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1.1Era la notte, e di fin oro adorno
1.2pingea donna gentil vago lavoro:
1.3parea fuggir su ’l velo il primo alloro
1.4e restar Phebo pien d’angoscia e scorno.
2.1Feano i begli occhi a se medesmi il giorno,
2.2di natura e d’Amor pompa e thesoro;
2.3la man talhor sul crespo e più bell’oro
2.4vibrava ardendo e saettando intorno.
3.1Io, già di marmo, que’ begli atti fiso
3.2bevea con gli occhi, e dentro il marmo havea
3.3parte de le saette e de l’ardore,
4.1quando udi’ dir: «Quel misero credea
4.2in terra star, né sa che in tutto è fore
4.3del mondo chi talhor vede il bel viso».
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