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1.1Ma via più miserabile è lo stato
1.2di quei che son rinchiusi entro le mura:
1.3veggion machine farsi in più d’un lato
1.4e d’altezza tremenda e di figura;
1.5e poi ch’ a molti il cibo è già mancato
1.6ch’è più caro per uso e per natura,
1.7cerca la fame insolite vivande
1.8e faria saporose anco le ghiande.
2.1Però che quando in que’ confini apparse
2.2il vincitore essercito cristiano,
2.3non potette alcun frutto anco ritrarse
2.4da le biade immature e culte in vano,
2.5e furon l’anno inanzi avare e scarse
2.6le terre e misto dièr con loglio il grano.
2.7Ben il re vettovaglia avea raccolta
2.8quanta averne poté, ma non fu molta;
3.1e quel che ne raccolse egli comparte
3.2a i soldati e al popolo robusto,
3.3che le vigilie e l’opere di Marte
3.4sostener possa e gir di ferro onusto.
3.5Al debil veglio o poca o nulla parte
3.6fa l’inclemenza del tiranno ingiusto;
3.7né men consente (come è stil di guerra)
3.8ch’escano fuor de l’assediata terra.
4.1E dice anzi voler che l’innocente
4.2plebe l’inutil alma essali e spire
4.3che dar notizia a la nemica gente
4.4di lor difetto, ond’ella prenda ardire.
4.5Ad or ad or l’imagine dolente
4.6di morte uom vede ovunque gli occhi gire,
4.7ed ode un mormorio flebile e cheto
4.8accusar quell’iniquo empio decreto.
5.1Dimostra alcun pallida faccia e scema,
5.2occhi cavi ed oscuri, essangui vene;
5.3la man langue e la voce, e ’l capo trema,
5.4e mal le gravi membra il piè sostiene.
5.5Ma più d’ogn’altra la vecchiezza estrema
5.6e l’acerbetta etade a patir viene,
5.7onde tal volta in su le nude strade
5.8(miserabile corpo), alcun ne cade.
6.1Un fatale spavento entra nel core
6.2di chi ciò mira, e un giel corre per l’ossa;
6.3ma raro è quel che l’altrui morte onore
6.4d’alquante amiche lacrime e di fossa.
6.5La pietà superata è dal timore,
6.6l’umanità da’ petti umani è scossa;
6.7così stando le cose, intollerante
6.8al re se ’n venne e disse il fero Argante:
7.1– E insin a quando sosterrem noi questa
7.2vergogna di sì lento e vile assedio?
7.3Mancherà tosto il cibo, e non ci resta
7.4fuor che ’l ferro e l’ardire alcun rimedio,
7.5e tu pur ci tien chiusi in sì molesta
7.6dimora, ove il digiun n’uccida e ’l tedio,
7.7e pèra con la vita il nostro onore,
7.8ch’uom morendo di fame infame more.
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