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CANTO QUINTO

Giovanni Pegolotti (????–????)
Poesie

PoeTree.it

1.1Se ma' pietà e paura si strinse
1.2nella mente d'uom vivo per sospetto,
1.3questa di palidezza mi dipinse
2.1quando vidi quel diavol maladetto
2.2roder colui colle taglienti sanne,
2.3che di sangue e di bava tutto 'l petto
3.1si facea lercio, e ambedue le canne
3.2biasciando come porco si gonfiava
3.3«O traditor — dicendo — giuso vanne!»
4.1E da ciascuna man un ne pigliava;
4.2stracciandol cogli unghion come lione,
4.3nella sannuta bocca se 'l gittava.
5.1Del primo disse: «Questi è Ganellone,
5.2che fece el tradimento a Roncisvalle,
5.3dove morîr infinite persone.
6.1Quel che 'n la destra man ti par mi balle
6.2è Maometto, e l'altro si fu Giuda,
6.3che gambettò co' piè, guardando a valle.
7.1Con questa è la gentil brigata cruda
7.2dei Malatesti — alora el diavol disse —
7.3e spesso tormentata a carne nuda.
8.1E quel che 'n bocca poco fa mi misse
8.2è Malatesta, quel da l'occhio cieco
8.3che 'l falso ad Agnolello e a Guido scrisse.
9.1Esso fu della mente doppio e bieco;
9.2sempre alle spalle due diavol gli tenni,
9.3che 'l fen fare a mio senno sanza preco».
10.1Pose a un maligno co' le ciglia cenni
10.2e quello a lui volando fu di botto,
10.3dicendo: «Ecco ch'a te subito venni».
11.1«Con voce reca chiama Galeotto
11.2e gli altri Malatesti che son quivi,
11.3ch'io li vo' macelar come lin cotto
12.1nel bollicame. E que' tre che son ivi
12.2vedran sì come i mie denti gli schiaccia
12.3e come poi gli caco e tornan vivi».
13.1El primo colla zampa per la faccia
13.2uncinuta percosse, e cogli unghioni
13.3iratamente tra i denti se 'l caccia.
14.1«Traditor Galeotto, i tuo sermoni
14.2falsi e bugiardi, che nel mondo usasti,
14.3pruovan le sanne mie e' mie ramponi».
15.1Indi si volse a Piero e disse: «I pasti
15.2di questi traditor mi piaccion molto
15.3perc'ha la Chiesa e' suo paesi guasti.
16.1Questo, ch'io rodo mo, sempr'ha mal tolto;
16.2ha tradito, rubato, arso e ucciso
16.3fino a l'ultimo dì ch'io l'ho racolto.
17.1Com'io l'avrò colle sanne conquiso
17.2e dentro al ventre mio cotto e digesto,
17.3cacato ch'io l'avrò, sarà reviso.
18.1E quel dolente, che sta là sinestro,
18.2è l'alma di Ciarlon, chiamato sire.
18.3Migliaia di volte l'ho coi denti pesto.
19.1Sì tosto ch'esso cominciò a tradire,
19.2l'anima a me ne venne, e un diavol nero
19.3gli feci in corpo prestamente gire
20.1che lo governa, né mai dire un vero
20.2gli lascia; parla doppio, e ipocresia
20.3finge, e gonfiato sta superbo e altero.
21.1Sempre ben dice e mal fa tuttavia,
21.2ruba, consuma e' suo sudditi sforza,
21.3e, quanto puote e sa, fa soddomia;
22.1comette mal, né mai alcun ne smorza,
22.2e de l'altrui ruine lieto gode;
22.3in romper matrimoni usa sua forza.
23.1Cotali sono, e peggio, le suo lode.
23.2Menalme qua — a un gran diavol disse —
23.3ch'adrieto pur si tira perché m'ode».
24.1E quegli con un raffio lo trafisse
24.2a piè delle mascelle nella gola,
24.3sì che d'un canto a l'altro lo trafisse.
25.1«Vien oltre, traditor! La nostra scola
25.2è di far male a que' male n'han fatto».
25.3Ciarlon tacendo mai non fé parola,
26.1fin ch'a' piè di Satàn si vide tratto.
26.2Quivi gridando disse: «Omè, che vuoi?
26.3Tu mi tormenti e ancor non so' disfatto».
27.1Colui rispose: «Gli argomenti tuoi,
27.2né que' di mastro Ieronimo ancora,
27.3ti camperan, né i silogismi suoi».
28.1Com'avea fatto agli altri, in picciol' ora
28.2tra li denti sel mise, maciullando
28.3el petto e l'ossa e tutta la memora.
29.1Volsesi a Malatesta e disse: «Quando,
29.2romagnuol falso, traditor di vena,
29.3sarà ch'i' t'abbia in tutto al mio comando?
30.1Cun la tua crudeltà guastai Cesena,
30.2e ben cento omicidi i tuoi assilli
30.3hanno già fatto; ma ten darò pena.
31.1Chiamar ti fa' dalla Penna di Billi.
31.2non temi Iddio e de' santi non curi,
31.3colla test'alta vai, piena di grilli.
32.1Pazzo malvagio, i tuo processi duri
32.2veder non voglion uon ch'abbia virtute,
32.3altro che traditori falsi e furi.
33.1Tanto non fu Breus sanza salute,
33.2né Fallaris tiranno co mal piglio,
33.3quanto se' tu. Ma tosto fien compiute
34.1le tradimenta tue, pertervo figlio.
34.2Vien qua da me, ché tu se' tutto mio!»
34.3E coll'artigli lo ferì in sul ciglio.
35.1Esso gridò: - Ohimè, dove son io?
35.2L'anima è tormentata e 'l corpo vive.
35.3D'ogni mal far lassù piglia disio
36.1e 'l diavol che lo guida apunta e scrive
36.2e quaggiù manda a sto diavol maggiore,
36.3ché di pace e di posa lui mi prive».
37.1Allor Lucifer disse: «O traditore,
37.2non ti ricorda quanti crudi scempi
37.3di propia mano hai fatti con furore?
38.1Vergini hai spulzelate e arsi tempi,
38.2adulteri comessi e sacrilegio;
38.3perciò voglio che mo' el ventre m'empi».
39.1E subito nel capo gli diè un fregio;
39.2colle taglienti sanne sì l'apunta,
39.3come lo 'mballator panni di pregio.
40.1Poscia fece al suo dir cotale agiunta.
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