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III

Poesie

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1.1Pietà per dio del mie grieve dolore,
1.2offeso a tanto stremo e sanza amici,
1.3povero, vecchio, infermo e peccatore,
2.1ingiusto giudicato in negli uffici,
2.2né udita, né 'ntesa è mie ragione,
2.3ma trattato da lor come nimici,
3.1di me avendo falsa oppenïone,
3.2sotto presunzïon dannando il vero,
3.3per non lo essaminar con discrezione.
4.1Or veder puoi s'i' ho dolor severo,
4.2vedermi sì crudelmente trattare
4.3da chi è posto a far giudicio intero;
5.1ed ogni mie ragion veggo mancare,
5.2se gi... soccorso non vien da colui,
5.3il qual santificò nel medicare,
6.1perché le piaghe fattemi d'altrui
6.2ingiustamente bisogna curare
6.3e risanarle con gli unguenti sui.
7.1Né altra via ci veggio al mie scampare
7.2se non di quest'uom giusto i degni unguenti,
7.3ch'ogn'incurabil mal fanno saldare.
8.1Tutt'altre vie e tutt'altri argomenti
8.2sarieno scarsi, anzi diverrien vani,
8.3quantunque giusti e quantunque prudenti.
9.1Supplico adunque le suo sante mani
9.2porga, e vogli veder la trista cura,
9.3ch'è suta fatta a me da questi strani;
10.1e poi veduta con giusta misura,
10.2mi faccia giudicare e con ispaccio,
10.3com'è dotato in suo propria natura;
11.1sì ch'una volta di tant'aspro laccio
11.2mi deggi trar, ché, se nol fai, rimango
11.3privato di speranza in tanto impaccio.
12.1Ché sempre dentro al cor con l'almo piango,
12.2né sotto 'l ciel più gnuna cosa spero;
12.3vilipeso qual piombo terso o fango,
13.1sol rimarrò tra la gobbola e 'l zero.
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