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Anselmo Calderoni (1393–1446)
Poesie

PoeTree.it

1.1Con l'aiuto di Quel che visse insonte
1.2e quatro Vangelisti prima chiamo
1.3e i quatro dottor di santa chiesa
1.4e 'l cantor che a Gulia ruppe la fronte
1.5e 'l savio de' Proverbi a costui ramo
1.6e Pagol che bandì con tromba accesa
1.7e quel d'Aquino, che fé tanta impresa
1.8nella sacra Scrittura a farne chiari,
1.9Grisostimo, Dominico e Bernardo
1.10e tutti quei che 'l dardo
1.11teolago hanno tratto, santi cari,
1.12mi faccin forte e libero d'accidia,
1.13ch'i' possa raccontar che cosa è invidia.
2.1Quando Dio padre ebbe formato el mondo
2.2che forma fé l'angelica natura,
2.3el principal degli angioli sì bello,
2.4e vedendosi fatto sì giocondo,
2.5contra Quel, ch'avea fatto tal fattura,
2.6sol per invidia gli si fé ribello,
2.7per farsi e' qual Signore o maggior d'ello;
2.8il perché la Giustizia tal peccato
2.9volle punirlo con tutta sua setta,
2.10ché lor natura eletta
2.11diventò brutta, in pena ognun locato,
2.12e piovvon nove giorni e nove notte
2.13per arder sempre le 'nvidiose dotte.
3.1La secondaria fu l'uom che non nacque.
3.2Vedendosi crear di limo terra
3.3e levarsi per man del Mastro eterno,
3.4disubidir il comando gli piacque,
3.5ben che 'l demonio gli facesse guerra
3.6e la compagna sua, se 'l ver discerno,
3.7per invidia e per farsi più superno;
3.8el qual del suo Fattor passò 'l comando,
3.9ché tal peccato acceca il peccatore,
3.10il perché con furore
3.11del paradiso terreste ebbe bando
3.12e stette tanti secoli in l'abisso,
3.13fin che 'l Figliuol di Dio fu crucifisso.
4.1Terzia ti mostro Caino ed Abello.
4.2Per acrescer il mondo piacque a Dio
4.3ch'ognun di lor pigliasse la sorella;
4.4non toccando a Caino il viso bello,
4.5come invidioso, iniquo, falso e rio,
4.6uccise il frate con l'anima fella,
4.7per cui la luna se ne fa men bella,
4.8ché 'l micidial v'è dentro per ispecchio,
4.9per vero essemplo d'ogni invidïoso,
4.10vizio a Dio sì noioso.
4.11E questo basti in Testamento Vecchio.
4.12E nel Nuovo dirò la quarta parte
4.13con chiara sperïenza, ingegno ed arte.
5.1Se raguardi al nostro Redentore
5.2nel tempo ch'abitò in Ierusalemme,
5.3amaestrando il popol disonesto,
5.4predicando la fede con amore,
5.5perch'acquistassen le superne gemme,
5.6miracoli mostrando a quello e questo,
5.7sol per invidia quel popol molesto
5.8gli fece tanto oltraggio e tanto sdegno
5.9di presura, di frusta e di guanciata,
5.10e, la sentenzia data,
5.11per la sua morte il conficcaro al legno;
5.12ben che le cinque invidiose ferute,
5.13fu di lor morte e de' cristian salute.
6.1Ed Agustino in Civitate Dei
6.2la 'nvidia assembra al solo uccel fenice,
6.3che rinasce d'un vermine di fuoco.
6.4Iosepo fu venduto per costei,
6.5Iuda ha la forca per questa infelice
6.6ed accecò San Piero in più d'un luoco,
6.7Stefano e gli altri non sentiro giuoco,
6.8e di Ierusalem ruì le mura
6.9e disfece Cartagine con Troia
6.10questa pessima noia;
6.11disfece Roma ed abassò sua altura,
6.12fé stare el popol di Dio nel diserto
6.13e Danïelo a' lion fu offerto.
7.1Aristotile al nibio la somiglia,
7.2che vede ingrassare il suo figliuolo
7.3nel nido, e col suo becco lo percuote
7.4e fa marcir la sua carne vermiglia,
7.5tanto che torna magro con gran duolo:
7.6sì forte invidia in quell'animal puote.
7.7E Seneca moral mostra 'n sue note
7.8che gl'invidiosi abbaglion come cani,
7.9e fagli impalidir torcendo gli occhi;
7.10tempestan come sciocchi
7.11e piedi e trieman d'invidia le mani
7.12e dibatton i denti per dolore
7.13ed abbaglion continüo nel core.
8.1Di San Tommaso in secunda secunde
8.2potrei più dire e d'autori assai,
8.3ma qui conchiuder voglio il mio parere:
8.4se vuoi che questa invidia si confunde,
8.5vivi pur virtüoso sempre mai
8.6e fingi l'invidiosi non vedere;
8.7e, se vuoi fare a Dio sommo piacere,
8.8increscati di quei c'han tal disgrazia
8.9e per lor priega nelle tue orazione.
8.10Altra provisïone
8.11non c'è miglior: aver di pace grazia
8.12in questo mondo e viver con vittoria
8.13ed al fin posseder l'eterna gloria.
8.14— Canzon, se vuoi si gusti il tuo sapore,
8.15non contar l'aütore,
8.16per che Matteo discrive a ventidua:
8.17«Nemo profeta accepto in patria sua».
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