
1.16la gloria tua, che 'l secol nostro onora,
1.17e mille ardenti e lucide faville
1.18accese del tuo onor un novo giorno
1.19aprono al mondo con più bella aurora;
1.20ne la tua fronte ognora
1.21virtù si vede, e le sacre compagne,
1.22vaghe di così ricco altero albergo,
1.23e qual t' adorna il tergo,
1.24e quale il petto, onde l' invidia piagne
1.25s' alcun famoso et onorat' è al mondo,
1.26che vede farsi al tuo valor secondo.
1.27Fortuna lieta nel tuo grembo assisa
1.28in te si specchia, e del suo regno antico
1.29ti dà le ricche chiavi e l' aurea verga;
1.30e va girando la sua rota in guisa
1.31ch' al tuo stato gentil si mostri amico
1.32il Cielo, et ogni sdegno in Lete immerga,
1.33e cortese disperga
1.34ogn' influxo ch' a l' alto tuo valore
1.35portasse invidia, o a' tuoi felici effetti:
1.36sol divini concetti,
1.37e pregiati pensier mostri di fuore,
1.38che son perfette e ben secure scale
1.39per salir dove l' uom si fa immortale.
1.40La bella Italia, a cui sì apert' ha 'l fianco
1.41il barbaro furor, che rugiadose
1.42vede di sangue ancor le sue contrade,
1.43e a suo soccorso ogni altro animo stanco,
1.44spera per te di spoglie gloriose
1.45ornar i tempi, e 'nsanguinar le spade
1.46latine, e per le strade
1.47veder d' Ibero a terra sparsi i figli,
1.48quai morti, e quai co' membri non integri,
1.49altri pensosi et egri
1.50andar cercando ognor novi consigli,
1.51non a danno di voi, ma per far schermo
1.52al viver lor, che fia debile e 'nfermo.
1.53L' Arno gentil, che tua virtute stima,
1.54a te gioioso e riverente viene
1.55per coronar la tua pregiata chioma;
1.56e spera ancor più d' una spoglia opima
1.57erger in alto, et arricchir l' arene
1.58de l' or del Tago; onde si cruccia Roma
1.59che sì onorata soma
1.60sovra gli omeri suoi possenti giace,
1.61da ingiusto sdegno, et odio iniquo offesa:
1.62ma forse ancora accesa
1.63di più onesto desio, con chiara face
1.64vedrà quel ver ch' adombra un altro velo,
1.65e manderà tue lodi insino al Cielo.
1.66Non sol ne' nostri campi Ercole suona,
1.67e le Ninfe del Po fora de l' onde
1.68tesson corona a la tua fronte altiera,
1.69ma il Nilo, il Gange, la Tana, e Garona
1.70di leggiadretti fior t' apron le sponde,
1.71bramosi che 'l tuo nome unqua non pera,
1.72alma pronta e leggera
1.73al ben oprar, ch' al Ciel sì altera poggi
1.74con le penne d' onor candide e bianche,
1.75che non saran mai stanche
1.76perché dietro si lascin monti e poggi:
1.77ti sia 'l destin così cortese e grato
1.78ch' ognuno invidi il tuo felice stato.
1.79Canzon, se la via sacra
1.80in altra etate alti trionfi ornaro,
1.81di lor ch' alzarsi a' più perfetti segni,
1.82forse non fu sì degni
1.83ch' aguaglin quei ch' al mio famoso e chiaro
1.84Ercole il Ciel promette, acciò che 'nvano
1.85vada tanto superbo il Vaticano.
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