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1.1Debb' io sempre tacer? deve lo sdegno,
1.2onde nascon ognor mille sospiri,
1.3seccar la vena de l' usato ingegno?
1.4Udrai (s' altri non puote) i miei martiri,
1.5tu aura almeno a le mie pene amica,
1.6che dolcemente mormorando spiri,
1.7e tu fiorita e verde piaggia aprica,
1.8fatta dal Ciel già per prescritta usanza
1.9de' miei dolori secretaria antica.
1.10Secco è lo stelo ond' ergea la speranza
1.11le verdi foglie, e 'l piacer spento e morto,
1.12né altro omai che sospirar m' avanza.
1.13La donna che ne l' alma impressa porto,
1.14a cui già mi donai, ne la tempesta
1.15de' miei fieri tormenti asconde il porto,
1.16e dove a nove voglie allor molesta
1.17chiudeva il petto, or lieta in quello, e vaga,
1.18novi desii di nova speme inesta.
1.19O di ch' ingrato premio oggi s' appaga
1.20onesto amor, lunghe fatiche e danni,
1.21nati dal duol de l' amorosa piaga!
1.22Ma ben che il cor in più onorati scanni
1.23(s' onor siede ne l' or) locato avete,
1.24morirà il nome vostro insieme, e gli anni;
1.25e vi porrà dentro un oscuro lete
1.26l' invido Tempo, che sen porta l' ore,
1.27e le giornate travagliate e liete.
1.28Non devevate il bel mirar di fuore,
1.29ch' a molti il lume de la mente abbaglia,
1.30ma la virtute, e l' interno valore;
1.31che se talora avien che 'n pregio saglia
1.32per argento, per oro, o per bellezza
1.33alcun, sua fama in frale vetro intaglia;
1.34e chi tien cura del suo onor, non prezza
1.35quel che può tor Fortuna, Tempo, o Morte;
1.36anzi qual cosa vil l' odia e disprezza.
1.37Già cominciava in adamante forte
1.38vostre lodi scolpir quella che a vile
1.39il Tempo tiene, e la volubil sorte;
1.40et io mandato avea non solo a Tile,
1.41ma a l' altre tre del mondo extreme parti
1.42per più messaggi il bel nome gentile:
1.43e gli onor vostri d' ogn' intorno sparti
1.44cresceano, alzando le fiorite chiome,
1.45ch' ornar cercai con tanti studi et arti.
1.46Ora gli omeri miei l' ingrate some
1.47aggravan sì, che forz' è por giù il peso,
1.48e lasciar non ben colto il vostro nome;
1.49il qual (o pur!) veggia a tutt' ore acceso
1.50di pregiata virtù com' esser suole,
1.51né sia da biasmo o scura fama offeso;
1.52e le bellezze al mondo rade e sole
1.53siedan con onestà, con tanta pace,
1.54ch' altri si doglia, ov' ora altri si duole.
1.55Caderà in polve quell' ardente face
1.56ond' io tutt' ardo, e fia possente assai
1.57lo sdegno a sciorre il nodo aspro e tenace;
1.58E quei pensier ch' ad altro che a trar guai
1.59non m' han spronato ancor, andranno sparsi
1.60ove dal cor non fieno uditi mai;
1.61i miei desiri inceneriti et arsi
1.62per troppo alto volar cadran senz' ale,
1.63e converran loro mal grado starsi;
1.64il mio dolor, che già credea immortale,
1.65sarà del tutto svelto, e degno fia,
1.66poi che tal guiderdon trova il mio male;
1.67né mi vedrete più come solia,
1.68liete piaggie, versar lagrime amare
1.69per far pietosa la nemica mia;
1.70l' urne dogliose, onde solea versare
1.71pianto angoscioso il cor, fatte di vetro
1.72vedransi rotte in mille parti andare;
1.73e 'l cor più volte richiamato a dietro
1.74redirà omai, o mia lieta ventura,
1.75se pur dal Ciel sì bella grazia impetro.
1.76Meste sorelle, che con tanta cura
1.77fate l' exequie al fratel fulminato,
1.78ond' ancor Po talora l' acque oscura,
1.79rimandate lo spirto al primo stato,
1.80che errando va con voi, per quelle rive
1.81l' arbor cercando a' suoi piaceri ingrato.
1.82Così volando ognora l' aure estive
1.83vi spirino d' intorno, e 'l chiaro Cielo
1.84i fiori tenga, e vostre foglie vive;
1.85e l' aria pura per pietoso zelo
1.86versi sovra di voi umor soave
1.87in vece di pruine over di gelo.
1.88Ben tempo è omai di ricovrar la chiave
1.89de la mia vita, ch' ella aveva in mano,
1.90e darla a chi più del mio mal s' aggrave;
1.91che se molt' anni ho seminato invano
1.92pianto, sospir, lunghe fatiche, e colto
1.93oscuro fior, e frutto acerbo e strano,
1.94è ben ragion ch' in altra parte volto
1.95indrizzi i miei pensieri a miglior meta,
1.96u' doppo 'l vaneggiar fallace e stolto
1.97de le fatiche mie riposo mieta.
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