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1.1E la memoria di tant’opre in breve
1.2ne gli abissi d’oblio tuffar si deve.
2.1E questo ei vuol, perché la gloria integra
2.2del gran trovato il trovator poi n’aggia;
2.3ma de l’oblivion tacita e negra
2.4ancor tempo verrà ch’altri la traggia,
2.5e la spieghi volando per l’allegra
2.6aura soave che dal sol s’irraggia,
2.7quando ancor fia chi rinovelli e cante
2.8la giusta guerra e le fatiche sante.
3.1E ciò sarà ne’ secoli maligni
3.2che per tutto fia svelto il mirto e ’l lauro,
3.3e muti languiran su ’l Tebro i cigni
3.4e in Arno e in Mincio e in Taro e in Metauro.
3.5Solo fra i corni del gran Po ferrigni
3.6avranno i nidi più belli che d’auro,
3.7avranno gli antri e l’acque e l’ombra e l’erba:
3.8oh glorioso chi gli accoglie e serba! –
4.1Così dicendo e trascorrendo, il legno
4.2la fatal duce a un promontorio accosta.
4.3Gli inospitali Antropofàgi il regno
4.4han quivi, e quindi stesa è la gran costa
4.5per lunghissimo tratto incontra ’l segno
4.6al quale è l’Orsa d’Aquilone opposta,
4.7benché talor si pieghi alquanto e torca
4.8verso le parti dove il sol si corca.
5.1Giungon poi dove un fiume al mar confina,
5.2che tante dal gran vaso acque diffonde
5.3che ’l ceruleo color de la marina
5.4segna un lungo sentier di torbide onde.
5.5Né il Danubio sì grande o ’l Po dechina,
5.6né quel che ’l fonte a l’un de’ poli asconde
5.7ed a l’altro la foce, né sì grande
5.8l’Eufrate o ’l Gange mai si gonfia e spande.
6.1Sette isolette ha ne la bocca e tiene
6.2più suso una provincia infra due corna,
6.3ricca di preziose argentee vene
6.4ond’ella ha il nome e ’l fiume anco n’adorna.
6.5La lunga spiaggia de le salse arene
6.6non è di borgo o di castello adorna:
6.7rare case e disperse, e spesso scorti
6.8son da lor fiumi e promontori e porti.
7.1Venner dopo gran corso al sen che detto
7.2ha di San Giulian l’Ibero audace:
7.3loco a’ legni opportun, se non che ’l letto
7.4pieno di sirti e innavigabil giace.
7.5Si volser quivi a un improviso obietto
7.6(è di Tifei, d’Enceladi ferace
7.7quivi la terra): orribili muggianti
7.8scopron su ’l lido i Patagon giganti.
8.1Era in Gemelli il sol quando più breve
8.2qui l’ombra annotta e i dì maggiori alluma,
8.3ma là ’ve il suo valor non si riceve
8.4verna stagion di tenebre e di bruma.
8.5Scopron da lunge al fin monti di neve
8.6carichi, ov’ella mai non si consuma;
8.7poi tra lor chiuso il varco angusto appare
8.8che parte il mar del sud da l’altro mare.
9.1Spettacol quivi al nostro mondo ignoto
9.2vider di strana e d’incredibil caccia:
9.3volare un pesce, un altro girne a nòto.
9.4Fugge il volante, il notatore il caccia
9.5e ne l’ombra ch’è in acqua osserva il moto
9.6che quel fa in aria e segue ognor la traccia,
9.7fin che quel, che non regge a volo il peso
9.8per lungo spazio, in mar cadendo è preso.
10.1Escon del breve stretto ad oceano
10.2vasto ed immenso il qual co’ venti ha tregua,
10.3sì ch’onda pur non disagguaglia il piano
10.4cui stabil calma e quasi eterna adegua.
10.5Or perché ’l corso, che da senno umano
10.6retto non è, rapidamente segua,
10.7spinge sempre soave e sempre eguale
10.8gli aventurosi erranti aura fatale.
11.1A destra è lungo tratto, e quivi è il Guito
11.2e co ’l ricco Perù l’aurea Castiglia;
11.3ma la nave seguendo il manco lito
11.4vèr la terra anco ignota il camin piglia,
11.5e trova un mar sì d’isole fornito
11.6che l’Egeo con le Cicladi somiglia.
11.7E già da che lasciàr l’arene ibere
11.8eran dieci albe scorse e dieci sere.
12.1Loco è in quell’erme piagge assai riposto:
12.2porto con l’arti sue natura il rende.
12.3Si curva il lido, e tra due corna ascosto
12.4fa un ampio seno; un’isola il difende,
12.5ch’a lui la fronte e ’l tergo a l’onda ha opposto
12.6che vien da l’alto e la respinge e fende.
12.7Quivi e quindi è gran rupe e torreggianti
12.8fan duo gran scogli segni a i naviganti.
13.1Tacciono sotto i mar securi in pace,
13.2sovra ha di negre selve opaca scena;
13.3contra pendente una spelunca giace,
13.4d’edere e d’ombre e di dolci acque amena.
13.5Fune non lega qui, né co ’l tenace
13.6morso le stanche navi ancora frena;
13.7qui in vece de le vele e de le sarte
13.8raccolse ella le chiome a l’aura sparte.
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