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CLXVII

Rime

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1.1Non perché d’hora in hor via più mi dolga
1.2la penna mi si tolga:
1.3contra rapido rio mal si contrasta
1.4da rotta e debile hasta
1.5che in darno se gli oppone.
1.6Così contra la forza
1.7di duol manca ragione.
1.8Pose ogni cosa a terra
1.9nel dì de la mia guerra
1.10colei che tutto il mondo attrista e sforza,
1.11e in poca tomba oscura
1.12tutto il bel chiuse d’arte e di natura.
2.1Occhi dolenti miei, come poteste
2.2veder quel che vedeste?
2.3Ché non ven giste in doloroso fiume?
2.4Ché non perdeste il lume?
2.5Senza que’ dolci rai
2.6che fur già il vostro sole,
2.7non deveste voi mai
2.8giorno veder, pur hora.
2.9Ché non partisti allhora,
2.10alma, da tal ch’ognihor piange e si dole?
2.11Ahi, quanto tardi viene
2.12quel che si brama, e rado il meglio aviene.
3.1Il meglio era ch’io gissi a starmi seco,
3.2né qui solingo e cieco
3.3restassi a sospirare, a pianger sempre.
3.4Fallaci humane tempre!
3.5Er’io pur dianzi in cima
3.6d’ogni destra fortuna;
3.7hor in deserta ed ima
3.8valle di pianto giaccio,
3.9e d’hor in hor procaccio
3.10far più la vita mia raminga e bruna,
3.11né men dal sonno spero
3.12picciol soccorso mai, né dal pensero.
4.1Sogna spesso digiun nudo e mendico
4.2in un bel campo aprico
4.3starsi a diporto fra vivande ed oro,
4.4fuggitivo thesoro;
4.5poi desto si ritrova
4.6in vil presepe oscuro,
4.7né ’l rimembrar li giova,
4.8senza pan, senza vesta;
4.9onde via più molesta
4.10porta la soma del suo viver duro.
4.11Tal avien a me, s’io
4.12possedo in sonno e poi perdo il ben mio.
5.1Pensa huom talhor da mortal febre oppresso,
5.2stolto, fuor di se stesso,
5.3spegner in puro fonte a la verde ombra
5.4la sete che l’ingombra;
5.5quando il furor poi manca,
5.6per l’odioso letto
5.7move la carne stanca,
5.8e l’assetata bocca
5.9hor apre, hor chiude, hor tocca,
5.10e via più duolsi, e biasma il van concetto.
5.11Tal io, lasso, conforto
5.12dal nemico pensier prendo e riporto.
6.1Piangete, occhi, piangete:
6.2questo è poco licore a tanta sete.
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