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LXXXIII

Rime

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1.1Ben vedi, Amore, a che son giunto homai,
1.2ch’uscir vorrei di vita;
1.3ma la via, larga altrui, Morte mi serra
1.4perch’io più mi consume; or, se tu ’l fai
1.5temendo la ferita
1.6non sani, e giunga il fin de la mia guerra,
1.7quando fia poca terra
1.8questo lacero tronco in chiuso loco,
1.9con gli strali e col foco
1.10sappi che meco ancor ne verrai sempre
1.11in via più triste e tormentose tempre.
2.1Lasso, cerco finir, non già ch’io speri
2.2che finir basti morte
2.3il mio dolor; ma perché trema e pave
2.4di mancar l’alma a gli ostinati e feri
2.5scempi, che bella e forte
2.6fa di me donna ch’a diletto l’have,
2.7e perché ella più grave
2.8col viver lungo mio colpa sostene,
2.9ed io, che maggior bene
2.10non ho che d’honorare e gradir lei,
2.11pria che ’l suo biasmo il mio danno vorrei.
3.1Di tutte l’alte e strane meraviglie
3.2del tuo crudele impero
3.3io son l’exempio; or, qual cosa è sì nova
3.4a cui lo stato mio non si simiglie?
3.5Né pur, lasso, ne pero.
3.6Tra ’l giel di Scithia un sasso si ritrova
3.7che, se talhor huom prova
3.8ponerlo incontra ’l sol, tosto s’infiamma:
3.9tal io subita fiamma
3.10innanzi al mio bel sol torno sovente,
3.11sasso tra ’l giel di fredda tema ardente.
4.1Donna che troppo mal contrastar volle
4.2con Latona già fue;
4.3ed hor, portando pena al fallo eguale,
4.4in Frigia marmo lagrimoso e molle
4.5piange le colpe sue:
4.6ben mi rassembra, poi ch’humano e frale
4.7con possente immortale
4.8beltà contesi, e n’hebbi danno e stratio.
4.9Perché, se in lei mi spatio
4.10con la mente talhor, selce rimango
4.11e l’amoroso ardir selce anchor piango.
5.1Là dove il Re de’ venti il seggio tenne
5.2ardono in mezzo l’acque
5.3scogli ch’infin al ciel mandan faville;
5.4così dal dì che nel penser mio venne
5.5tal già che m’arse e piacque,
5.6il cor, pur dianzi scoglio, a mille a mille
5.7versa vive scintille
5.8da l’ocean di doloroso humore
5.9che vien per gli occhi fore;
5.10e l’un con l’altro in tal guisa si mesce,
5.11che l’un contrario più per l’altro cresce.
6.1Altre già vaghe in Ponto isole furo,
6.2che sospinte da l’onde
6.3si movean sempre e gian notando inseme;
6.4tal, Amor, quand’io credo esser securo,
6.5nel tuo mar, dove affonde
6.6salda ragion che men tutt’altro teme,
6.7l’instabile mia speme
6.8da caldo vento di sospiri è mossa,
6.9e talhor rotta e scossa,
6.10celandosi i duo miei chiari e be’ segni
6.11da ria tempesta d’amorosi sdegni.
7.1Sono alti monti ond’ha principio Epiro
7.2quasi di Giove irato
7.3a le saette infame segno e meta:
7.4in cotal guisa ed io, se talhor miro
7.5l’almo, caro, beato
7.6mio bel levante e mio terren pianeta,
7.7de l’aria pura e lieta
7.8tanti folgori uscir veggio, e sì densi
7.9sovra gli spirti accensi,
7.10che tosto caggio fulminato ed arso;
7.11né giungo a morte, o destin duro e scarso!
8.1Prega la bella maga
8.2che simil femmi a queste cinque pietre,
8.3canzon mia, che mi spetre,
8.4o che m’ancida una sol volta: ch’io
8.5morir non posso e viver non desio.
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