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CANTO QUARTO

Giovanni Pegolotti (????–????)
Poesie

PoeTree.it

1.1«Poscia che fu la superbia rapace
1.2dei Malatesti così rafrenata,
1.3stette la Chiesa in gran queta e pace,
2.1infin che la bandiera fu levata
2.2di quella libertà ch'Italia mosse
2.3pell'avarizia dei perlati ingrata
3.1in se stessa crear novelle posse
3.2e far tiranni e rinovar signori,
3.3che dierono alla Chiesa gran percosse.
4.1Crebono in essa infiniti dolori
4.2per la malignità di Galeotto,
4.3che subito cacciò le corna fòri.
5.1Questi Cesena si rapì di botto;
5.2ma pria la fece rubare ai Brett¢ni
5.3e a molti cittadin dar mortal botto.
6.1D'allora in qua esti perversi dimoni
6.2cun fraude, con inganni e tradimenta
6.3sempre son iti, e con doppi sermoni.
7.1Ruboron Cervia alla ca' da Polenta,
7.2la chiesa di Ravenna hanno diserta
7.3e d'ogni degnità quasi spenta.
8.1O vendetta d'Iddio che stai coperta,
8.2come può eser che tu non provegga
8.3punir di questa le proterve merta?»
9.1Po' disse: «Or qui convien ch'io soprasegga
9.2fin che l'apostol ditermini quello
9.3che per me omai gli piace far si degga».
10.1Indi al padre santo si vols'ello,
10.2dicendo: «In ispirto mi par che costui
10.3venga a vedere e udir Pasquin Capello».
11.1El santo apostol ci mosse ambedui
11.2cun quella carità che dal ciel vène
11.3«Discendian — dicendo — ai luoghi bui.
12.1Quivi udirai quel che si conviene
12.2e non più punto; ché Dio non consente
12.3tu senta se non quanto al ver si dene.
13.1Or viemmi dietro e fa' che tenghi a mente
13.2ciò che vedrai in ispirto, ché Dio vòle
13.3che 'l mondo sappia come Ciarlon mente».
14.1Nella profondità dove si cole
14.2dai neri cherubini Satanasso,
14.3a cui d'ogni ben far non poco dole,
15.1subito mi trova' sanza gir passo
15.2col prenze degli apostoli beato
15.3e con colui che fu di vita casso.
16.1Quando fumo in quel loco sventurato,
16.2i maligni dimoni tutti quanti
16.3cominciaro a fremir da ciascun lato,
17.1dicendo l'uno a l'altro: «Fatti avanti!
17.2Soccorete quaggiù spiriti pravi,
17.3ché 'n questo loco già no stano santi!
18.1Egli è venuto qui chi tien le chiavi
18.2del celeste reame e serra e apre
18.3e, quando vol, par le peccata lavi».
19.1Corevan d'ogni parte come capre
19.2i diavoli menando gran tempesta,
19.3dicendo: «Qui non fa mestier che s'apre».
20.1Sorise Pietro e po' mena la testa
20.2e disse: «O Belïal, che pensi fare,
20.3ché la tua canna di gridar no resta?
21.1Al voler di Colui che ti fa stare
21.2in questo tanto puzzolento loco,
21.3bestia, ti credi poter contastare?
22.1E tu, Panon, accenditor di foco,
22.2richiama a te questi spirti maligni;
22.3se non, ch'io ti farò, credi, un mal gioco».
23.1Volsonsi tutti a lui con visi arcigni,
23.2dicendo: «Che vuo' tu? Màndati Cristo
23.3a vicitar questi luoghi ferrigni?
24.1Santo quaggiù certo non fu più visto
24.2po' che ci venne lo nimico nostro
24.3a dispogliarci di quel grande acquisto».
25.1E Pier col dito indical disse: «El vostro
25.2sfrenato ardimento è oma' troppo.
25.3Or va' ratto corendo al nono chiostro.
26.1Moviti, dico, più che di gualoppo.
26.2Porta 'mbasciata al tuo prenze e mesere,
26.3che fa dei traditor coi denti groppo.
27.1Digli ch'io voglio inanzi a lui vedere
27.2Pasquin Capello e tutti i Malatesti,
27.3che 'nsieme stanno con Giuda a sedere».
28.1E que' co' passi suoi veloci e presti
28.2allor si mosse e Pier dietro a lui
28.3per lo vïaggio dello 'nferno alpestri.
29.1Ma po' che giunti fumo a' lochi bui,
29.2Satanasso, parte irato e spaventoso,
29.3disse: «Da poi che qui dannato fui,
30.1dinanzi a me non fu nullo argoglioso
30.2colla front'alta e faccia tanto altera
30.3che di mirarmi come tu foss'oso.
31.1Venuto se' da me per tal manera
31.2che non posso negar quel che tu vuoi.
31.3Pasquin segue Ciarlon p'esta rivera.
32.1Esso descrive i tradimenti suoi,
32.2che molto tempo fa gli ho fatto fare,
32.3sì come che saper son certo puoi».
33.1Detto ch'egli ebbe, a sé fece chiamare
33.2Pasquino, el quale a lui di botto venne,
33.3come a tutti i dannati convien fare.
34.1El superbo Satàn sua vista tenne
34.2fiso ver noi con torta guatatura.
34.3O Dio, allor che paura mi venne!
35.1E Pier disse: «Figliuolo, or t'asicura
35.2che questi non può nuocere a coloro
35.3ch'al mondo vivon colla mente pura.
36.1La possa sua e del suo consistoro
36.2è sopra i rei falsi e fraudolenti,
36.3che non han fede né carità in loro.
37.1Vedi che mo' un ne schiaccia co' denti;
37.2da le ginocchia in giù co' piè gambetta,
37.3patendo pena de' suo tradimenti.
38.1Così di quelli Iddio fa far vendetta».
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