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CXXXII

Rime

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1.1Qual huom, se repentin folgor l’atterra,
1.2riman di se medesmo in lungo oblio,
1.3dal tuo ratto sparir tal rimas’io,
1.4legno dannato a foco, arida terra.
2.1Ché la prigion non s’apre, e non si sferra
2.2il mezzo che restò del viver mio?
2.3Fulminata la speme, e col desio
2.4ogni mia gioia, ogni mio ben sotterra.
3.1In cotal guisa chi può dir ch’huom viva?
3.2O manca, o tronca vita, e pur pietade
3.3devria trovar chi l’esser tiene a sdegno!
4.1Così calcata serpe parte è viva,
4.2parte morta si giace, e così legno
4.3tocco in selva dal ciel pende e non cade.
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